Alla Punta Vergia in una favolosa giornata autunnale.

Data 10/10/2008 | Categoria: Escursionismo

Nei miei ricordi d'infanzia la conca di Praly occupa un posto particolare... tanti anni passati in questa piccola valletta laterale, non molto frequentata ed ancora in qualche modo 'preservata' dal turismo di massa, in cui ho mosso i miei primi passi sulle montagne. Quasi tutte le cime della vallata, nel corso degli anni, sono state raggiunte... rimaneva, a parte alcune sommità minori, la Punta Vergia. Di questa montagna, che incombe sul fondovalle con un ripidissimo pendio di quasi 1600 m di dislivello, ricordo che da piccolo ne sentivo parlare come tra le più lunghe gite della vallata... ogni volta la guardavo con ammirazione e rispetto, ritenendola quasi inaccessibile. Persino il Gran Queyron, la cima più alta della valle, su cui sono salito la prima volta quando avevo circa 10 anni, si diceva che fosse ben più corta e più semplice. Sono passati tanti anni da allora e non so effettivamente perchè fino ad oggi non ci sono mai andato... in effetti, qualche anno fa, nella tarda primavera, ero salito al Monte Selletta passando dal vallone di Rodoretto insieme a Marco, ma avevamo rinunciato a salire a causa della molta neve ancora presente in cresta; stamattina presto però, mentre sto preparando lo zaino e pensando a dove andare... ieri non sono proprio riuscito a programmare niente... decido che è arrivato il momento di chiudere la questione. Sono indeciso da dove partire... si potrebbe partire da Cugno, poco sopra Ghigo... oppure, come indicato da quasi tutte le relazioni, dal vallone di Rodoretto. La risposta arriva semplice e logica, nel momento stesso in cui, superata l'ultima curva, lungo il rettilineo che porta a Villa di Praly, vedo la cresta della Punta Vergia illuminata dalle prime luci del mattino... devo partire dalla porta di casa... come avrei fatto tanti anni fa. Parto quindi da Villa e risalita di pochi metri la provinciale verso Ghigo, in corrispondenza di una croce in legno, imbocco il sentierino poco evidente e invaso dalla vegetazione (beh, di posti ne conosco tanti, ma qui... davvero gioco in casa) che permette di salire velocemente al Colletto Galmont. Si volge a sx e inizia la risalita della lunga cresta, seguendo il bel sentiero nel bosco di larici già ben illuminato e soprattutto riscaldato dal sole. Gli alberi iniziano a diradare e il Monte Selletta appare di fronte poco distante. Il sentiero aggira sul versante sud-est la sommità del Monte Selletta... purtroppo c'è da attraversare una zona disseminata di reti paramassi che obbligano ad uscire dal tracciato del sentiero. Trovo una traccia poco sotto la zona delle reti che sembra andare nella giusta direzione. Superato il colletto della cresta, tuttavia mi accorgo che la traccia prosegue sul pendio del versante opposto scendendo verso valle. Non importa, il colletto della Fontana, è ben visibile poco più in alto e lo raggiungo con una faticosa risalita sul ripido pendio erboso. Sono di nuovo in carreggiata... un pensierino se salire velocemente al vicinissimo Monte Selletta... lasciamo perdere, ci sono già stato, non è prestissimo e soprattutto la meta di oggi è un'altra. Mi incammino lungo la traccia che, mantenendosi poco al di sotto del filo di cresta sul lato Ghigo, sale verso la Punta Vergia. In lontananza compare finalmente la vetta con la croce sulla sommità. Ancora un tratto di avvicinamento, quindi abbandono il sentiero che prosegue verso il Passo della Scodella, e per una traccia, mi porto in cresta dove un paio di ometti mi danno la conferma di essere sulla via giusta. Inizia la parte seria della salita. I versanti, erboso da un lato e roccioso sull'altro, sono davvero ripidissimi ed occorre attenzione. Qualche passaggio in cui occorre usare le mani, quindi si arriva ad un colletto dove la traccia si sposta sul lato nord, dove è presente un po' di neve. Nessun problema a superare il tratto innevato e si raggiunge un atro colletto; la traccia aggira sulla sx alcune rocce e ci si trova proprio sotto al castello sommitale. La croce è vicinissima... si sale alla meglio aggrappandosi ai ciuffi erbosi un tratto del ripidissimo pendio sud-est (cadere qui potrebbe voler dire... trovarsi in pochi istanti in piazza a Ghigo!) raggiungendo nuovamente il filo di cresta; si superano le ultime roccette e finalmente... la vetta. Ad attendermi, proprio in cima, un magnifico esemplare di stambecco. Faccio per tirare fuori la macchina fotografica e... lo stambecco si alza e si allontana scendendo velocemente il ripido pendio... la cima è tutta per me. Oggi giornata davvero stupenda e panorama eccezionale in tutte le direzioni. Con attenzione, ridiscendo il tratto ripido, poi dopo il superamento del tratto nevoso, tralascio il percorso seguito in salita e proseguo in discesa lungo il filo di cresta raccordandomi senza alcun problema al sentiero più in basso... come sempre, nelle zone dubbie, in discesa si trova una traccia migliore di quella di salita. Velocemente ritorno al colletto della Fontana e anche qui appare ben visibile la traccia che mi permette di ritornare nei pressi delle reti parasassi senza saliscendi. Si passa in mezzo alle reti, quindi non resta che la lunga discesa della cresta per il percorso di andata. Provvidenziali le tante fontane che si trovano nei pressi degli alpeggi inferiori che mi permettono di rinfrescarmi un po'. Ritorno all'auto e prima di salirci... mi volto a guardare la Punta Vergia... l'immagine è la stessa di sempre… ma da oggi la sensazione è diversa… il sogno di un bambino di tanti anni fa è diventato realtà.

Data: 05 ottobre 2008
Quota max: 2990 m
Partenza da: Villa di Praly
Quota partenza: 1400 m
Dislivello: 1667 m
Zona: Val Germanasca
Difficoltà: EE/F

Album Foto
Tracciato GPS


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