Quel giorno di maggio, sul Dome de Neige,fui molto fortunato!

Data 11/05/2009 | Categoria: Come eravamo

Fino a quando c'è memoria ci sono ricordi,ma quando il giorno in cui questa verrà a mancare,tutte le nostre lotte,le nostre gioie e i nostri affanni,scivoleranno inesorabilmente nell'oblio,e tutto sembrerà inutile.Purtroppo o per fortuna,la memoria non mi manca ancora,allora vorrei raccontarvi un'avventura accadutami in un bel giorno di maggio di alcuni anni fà.Era il'91,mi trovavo assieme ad un mio compagno di salita a quota 3900 c.sul lungo falsopiano sotto la Barre d'Ecrins.Sci ai piedi eravamo i primi quella mattina a dirigersi verso il Dome de Neige.Seguivamo fedelmente la traccia dei salitori del giorno prima.La neve era farinosa,la giornata era fredda e limpida con assenza di vento.Nulla di più facile,salire un 4000 in quelle condizioni! Ci avvicinammo velocemente alla facile crepacciata finale,sita a pochi metri dalla sommità del Dome.Essa era completamente coperta e solcata dalle orme del giorno precedente,nulla lasciava presagire che al mio passaggio quel robusto ponte di neve e ghiaccio avrebbe ceduto. Il crepaccio era chiuso,la neve era tanta,la temperatura era rigida,inoltre tanta gente era già passata il giorno prima! Ci levammo gli sci e ce li mettemmo sulle spalle alla bersagliera,nemmeno i ramponi erano neccessari,c'erano delle belle tacche profonde che ci portavano in carrozza fino ad raggiungere i 4015 mt. della vetta.Passai senza problemi sul "ponte",appoggiai gli sci sul labbro superiore del crepaccio,con le mani libere usai come appiglio le tacche per superare l'erto risalto.Ma...nel momento in cui feci forza col piede per il passo finale...Craaak! Non so come,L'enorme blocco di ghiaccio grande come una grossa auto si girò di 180 gradi e si incastrò sottosopra coprendo nuovamente il crepaccio! Io mi trovai sotto di esso,mi ricordo come fosse adesso,pareva di essere in un sogno!:Cado di schiena,rompo un'altro ponticello di ghiaccio come si rompe una vetrina di cristallo,continuo a precipitare nel scintillio e nel luccichio dei frammenti di ghiaccio. Non ho tempo per pensare che mi ritrovo supino,finalmente fermo su una piattaforma di ghiaccio vivo larga più o meno due metri con sotto e sui lati un'abisso più buio della notte! Mi tocco,mi palpo,nulla di rotto!Mi guardo attorno attonito,Da una frattura di superfice che fà la lucernaio,lunga circa due metri e larga uno,posta a tre o quattro metri alla mia destra,passano i primi raggi del sole illuminando quell'antro.Il mio stupore e la mia curiosità prendono il sopravvento.Non ho paura,sono attorniato da migliaia di bollicine d'aria imprigionate dal ghiaccio che colpite dai raggi del sole emanano i colori dell'iride.Con un'osservazione più attenta scorgo internamente nel ghiaccio,sospesi come una fluttuazione immobile,una fettuccia,poi una muffola,quindi una piccozza e molti altri oggetti che il ghiacciaio ha imghiottito e imprigionato per sempre!Sembra che il tempo per me si sia fermato,su quella fragile piattaforma continuo a rigirarmi incuriosito e meravigliato come un bambino! Mentre continuavo ad osservare inebetito tanta bellezza,urla concitate mi riportano alla realtà,è il mio amico che mi chiama!:"Duva ses? cuma stas?ses fate mal?"Tut a post!" gli risposi,e vidi alla mia destra un braccio penzolante agitarsi dal lucernaio.Dopo aver preso contatto con lui,combinammo sul da farsi...Non erano possibili tante scelte,la corda c'è l'avevo io nello zaino,anche i ramponi erano da calzare! Sono invaso da una strana calma,che è probabilmente dettata dallo spirito di conservazione.Su quel lembo di ghiaccio faccio tutti le manovre neccessarie,m'imbrago,calzo i ramponi,ma mi rimane da fare la manovra più difficile,cioè fare arrivare il capo della corda al mio amico.Faccio come i cow-boys,l'ho vista fare nei film!la avvolgo in alcuni anelli,prendo la mira,e a mo di lazzo la lancio verso il braccio del mio salvatore che è lussù di fianco a qualche metro,e...Hiufuuuu!L'afferra! c'è l'abbiamo fatta!Lui che a quel tempo era già del soccorso alpino e frequentava il corso per diventare guida,ebbe una ghiotta occasione per esercitarsi dal vivo!Mi preparò una sicurezza con piccozza e sci ben piantati,poi urlò:"adess laste pendi che mi a'tiru sù!"Mi legai e con un balzo lasciai quella piattaforma di ghiaccio che mi ospitò per un"Nunc Aeternum".Appeso alla corda feci un pendolo sopra l'abisso oscuro! Ero in contropendenza,con i ramponi non riuscii nemmeno a scalfire quel ghiaccio antico.Col mezzo barcaiolo centimetro per centimetro mi tirò sù. Ritornai alla luce,lui appena mi vide spuntare fece un'urlo di gioia domandandomi:"ma sas pa pì duva 'ndè?"sun 'ndait a piè nà buta 'n tlà crota!"li risposi.In quel mentre stavano giungendo una guida con alcuni clienti,non perdendo la mia autoironia mentre uscii dal crepaccio dissi loro che mi stavano guardando con gli occhi sbarrati come avessero visto Lucifero uscire dagi inferi:"il y a tousours une premiere fois!"Questi cambiarono di botto la direzione e non li vedemmo mai più,nemmeno sulla vetta dove erano diretti!Cosa che dopo aver recuperati gli sci,naturalmente non rinunciai.Ma le disgrazie non arrivano mai sole...appoggiai sbadatamente uno sci sulla neve per la discesa,questi mi scivolò via,prima piano,poi sempre più veloce,saltò il crepaccio che ebbi appena visitato,continuò la sua folle corsa fino ad essere inghiottito da una seraccata a quota 3600 mt. Il mio amico vedendo la scena esclamò"và a fete benedì da tò amis preivi!"Che fare!scesi a piedi con lo sci in spalla,ma quando arrivai sul lungo e piano glacier Blanc increspato da decine di fessure,per non "andare in cantina" un'altra volta, mi misi l'unico sci al piede e procedetti come si procede su un monopattino.Ma il punto più difficile della gita dovette ancora arrivare Ciò avvenne quando incominciai ad incontrare gruppi di comitive che salivano al rifugio.Loro vedendomi a procedere a "pè supet" mi domandarono di quella strana situazione,fino a che incontrai dei francesi,in qualche modo riuscii a spiegarmi,ma quando furono dei tedeschi,americani o adirittura giapponesi a chidermelo,cercai di spiegarmi gesticolando,ma nonostante i"gestas" che feci non riusii a farmi capire! Scuotevano la testa e mi lanciavano occhiate commiserevoli. Mi avranno preso per pazzo,in effetti un pò lo sono,in fondo in queste situazioni riesco sempre a trovare il lato comico,anche nel dramma.Mi piace anche sdrammatizzarle prendendomi in giro da solo. Dopo tutto se fossi rimasto la dentro,magari poi affiorato tra quache migliaia di anni,trovato da una civiltà aliena,chissà cosa avrebbe pensato della scomparsa razza umana,studiando i miei resti!Sicuramente non sarei stato un buon reperto da analizzare.Non voglio immaginare le loro deduzioni! Feci una "discesa"nel Dome de Neige.Trovai un luogo incantato,sentii il canto delle sirene,ma fui salvato da un'amico,grazie a lui non feci la fine di "Otzi"Con un'esperienza in più e molta più attenzione contunuai a vagare per valli e per monti,per nevi e ghiacciai,ritagliandomi lassù un pezzo di paradiso,consapevole che in quel giorno di maggio fui molto fortunato,perchè ebbi ottime probabilità di "rimanere"in quel incantevole inferno!...sarebbe stato un peccato non peter raccontare questa,ehem...avventura!


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