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. Ci diciamo: raga! Andiamo piano! Più facile a dirsi che a farsi. La discesa è veramente da sballo, anche perché appena partiti attraversi tre tratti nella neve di circa due trecento metri l’uno. L’adrenalina è a mille, alle spalle chi ti arriva il grande Mig (Migliorini) che si ferma visto Paolo che prontamente ci presenta, facciamo un tratto di tracciato con lui, il quale ci da delle dritte e chiede se ci piace, noi ormai siamo super adrenalinici e così con qualche ruzzolone e uno spavento di troppo, perché Dome in un tratto ripido e tecnico dà il giro picchiando pesantemente il cocozzone, tutto OK! Solo, come detto, un grosso spavento e il casco rotto, beh meglio lui che la testa. Arriviamo alla fine del tracciato abbastanza stanchi e si son fatte le tredici, telefono alla mogliettina di accendere il fuoco e preparare la pasta. Mangiamo e beviamo come dei maiali e alla fine ci facciamo anche il pussa caffè! Presi dalla vergogna di non aver quasi pedalato ci alziamo dal tavolo saliamo in bici e andiamo a fare un giro fino quasi ai tre rifugi in valle Stretta. Vi devo confessare è stata la gita più breve fino adesso ma anche la più dura, lascio alla vostra immaginazione il perché. 
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