2 Ciamarelle....2 pareti nord

Data 07/07/2008 | Categoria: Alpinismo

Giovedì 39 di febbre, venerdì 38 ....il buon senso consiglierebbe un w.e. tranquillo, oltretutto il meteo promette nulla di buono....ma in testa a me e Lorenzo frulla da giorni un'idea e o si fa ora o probabilmente non più fino al prossimo anno: la parete nord dell'Uja di Ciamarella.
Naturalmente Lurens da buon mezzo sangue francese vorrebbe farla dalla Francia e io tanto per rendere la cosa più avventurosa propongo di farla in totale autonomia con pernottamento in tenda.
Sabato mattina faccio finta di non avere più la febbre e di essere in perfetta forma .....e inizio i preparativi....ma quanto pesa lo zaino con tenda, sacco, fonellino etc etc etc....
Verso metà pomeriggio partiamo ma tra stato di salute e meteo avverso sono più che convinto che sarà un buco nell'acqua.
Giunti a l'Ecot inizia il lungo viaggio...
Prima tappa il Col des Evettes, il sentiero è buono ma il peso dello zaino micidiale, inoltre la tosse non mi da tregua.
Giunti al colle lasciamo sulla sinistra il bivio per il ref des Evettes e iniziamo la discesa (100 metri circa) in direzione del Glacier des Evettes.
Giunti sul lunghissimo pianoro ci portiamo avanti il più possibile e allestiamo il campo base.
Sono distrutto....e rischiando di non trovare più nulla da mangiare delego a Lurens la cucina e mi distendo in tenda (in realtà gli prendo in ostaggio 2 chiodi da ghiaccio ).
Ottima cena e poi a dormire....bhe, diciamo riposare....
Alle 3:00 sveglia, fuori è tutto stellato....'purtroppo' mi tocca!
Colazione e via, verso le 4:00 il viaggio continua...
La lunga morena, poi il lungo ghiacciaio (qui tutto è lungo) e infine con un'ultima rampetta siamo al Colle Tonini dove inizia ad albeggiare.
A prima vista la parete nord della Ciamarella sembra non più fattibile, la parte bassa è al limite e alcuni passaggi sembrano interrotti da salti di roccia.
Lo sconforto sale, oltretutto il meteo sta rapidamente peggiorando, bisogna decidere.....nel frattempo vediamo 2 cordate provenienti dal vallone di Sea che iniziano la salita, attendiamo un pò e notiamo che il punto critico lo passano abbastanza agevolmente: o sono particolarmente bravi o è meno peggio di quello che sembra...l'unica è andare a vedere.
Nuovamente un tratto in discesa e siamo alla terminale dove ci leghiamo.
Il passaggio della terminale è buono ma sopra bisogna risalire una grossa rigola, oggettivamente pericolosa, in quanto imbuto della parte superiore. In velocità passiamo questo tratto e arriviamo al punto chiave, qui il pendio di neve è interrotto, resta solo un pò di ghiaccio che cola acqua da tutte le parti e la roccia laterale....sono un paio di metri ma abbastanza delicati.
Tuttavia lo passiamo meglio di ogni aspettaviva e senza mettere alcuna protezione.
Sopra la siatuazione è migliore tranne in una zona a 1/3 di parete dove inizia ad affiorare parecchio ghiaccio. Man mano che saliamo lo stato di neve aumenta e tutto diventa esteticamente bellissimo.
La mia salute invece non migliora, tossisco sovente e altrettanto sovente devo fermarmi a riprendere fiato, nonostante tutto siamo discretamente veloci grazie anche all'ottima traccia delle cordate che ci precedono.
Verso metà parete quando tiro fuori la macchina foto....una grossa delusione...è andata! Gli faccio di tutto ma non ne vuole sapere e oltretutto la batteria è carica....porca put ... sarebbero venute delle belle immagini. Spero che almeno il gps stia registrando il percorso....
Nella parte alta Lorenzo inizia a 'vagare' alla ricerca della massima pendenza...si aspettava i 55° della relazione...ma non li abbiamo trovati!
Poi un pò alla volta l'inclinazione si abbatte e siamo in vetta.
E' fatta! Sono le 8:30 circa. Tecnicamente è stata decisamente più facile di tutte le aspettative....sarà che ormai il 'maestro di ripido' mi ha abituato a cose ben più dure!
Mentre Lurens scrive i soliti poemi sul libro vetta io mi svacco e cerco di ripigliare un pò di forze (...Lurens continua a dirmi non ti ho mai visto così mal ridotto ...).
Due parole con le cordate che ci precedevano e giù loro dalla cresta est, noi....da dove ca...volo scendiamo?
Per noi ci tocca la cresta ovest (non difficilissima ma nemmeno banale), un susseguirsi di roccette e crestine affilate di neve il tutto in un ambiente decisamente aereo. Munta e cala passiamo le rocce di S.Robert e arriviamo al Colle est di Ciamarella da dove (in teoria) si potrebbe scendere al Colle Tonini, ma le condizioni non ci sono , sarebbe necessario allestire delle doppie ma non abbiamo chiodi da roccia.
Non ci resta che proseguire fino alla Quota 3490...
Nel frattempo il tempo è decisamente cambiato, attorno tutto è nero, presto saremo nel bel mezzo di un temporale. Meno di 5 minuti e veniamo investiti da grandine, neve, acqua e un paio di fulmini che si schiantano sulla cresta ad una cinquantina di metri da noi.
Giunti ad una breccia della cresta depositiamo tutta la ferraglia sotto una pietra e ci accovacciamo in attesa di tempi migliori!
Nel giro di 15 minuti il peggio passa e proseguiamo la cavalcata.
Per cengie esposte e rocce fradice d'acqua giungiamo alla Quota 3490 ma non ci resta che proseguire verso il Colle ovest di Ciamarella...anche qui solita storia, tentare di scendere verso nord ha troppe incognite e così avanti....
Da qui si inizia nuovamente a salire e ormai sono quasi rassegnato a dover raggiungere la vetta della Piccola Ciamarella.
Ad un centinaio di metri di dislivello dalla Piccola individuo un ripido canalino che dalla cresta scende fino al ghiacciaio della Nord della Piccola Ciamarella.
Sono stanco, ma gli occhi di Lorenzo brillano (o forse sono piedi d'acqua e neve ) arrivare fino in vetta alla Piccola sarebbe una grande cavancata.
Vabbbbè andiamo con il patto che se le difficoltà aumentano si torna a questa via di fuga.
La cresta è sempre più ripida ed aerea, ma tuttosommato divertente, giunti però sull'anticima putroppo c'è un problema. Scendere all'ultima breccia non è banale, disarrampicare è impossibile, bisognerebbe fare una doppia ma il tempo per allestire la sosta è troppo e un nuovo temporale si sta avvicinando.
Peccato ma si torna indietro, all'ultimo idividuiamo forse un altro passaggio su una esposta cengetta laterale...ma ormai anche Lorenzo è stufo.
Con cautela torniamo al canalino e scediamo, c'è molto ghiaccio ma in breve arriviamo sul lenzuolone bianco della nord della Piccola.
E' andata , ora 'basta' solo scendere...sotto l'acqua....
La pendenza sui 35-40° è ideale per una rapida discesa nonostante la neve sia fradicia.....quanto avrei voluto avere gli assi!
A parte una mezza e sopratutto comica scivolata in un crepo, velocemente usciamo dal ghiacciaio e arriviamo alla tenda.
Mezzoretta di svacco poi smontiamo il tutto e via per l'ultima tappa.
I cento metri da risalire proprio non ci volevano ma ormai è fatta, nemmeno l'ultimo temporale ci ferma...bagnati da strizzare verso le 15:30 arriviamo alla macchina.
Anche gps è morto ben prima...oggi le tecnologie non hanno saputo resistere a tutto quello che abbiamo passato noi.

Grande gita e grande Lorenzo che ogni tanto mi concedeva una boccata d'ossigeno.


Data: 5-6 Luglio 2008
Quota max: 3676 m
Partenza da: l'Ecot (Bonneval)
Quota partenza: 2030 m
Dislivello: 1700 m
Zona: Savoia (Francia)
Difficoltà: D

Album Foto
Tracciato GPS


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