Anello del Bric Boscasso e Rocca La Verde, da Chialvetta

Data 02/09/2021 | Categoria: Escursionismo

Ripetere escursioni precedentemente effettuate, a volte potrebbe sottintendere scarsità di idee: non è così per la Compagnia dell'Anello, che ha nella propria faretra ancora numerose nuove frecce da scoccare, ma si ripropone questa settimana di ripetere in versione estiva una gita svolta alcuni anni fa in veste invernale con le racchette da neve (ciastre nell'idioma del Nordovest, ciaspole per il Nordest), con la variante di tracciare il classico anello, anche se solamente nella parte medio-bassa del percorso.
La cima da raggiungere sarà il Bric Boscasso che, combinazione vuole, è stata scelta dal nostro gruppo come foto-emblema, apposta come simbolo sul logo dell'allora costituita Compagnia dell'Anello.
Percorriamo in auto la Valle Maira fino all'abitato di Acceglio, all'inizio del quale, sulla sinistra, si origina la stradina asfaltata che s'inoltra nel Vallone dell'Unerzio, fino a giungere nell'ampio parcheggio ubicato a valle della deliziosa borgata di Chialvetta m 1495 s.l.m., ove spegniamo i motori.
Attraversato l'abitato, costituito da bellissime case saggiamente ristrutturate, rispettando rigorosamente l'antica architettura, ulteriormente ingentilite da stupende fioriture stile Alto Adige, costeggiata la magnifica chiesa con annesso campanile, ha inizio un sentiero-mulattiera che s'inerpica con modesta pendenza nel prosieguo del Vallone anzi menzionato, fino a raggiungere l'abitato di Pratorotondo m 1629; appena prima di entrare nella vetusta borgata, sulla sinistra, si scavalca l'esiguo corso d'acqua tramite un ponticello in legno, e si prosegue per un breve tratto verso la testata del vallone, direzione Sud, attraversando alcuni terreni terrazzati, attualmente adibiti a prato-pascolo con l'inserimento di alberature (soprattutto aceri di monte), sicuramente in passato coltivati per la produzione di patate e segale, tipiche colture praticate a queste quote dai nostri predecessori. Lo dimostra lo spietramento minuziosamente effettuato dalla gente che qui viveva stabilmente: le pietre venivano ammucchiate, presumibilmente in coincidenza di confini tra le varie proprietà, ovvero utilizzate (come nella fattispecie) per la costruzione di pseudo muretti a secco lungo sentieri e mulattiere, ormai quasi impraticabili perché invase dalla vegetazione arborea ed arbustiva.
Noi seguiamo il percorso della mulattiera principale fino al margine del lariceto, ove ha inizio la salita vera e propria; si sale ora verso sinistra, direzione Est, seguendo labili tracce, più di animali che di persone, inerpicandosi dentro l'ampia Comba Boscasso, fino a raggiungere la nuovissima Capanna Boscasso m 2078, recentemente costruita sulle rovine delle Grange Boscasso: il piccolo ricovero, ancora in fase di ultimazione, interamente costruito in legno (con canna fumaria in acciaio inox e dotato di pannello solare), è ancorato al terreno mediante appoggio sulle vecchie ma solide travature recuperate dai tetti delle antiche grange, molto probabilmente demolite da una valanga.
Dopo una breve colazione, proseguiamo sempre seguendo tracce, ora più consistenti, fino al termine del lariceto, ove si apre una vasta conca pascoliva denominata Scolaveia, con numerose vacche incuriosite al nostro passaggio; raggiunto l'ampio crestone divisorio tra i Valloni dell'Unerzio e del Preit, percorrendo gli ultimi metri lungo una crestina esposta, si arriva a toccare la croce in legno posizionata sulla vetta del Bric Boscasso m 2589. Purtroppo la giornata nebbiosa non ci permette di godere dei soliti panorami alpini, se non verso il basso, ove si intravede un pallido sole.
Scattate le fotografie, singole e di gruppo, decidiamo di recarci (a fare indulgenza plenaria, dice Angelo!?!) alla vicina Rocca la Verde m 2540, percorrendo in discesa il breve crestone NE; qui giunti, ci concediamo la meritata pausa pranzo.
Per il ritorno, giunti a monte della già menzionata Capanna Boscasso, seguendo delle tracce attraversanti pascoli, macereti e tratti boscati, e contornanti le quote m 2229 e m 2047, arriviamo ad incrociare il sentiero P.O. (Percorso Occitano) che scende dal Colle Soleglio Bue (meglio utilizzare l'originaria denominazione Souleiàdou), più o meno nei pressi delle Grange Ussiera m 1818, per poi ricollegarsi al parcheggio di Chialvetta e chiudere l'ennesimo anello.
Note di toponomastica:
Unerzio, localmente Valoun Unèrsi (detto anche Vallone di Onèrzio nella parte bassa): Unèrsi, italianizzato in Unerzio, pare risalire all'antico 'sfruttamento comunitario' del territorio. Se invece il toponimo derivasse da Unìvers, antica denominazione del vallone, potrebbe invece porsi in riferimento all'orientamento del vallone, volto a nord (provenzale Invers).
Chialvetta, localmente Ruà Chalvèto o Quiarvèto: il toponimo, dal provenzale Cleivetta, corrisponde a 'luogo chiuso tra alte montagne'.
Pratorotondo, localmente Pràrioundu: Pratorotondo è un 'prato a forma circolare';
Boscasso (Bric), localmente Bric Bouscas: Boscasso, forma maggiorativa e italianizzata di Bosc 'grande bosco'.
Verde (Rocca la): la lichenatura che copre la 'rocca' è qui alla base del toponimo.
Preit, localmente Ruà lou Prèit: Prèit (l'antica Practo) etimologicamente si affianca al toponimo Preinardo 'luogo prativo'.
Soleglio Bue, localmente Col Souleiàdou: distorsione italianizzata della voce locale Souleiàdou 'luogo esposto a mezzogiorno, soleggiato'.
Ussiera, Grange: Ussiera, come Ussa e Ussolo, condivide il significato di 'luogo elevato'.

Escursione effettuata il 2 Settembre 2021
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio e Franco G
Località di partenza: Chialvetta 1495m
Punto più elevato raggiunto: Bric Boscasso 2589m
Dislivello cumulato in ascesa: 1155m
Sviluppo complessivo del percorso: 11,7 km
Tempo in movimento: 4h 45'
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
trailer


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