Punta Borgonio ,tra marmotte stambecchi e fiori....e...un monsignore. 13-luglio- 2009

Data 14/07/2009 | Categoria: Escursionismo

Mi cerca il mio amico don Cornelio:”per lunedì non potresti trovare una gita non lunga ma interessante,facile ma non banale che il cielo tenga sereno,ma che non faccia caldo, sai… ci sarebbe anche un mio superiore...,”poi conoscendomi mi fa delle raccomandazione:”fammi fare bella figura,sii sempre te stesso ,vispo ma composto,”esagera nen” non lasciarti andare troppo!” Metto subito in funzione il mio motore di ricerca che ho nella testa,mi viene in mente la gita che ha fatto Massimo i giorni scorsi,e in quattro e quattr’otto con un giro di telefonate combiniamo.
Ci troviamo ai Prati del vallone io Cornelio alcuni amici e…un Monsignore:appena iniziamo a camminare mi dice”ho portato una buona bottiglia di Lambrusco per la punta!” e si rompe il ghiaccio. Salendo in quelle distese fiorite lui,che è un enciclopedico di botanica mi fa vedere molte piante e erbe che altrimenti non ci avrei fatto caso,chiamandole con il suo nome latino. Passiamo in un campo di “spinass ‘d muntagna”egli mi dice che si chiamano “Bonus Enricus!”cioè il Buon Enrico. Che nome strano! chissà a quale Enrico “re” avrà giovato questa pianta,penso.
Saliamo accompagnati da una folla di stambecchi,Jolie non se ne accorge nemmeno tanto è intenta a seguire il “pastore”.Arriviamo ai piedi del passo di Vens ancora in parte innevato,i ramponi sono molto utili e anche la piccozza ci da una buona sicurezza in quella neve “paciarinosa”con fondo duro. Salita interessante e non banale “almeno per noi”.Proppio come desiderava Cornelio. In vetta dopo uno sguardo a 360 gradi cominciano a partire i tappi delle bottiglie,il mio amico prete mi fà da spalla per farmi fare il giullare”cosa che non ho mai tribolato. Faccio uno dei miei soliti numeri sotto gli occhi meravigliati di monsignore. Ma purtoppo anche se i miei amici hanno più voce in capitolo di me con “lassù “ non riescono a fermare il tempo e si riparte per la discesa. C’è un pò di preoccupazione per il tratto innevato nel canale,io propongo di passare per i laghi di Vens,il nuovo eccita sempre. Il mio suggerimento e colto all’unanimità e sotto un cielo terso passiamo in uno dei più bei luoghi delle Marittime. Durante la salita al colle Panieres passiamo vicino a un caratteristico arco di roccia poi su terreno rossiccio su e giù per dossi arriviamo al colle Panieres con circa 1600 mt .di dislivello nelle gambe. Non è stato proppio una gitarella,ma un bellissimo giro molto panoramico per la gioia del clero .Finiamo il vino di monsignore,beviamo solo il suo perché è più buono! e con un tuffo di 900 mt arriviamo dalle macchine. Mentre ci stiamo cambiando passa un tizio già un po’ alticcio ,Probabilmente anche l’osteria dei Prati del vallone offre un’ ottimo vino, dice a monsignore di essere di Tarantasca,senza qualificarsi allora il vescovo li domanda se conosce il suo parroco,allora con tono di rifiuto egli li risponde:"no! mi vun pà mai ‘n cesa ,stun bin alla larga dai preivi!” e barcollando se và. Don Cornelio e monsignore se la ridono sotto i baffi. Io faccio notare a loro com’e più vero, bello e genuino il mondo quando si è se stessi!

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