Il lungo viaggio sulla ovest del Boucher

Data 18/02/2008 | Categoria: Sci ripido

Un grande viaggio, un grande culo!
Questa potrebbe essere la definizione per questa ennesima avventura sul ripido.

Faccio una premessa: qualsiasi cosa scriverà o commenterà il Cardonatti non dovrete prenderla troppo sul serio....ieri era sotto l'influsso di sostanze allucinogene di non ben precisata provenienza e non sappiamo bene quando l'effetto svanirà!
Io sono stato delegato dal 'guru' (e viene chiamato guru non per nulla) di scrivere la vera relazione della grandiosa giornata.

Tutto inizia la settimana scorsa quando passando sui tornanti di Claviere binocoliamo la parete ovest del Roc del Boucher...sembra in buone condizioni...magari per il prossimo fine settimana...
La settimana passa e io spero che i soci si siano dimenticati della cosa....sabato sera sento Enzo mi propone la Punta Nera....ok....ma poco dopo con una nuova chiamata mi dice: 'uhm...a sud c'è crosta...andiamo a ovest...proviamo il Boucher?'
Io ormai rassegnato al solito culo accetto e devo dire che essere il probabile primo ripetitore di questa via (prima discesa: F.Negri,U.Pognante,M.Pitet 11/5/1986 ) mi entusiasma!
Anche Enzo 'guru' Ala si unisce e allegramente iniziamo questo nuovo 'viaggio'.
Da Thures fino al ponte sul rio del Musaia (1950m circa) seguiamo la luuunga strada poi iniziamo la vera risalita.
Nella prima parte la difficoltà principale sono la vegetazione assai fitta e la gorgia del torrente che obbliga a fastidiosi ravanamenti ...ma usciti dal bosco si entra nella comba superiore da dove la parete ovest appare in tutta la sua imponenza.
Giunti sotto la barra rocciosa che interrompe bruscamente la parete superiore togliamo gli sci e valutiamo il punto migliore per superarla.
Tutto attorno l'ambiente è grandioso, sulla destra il cascatone del Boucher a sinistra goulotte e stalattiti di ghiaccio.
Visto da sotto l'unico passaggio sembra una ripidissima rampa contro la parete destra (le foto putroppo non rendono l'idea)....andiamo a vedere.
Giunti sotto il gioco si fa duro, e in questi casi (...ma solo in questi ...) il Cardonatti prende il comando e con non pochi ravanamenti tra ghiaccio, roccia e neve supera il passo chiave e risale la rampa.
Sicuramente scriverà che non era poi così complessa...ma assicuro che si tratta di una fetta di neve larga 3 metri a 50/55° in contropendenza con ghiaccio e sotto il baratro!
Io e il 'guru' ci guardiamo un pò preoccupati, forzando il passo magari si passa ma poi chi è che scende da lì...anche a piedi con una picca sola e senza corda?
A me le cose non quadrano...questo non è un 4.3 e io non sono Pierre Tardivel, ci deve essere un altro passaggio.
Mi accordo con il guru che io scendo, lui sale ma se non ci reincontriamo sopra scenderà dalla normale.
Scendo delicatamente di 30 metri circa e mi porto sulla sinistra per esplorare una esposta e stretta cengia nevosa, non particolarmente ripida ma con l'uscita nascosa.
Con tutte le cautele del caso inizio la risalita e man mano che salgo il passaggio sembra uscire sul pendio superiore. Ancora qualche metro e sono fuori, sul comodo pendio.
Grande! La discesa è salva anche con gli sci ai piedi...
Raggiungo i soci poco più alti che 'gentilmente' mi attendono per battere traccia.
Da qui in su è un mix tra sofferenza ed entusiamo....la neve non porta, ad ogni passo si sprofonda fino alle ginocchia, spesso non c'è fondo e i ramponi stridono sulle rocce sottostanti . Per contro man mano che si sale l'ambiente è sempre più grandioso ...la parete ricorda molto quella del Niblè...pendii sospesi, canali, salti...
La vetta è sempre lì ma non arriva mai, ci voglio quasi 7 ore per uscire in vetta!
Poi finalmente la croce della cima, il meteo è ottimo e il panorama sconfinato.
In punta 3 scialpinisti saliti dalla normale (e un simpatico cagnolino) che in breve iniziano la discesa.
La tentazione di seguirli lungo i bei pendii della via classica è forte, ma la nostra opera è solo a metà!
Il 'guru' è assai perplesso, la neve non lo convince e la stanchezza è molta, al contrario il Cardonatti è più caldo di un boiler (ricordo le sostanza non ben precisate)....di scendere dalla normale non se ne parla!
Anche a me la discesa inquieta ma considerato che da lì non salirò mai più (...almeno credo ...), l'idea di bruciare la discesa è un vero peccato.
Così raccolgo tutta la concentrazione e le energie e decido di scendere con Enzo....a questo punto anche il guru si adegua.
Dopo le prime timide curve l'entusiamo per la scelta fatta sale....la neve è moooolto meglio del previsto, un pò pesante ma sicura e ben sciabile. Il guru (in discesa detto anche il 'bonificatore' ) prende il comando e maestralmente apre la via, il Cardonatti sotto l'influsso delle sostanze salta come un grillo e pensa di saltare anche le barre rocciose ma riusciamo a convincerlo che non è Jimmy Pierre.
Fino alla barra rocciosa del passaggio chiave la discesa è entusiasmante, pendii sospesi sui 40° e canaletti di raccordo sui 45°....grande soddisfazione!
Giunti alla strettoia tutti optano per il mio passaggio (esposto ma discretamente comodo)....solo il Cardonatti si lamenta che non ha potuto scendere la rampa di salita!
Siamo sopra l'ultimo salto che ci separa dal vallone sottostante...sulla destra la nostra via di salita che però obbliga a togliere gli sci, sulla sinistra una micidiale cengia espostissima che arriva fino alla base del cascatone.
Da dove si passa? Che domande: dalla cengia.
Il traverso è lunghissimo, ripidissimo, strettissimo ed espostissimo....per i miei gusti bruttissimo!
In un paio di punti mi sento di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato....poi mi sovviene in mente la telefonata di qualche ora prima con Emilio che stava pennellando nella farina del Terra Nera, che mi disse...'hai voluto la bicicletta e adesso pedali!'.
E così stringendo i denti e anche qualcos'altro procedo con estrema cautela...con alle spalle un Cardonatti euforico che per rilassarli mi dice....'che figo questo è almeno un E4'!
Poi finalmente la base della cascata e la salvezza.
Il vallone è inondato da un caldo sole, il rientro è ancora lungo ma ormai la parete ovest del Boucher è alle nostre spalle.
Tra i soci grande soddisfazione...anche il perplesso guru è ora molto soddisfatto!

Un grazie ai soci di questo viaggio e un saluto al mito Federico autore di questa grandiosa via.


Data: 17 Febbraio 2008
Quota max: 3285 m
Partenza da: Thures
Quota partenza: 1630 m
Dislivello: 1750 m
Zona: Alta Valle di Susa
Difficoltà: 4.3/E4

Album Foto
Tracciato GPS
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