Traditi dal buio e dalla tecnologia

Data 19/01/2009 | Categoria: Varie

Aldilà di quanto si legge sui quotidiani di oggi, mi pare che l'articolo di Enrico Camanni su LASTAMPA.IT, renda onore ai 4 Amici della montagna caduti sabato sera sul Bianco,nonché a chi pratica questo sport con il giusto spirito:

"Probabilmente non sapremo mai che cosa sia veramente successo ai quattro alpinisti precipitati nella notte tra sabato e domenica sulla parete nord ovest dell’Aiguille du Midi, 3800 metri, versante francese del Monte Bianco. Erano impegnati su una via relativamente breve e apparentemente domestica, che sale a poca distanza dalla funivia. L’Aiguille du Midi è la cima più famosa del Monte Bianco. D’estate ci vanno anche le signore con i tacchi, d’inverno gli sciatori. A sud presenta una parete di magnifico protogino, paradiso degli arrampicatori, a nord precipita verso la valle di Chamonix con un versante glaciale molto severo, proprio sotto la funivia. Accanto al classico sperone Frendo, ci sono itinerari alti mille metri che talvolta costringono al bivacco, e altre ascensioni più accessibili. E delle volte c’è il trucco.

Per superare la goulotte Vogler, un nastro di ghiaccio di circa 250 metri, ci si cala in corda doppia dalla passerella artificiale della stazione sommitale con un vertiginoso salto nel vuoto, poi si raggiunge la base dell’itinerario con altre cinque calate. Finita la discesa si comincia a salire, come Arianna che riavvolge il suo filo. È una soluzione surreale ma sicura, molto lontana dalle odissee dell’alpinismo invernale di una volta, che permette di fare l’ascensione in giornata, con zaini leggeri e senza la marcia di avvicinamento. E d’inverno, nonostante il freddo, ci sono meno rischi che d’estate.

Oggi il ghiaccio ripido non fa più paura, perché le moderne piccozze e i ramponi da «piolet-traction» regalano gesti da fantascienza, perfino sugli strapiombi. I ghiacciatori si fanno le ossa sulle cascate di fondovalle, scalano muri d’acqua congelata e fantastiche stalattiti, poi qualcuno si cimenta con l’alta montagna. Il tratto più ripido dalla goulotte Vogler raggiunge una pendenza di 80 gradi, di poco sotto la verticale: come una cascata difficile, ma non troppo. Poi l’itinerario si addolcisce e sale con un’ultima impennata verso la cresta dei Cosmiques, il granito rosso di sole, il conforto della funivia. Via i ramponi, via la neve dai pantaloni, e in mezzora si è di nuovo giù a Chamonix per una birra o una raclette.

Ma d’inverno le giornate sono brevi, soprattutto in gennaio, e la notte arriva anche sull’Aiguille du Midi, la cima più frequentata del mondo. La notte sopraggiunge da est, inghiotte la valle dell’Arve, le pareti, le creste, i ghiacciai, e quando cede anche il Monte Bianco è buio per tutti.

Per qualche motivo che non sapremo mai i quattro compagni fanno tardi, troppo tardi; non riescono a uscire in cresta direttamente, si calano di nuovo, provano dalla parte della passerella. Sopraggiungono il buio e l’ansia, anche se la vicinanza della funivia li tranquillizza, perché la luce è appena lì sopra, come un faro. Dopo le dieci di sera, è ormai notte da quattro ore, provano a chiamare aiuto. I sorveglianti, sporgendosi sulla parete, vedono le pile degli alpinisti che ondeggiano nell’oscurità, appena sotto la cresta. Sono quasi in cima, ma quel «quasi» fa la differenza alla soglia dei quattromila metri, di notte, in pieno inverno. Allora i sorveglianti chiamano il Soccorso alpino di Chamonix, sempre all’erta nella capitale dell’alpinismo, che approfitta di una corsa speciale per raggiungere la cima dell’Aiguille. Ma quando i soccorritori si affacciano a loro volta poco prima di mezzanotte, le luci delle lampade frontali sono scomparse e non c’è più traccia dei piemontesi. Solo le piccozze piantate nel ghiaccio. Sono precipitati tutti e quattro insieme, nel tentativo di raggiungere il loro faro"

Condoglianze a famigliari ed amici

Dio del cielo, Signore delle cime,
i nostri Amici hai chiesto alla montagna,
ma ti preghiamo, ma ti preghiamo,
su nel paradiso, su nel paradiso,
lasciali andare
per le tue montagne...

Santa Maria, Signora della neve,
copri col bianco, soffice mantello,
i nostri Amici, i nostri fratelli,
su nel paradiso, su nel paradiso,
lasciali andare
per le tue montagne





Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=2312