Lourousa:'il canale','le couloir'

Data 26/04/2008 | Categoria: Sci ripido

Trasformare in parole le emozioni è compito dei grandi poeti o dei grandi autori di canzoni,per i comuni mortali il rischio è di essere prolissi e retorici.L'immediatezza della poesia, dove :tac! e sei immerso in un emozione che è già tua,pensiamo ad Ungaretti:'Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie'.
Quanta precarietà,quanto senso del fragile in questa breve poesia che racchiude in poche parole :l' angoscia e la precarietà, che accompagnano i soldati al fronte nemico.
Trasferire a voi l'emozione della discesa 'del Lourousa'senza annoiarvi o essere appunto retorico è ben difficile.
Ognuno di noi ha dei miti,dei riferimenti che riempiono l'immaginazione,si amplificano,vanno al dilà del loro reale valore .
Il Lourousa per me è questo,sin da ragazzino,villeggiante nelle valli cuneesi,l'escursione al rif.Morelli,a vedere il Lourousa, era una costante estiva.I racconti epici,il periodo storico dove per essere alpinisti,dovevi essere del Cai,avere i pantaloni alla zuava,la corda e gli scarponi di cuoio,tracciava tra me ed il Lourousa un solco sempre più profondo.Con il passar del tempo e dell'età l'alpinismo e lo sci divennero una passione sempre più forte,la valle Gesso era meta di scalate con quella che poi sarebbe diventata mia moglie,di epiche traversate a piedi,in bici, con gli sci.Ma lui,il Lourousa era sempre lì,non osavo avvicinarmi,anzi continuavo ad osservarlo da lontano,dal Lagarot,quasi ad impormi quel timore revenziale che la prospettiva che si apre dal pianetto impone,magari dalle lapidi poste su quello storico masso.Questo mio timore mi rendeva paranoico,al punto che giunsi a fare una cosa di cui mi vergogno tantissimo e di cui oggi faccio ammissione ed ammenda pubblicamente.Dovendo presentare un curriculum alpinistico,inserii la salita al Lourousa,.Non potevo non considerarlo mio patrimonio alpinistico,era troppo parte della mia formazione,non quella pratica,ma sicuramente quella emozionale.
La prima vera salita avverrà ovviamente molto tardi,complice Miki Borgogno,che sarà anche compagno di un'altra importante salita,quella al monte Bianco.Non avevamo pantaloni alla zuava,la corda rimase nello zaino e finalmente da sotto la prospettiva cambiò.
Come nelle migliori tradizioni,il mito perse un po di valore,si lasciò vincere senza opporre resistenza e alle sette del mattino di un 2 giugno,sbucai sul colletto e mi sentii molto bene,la salita entrava realmente nel mio curriculum.Scendendo,e forse fu più rischioso del salire,dissi a Miki che sarei tornato per con gli sci,ma senza ossessione,non avrei più barato con il 'canalun'.
Il resto è storia recentissima,lascio ad Enrico la narrazione più tecnica,lui da buon ingegnere sa essere pragmatico e celare le emozioni,ma ieri sia lui che Marilena avevano un sorriso a 36 denti,una tappa fondamentale nell'esperienza dello sci di canale per entrambi,ma anche per Giorgio che con il surf,ricalca le gesta del buon Pierricardo,dedicandolgi la discesa.Anche per Costanzo che a 56 anni lo traccia tutto in salita e lo scende per la seconda volta.
Per me un gusto amarognolo,troppo stanco dei 1900 metri di dislivello in salita per sciarlo bene,come avrei voluto e poi come in tutte le storie che si rispettino:al mito viene concesso un tributo: a 100 metri dalla macchina,mentre scendevo a piedi,mi insaccavo con in ginocchio sinistro,quello operato,in una buchetta.Dolore lancinante,pensavo di averlo nuovamente distrutto,cadendoci sopra con il mio peso,più lo zaino e gli sci.La dolce Marilena mi curava e con impacchi di neve,bloccava l'ematoma.Probabile forte distorsione,da verificare con risonanza magnetica.Ma il dopo Lourousa è stato anche una mangiata in compagnia,rallegrata dalla presenza di un altro mito,in incognito,delle valli cuneesi,anche lui reduce da un infortunio ben più grave.L'ultimo ricordo è la gioia che sprizzavano gli occhi di Marilena,anche per lei un momento magico,aspettato tenuto e sognato per tanti anni.La sua discesa è stata una prova di grande maturità sciistica,un piacere per tutti noi che l' abbiamo vista scendere per prima con volontà e decisione:la regina del Lourousa.

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