Premio inaspettato l'11.05.08 - Courousset e Gros Peyròn

Data 13/05/2008 | Categoria: Alpinismo

Mi sono ritrovato da solo poiché la solita compagnia ha rinunciato sia per pigrizia della levataccia che prevedendo una bella lavata.
Fidandomi di meteo Modane che dava lo zero a 2.200 ed inoltre 'belles èclaircies' fino alle 14, vado da solo!
La radio trasmetteva splendide canzoni folk anni 60-70 che davano quella giusta atmosfera di sogno mentre ma mano che salivo sopra Susa la pioggia aumentava di intensità.
Vedevo le auto di quelli più mattinieri che già tornavano indietro; i dubbi e le constatazioni cominciavano a manifestarsi: 'venj vei a duvria fè venj pi furp', ma la testarda determinazione incitava a proseguire. Vado fino al Colle a vedere com'è dall'altra, poi torno indietro.
Al Colle pioggia a dirotto! Scendo fino a Lanslebourg, tanto ormai la giornata è avviata, poi torno indietro; qui giunto: vado a vedere nel Vallon d'Etache fin dove si può salire (non ho ultime informazioni) poi torno indietro.
A Bramans sorpresa! strade asciutte e primi timidi squarci di sereno.
Vado! La stradina del Vallon d'Etache ha ancora diverse lingue di neve che con un po' di sprint riesco superare ma mi devo arrendere nei pressi del gruppo di chalet ristrutturati dove ci sono già altre auto.
Sono di skialp di Chambery tra cui tre gnocche niente male, che hanno dormito in tenda, piazzate su un piazzale dello chalet; sono in preparativi, vanno al Petit Vallon (a me non interessa; ci sono già stato più volte). Il mio obiettivo è il ritorno sul San Michele.
Sci sullo zaino per una ventina di minuti fino ad una cinquantina di metri dopo l'alpeggio chalet de Saint Barthélémy, anche se si potevano già calzare prima con qualche interruzione.
Il tempo migliora, fa freddo. Inizio la salita solitaria; i francesi seguono le mie tracce ma sono molto distanti. L'innevamento nel vallone è molto buono; passo alla passerella, supero i pendii a fianco del ruisseu de Roche Cornue, raggiungo il primo ripiano, mi dirigo al colletto centrale della bastionata che segue dove un muro ripido di una decina di metri mi costringe a salire a piedi. Al ripiano d'Etache punto a destra , raggiungo il pendio del Courousset, lo salgo fino a metà, calzo i ramponi, passo la strettoia e mi trovo sull'ultimo pendio prima del passage che è ancora avvolto nella nebbia.
Uno squarcio mi fa intravedere un muro molto ripido sovrastato da un'enorme cornice; potrei passare senza pericoli arrampicando sul crestone roccioso sul fianco destro, ma … saggiamente con la visibilità ancora incerta decido che oggi va bene cosi anche perché sono in totale solitudine.
(Più di venti anni fa mi ero già ritrovato qui; sempre da solo, stesso itinerario, ma nonostante fosse giugno tutta la parete del passage era molto più innevata; c'erano le cornici ma il muro finale molto pieno era decisamente meno ripido e complice una neve che rinveniva, feci interamente in sci la discesa dal Saint Michel alla passerella).
Scendo alla strettoia, scavo una piazzola per mettere gli sci, la visibilità migliora e la discesa fino al ripiano d'Etache è fantastica. Mi guardo indietro, vedo il Gros Peyròn con il pendio perfetto, carico gli sci sullo zaino e taglio su dritto sulla neve che tiene molto bene e raggiungo l'ometto. Per un attimo mi appare la sagoma dei Rochers Cornus (ricordi Enrico?); la discesa è super; i francesi che hanno seguito le mie tracce e sono andati al Col d'Etache sono già scesi e nei canali sopra la passerella dove la neve comincia a mollare, mi hanno lasciato un perfetto pistone da slalom; dalla passerella, sulla traccia ormai battuta, facilmente sono all'alpeggio.
A volte osare paga!

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