Sci in Maurienne con gli scolaretti

Data 28/04/2008 | Categoria: SciAlpinismo

L’idea era un soggiorno al Refuge d’Avèrole per gite di scoperta totalmente inedite, da tempo individuate e mai state oggetto di alcuna relazione; il programma però è stato possibile deciderlo solo all’ultimo momento e siccome tutti si muovono in massa , … dommage, le refuge c’est complet .

Abbiamo così cambiato destinazione rimanendo sempre in zona; però, niente rifugi affollati ma una comoda gite d’ètape; su suggerimento delle nostre ragazze ci siamo indirizzati a: http://www.chambres-hotes-maurienne.info/ ; ok, c’era posto .

Con me c’erano Pierin ed Irene i quali, poco allenati, si sono comunque aggregati fiduciosi delle mie promesse : andremo a divertirci su itinerari semplici .

Sabato 26 mattina arriviamo a Valfrejus, la stazione è deserta ma la prima pista di sinistra è ancora ben formata fin dalla partenza della seggiovia; pensavamo di poter salire un po’ più in alto ma l’escargot è ancora tutta innevata; a me va bene così, almeno avremo una discesa più lunga ; non gioiscono altrettanto i due compagni pensando al dislivello maggiore ; li tranquillizzo garantendo a loro tutta la mia più totale disponibilità, come fossero due scolaretti .
L’obiettivo è la Belle Plinier m 3.086; salita facilmente la pista ci si inoltra nel vallone lungo la strada del Seuil molto ben innevata sul lato in ombra; giunti al ponte non lo attraversiamo perché il versante sud è solo più a chiazze ma proseguiamo sempre sulla sponda sinistra idrografica in direzione del pozzo di ventilazione del tunnel; sfruttiamo una traccia di rientro dei freeriders i quali si fanno i canalini nord dalla Punta d’Arrondaz; ci sono anche i segni di ciaspolatori sulla traccia che salendo diventa sempre più stretta. I due compagni cominciano ad avere dubbi sulla gita facile .
Individuato un passaggio agevole sul rio, lo guadiamo ed iniziamo a salire nella pineta sull’altra sponda ed in breve giungiamo in terreno aperto dal quale appaiono ben evidenti i soprastanti pendii alquanto sostenuti .
Non ci resta che salire; la neve è sicura, bella dura, la temperatura ottima.
Mando avanti gli scolaretti muniti di coltelli a scandire il ritmo ; la salita procede bene; in vista del piccolo ricovero La Combaz mi accorgo che siamo già un pò alti ed occorre fare un traverso su un pendio bello ripido ed è lì che invento una nuova professione: Psicoguardrailamovibile .
Attraversiamo il pendio allineati sulla verticale del versante; loro di sopra sono tranquilli tanto di sotto ci sono io ; se accelero e lascio sotto di loro il vuoto, mi richiamano subito all’ordine .
Passata la tensione ritorniamo su terreno più facile fino ad una spessa cornice che da su una gorgia già piena di accumuli di valanga che bisogna attraversare ; a piedi scendiamo il muro e la scarpata sottostante ed attraversiamo la valanga.
Rimessi gli sci inizia la salita su splendidi pendii notevolmente sostenuti fatti quasi tutti con l’ausilio della tecnica del Psicoguardrailamovibile.
Al passaggio ripido sotto l’insellatura del masso isolato ci sono già due francesi che scendono (le uniche persone incontrate); è un firn ancora un po’ duro ma se la stanno godendo .
Per noi ci vuole ancora un bel pò; valicato il colletto appare in fondo a sinistra la Belle Plinier; percorriamo la dorsale; gli scolaretti si fermano al Passage du Vallon ; io vado in vetta, scatto foto al circondario di vette e scendo a recuperarli.
Inizia la splendida discesa ; la neve già un po’ rinvenuta in superficie allenta la tensione sul ripido e gli scolaretti mi seguono diligentemente fino al ruscello.
Nei pressi del guado sono alquanto stanchi ; con gli sci taglio a fette un’alta muraglia di neve per creare una rampa che compatto bene per agevolare la risalita alla sponda dove c’è la traccia pistata.
Raccomando agli scolaretti che appena hanno attraversato il ruscello mettano subito gli sci per salire la rampa che gli ho costruito ma loro, da scolari disubbidienti , si avviano a salire la rampa a piedi .
Risultato: sprofondano entrambi fino all’inguine nel vuoto adiacente alla sponda .
Io a distanza attendo ma nonostante il loro gesticolare non li vedo uscire; ritorno verso di loro, sono alquanto affaticati, alternano imprecazioni con risate liberatorie ; lavoro notevolmente di pala e finalmente consento loro di riprendere la facile discesa fino all’auto .

Al table d’hotes Relais de la Diligence di Bramans che è una struttura veramente gradevole, frutto di un accurato recupero di un antico posto tappa fatto edificare da Napoleone, viene totalmente ristabilita la condizione psicofisica (doccia, terrazza panoramica, aperitivo con tagliere di salumi e formaggi, cena sontuosa, camere splendide e molto confortevoli).
Altro che rifugio!

Domenica 27, dopo abbondante colazione che ci siamo preparati in una cucina fornita di ogni ben di Dio, siamo saliti al piazzale sopra la Chapelle de Saint Pierre d’Extravache, direzione Vallon de Bramanette.
Dal piazzale dove inizia la neve un giovane francese (l’unica persona incontrata) ci saluta e parte di corsa ; il primo tratto è una pista in piano per una ventina di minuti poi si sale sempre su una pista in una splendida foresta molto ben curata, valicata una dorsale si entra nel vallone di Bramanette, passiamo al rifugio omonimo che è ancora in ombra e saliamo sul facile terreno con l’obiettivo di raggiungere il Colle Bramanette.
Gli scolaretti sentono ancora la fatica di ieri ; a metà vallone consiglio loro di prendere il sole e mi dirigo tutto solo verso gli invitanti pendii della Pointe du Clôt m. 2.941.
Sono 500 metri di un pendio perfetto con una discreta pendenza con un’impennata nel tratto finale.
La discesa è di quelle da ricordare; solo sulla stradina nella pineta la neve cominciava a mollare un pò.

Un grazie ad Irene e Pierin per il loro impegno in queste due splendide giornate di sci in totale solitudine.

Le foto nei due album:

Belle Plinier da Valfrejus
Pointe du Clôt dal Bramanette





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