Salita alla Rocca e alla Guglia di San Bernolfo

Data 20/08/2020 | Categoria: Escursionismo

Le cime nel nostro mirino odierno sono la Rocca di San Bernolfo con la vicina Guglia, nel vallone dei Bagni in valle Stura.
Compagnia dell’Anello non al completo ma, a parziale integrazione degli assenti, abbiamo l’aggiunta dell’editore della nostra prima opera libraria, Alessandro Dutto di arabAFenice, che avendo molto apprezzato -dice lui- il risultato della Compagnia (Facili escursioni sulle Alpi occidentali – volume primo e secondo), ha voluto provare dal vivo una nostra escursione.
Stranamente i punti di partenza oggi sono così diversificati che alla fine ci ritroviamo tutti solo a Vinadio. Di lì proseguiamo fino a San Bernolfo (1670 m), ove è il punto di partenza, presso il parcheggio alla base del bel villaggio montano.
Attraversato il ponte sul rio Corborant, si percorre l’ex rotabile militare chiusa al traffico che dopo poco s’inoltra nella pineta, ove riceve a sinistra il tronco proveniente da Callieri, poi accentua la salita con numerosi tornanti fino al Rifugio del Laus De Alexandris - Foches (1910 m).
Si prosegue per pochi minuti verso il Colletto del Laus (1927 m) da cui si domina il sottostante lago di San Bernolfo. Poco prima del colletto, sulla destra (palina) s'inerpica la bella mulattiera per la Rocca di San Bernolfo che presto si addentra in un piacevole pendio con piccole radure che si aprono in mezzo al luminoso lariceto. Qua e là si può anche godere dall’alto della splendida vista sul lago di San Bernolfo, sfavillante sotto i raggi di un luminoso sole d’agosto.
Superato il costone, mai troppo ripido, si giunge sul pianoro alla base del circo glaciale compreso tra la Rocca di San Bernolfo a sinistra e la Guglia a destra, le cime verso cui ci stiamo dirigendo e di cui incominciamo ad intravedere la bianca croce della Rocca.
Nel fresco mattino ormai quasi settembrino le creste si stagliano nitide sul fondo azzurro del cielo. In alto il sentiero si innalza al dritto per raggiungere, dopo gli ultimi tornantini sorretti da bei muretti a secco, uno stretto intaglio a circa 2555 m sulla cresta tra le due cime.
Proseguendo a destra (cartello Croce Magnificat) in pochi minuti si è sull’aerea cima della Guglia di San Bernolfo (2600 m), raggiungibile su un’esile traccia prima su crestina pianeggiante poi, negli ultimi metri, su ripide balze erbose. Foto di rito, mentre due giovani atlete risalgono quasi di corsa fino alla vetta, ed a loro cediamo il posto dandoci un arrivederci alla prossima cima.
Ridiscendiamo al colletto per proseguire subito verso la Rocca: caliamo per poco sul versante opposto, risaliamo poi verso sinistra, seguendo la traccia e i costanti segni di vernice su roccette e tratti erbosi della ripida dorsale che ci porterà alla croce di vetta della Rocca di San Bernolfo (2681 m).
Foto di rito ora anche con le ammirate fanciulle, veloci nel giungere in cima e con l’editore lievemente apnoico, ma soddisfatto per le prime cime raggiunte (non più sulla carta, ma sul campo) e gradevolissima sosta ristoratrice per tutti.
Questa volta però invece dell’anello in discesa, perché al rifugio la polenta non si sfreddi, decidiamo di tornare sullo stesso percorso di salita, senza anello, per arrivare nei tempi giusti.
Finalmente ben rientrati al Rifugio, poiché c’era da festeggiare un compleanno, abbiamo ben mangiato (e ben bevuto a carico del responsabile del 20 agosto), ma ci è stato purtroppo impossibile godere del supporto editoriale, che abbiamo quindi lasciato ad una prossima occasione…

Note Toponomastiche
San Bernolfo (villaggio, Rocca): localmente detto Sabarnoùi, è un agionimo. Poco si sa di questo santo, se non che tra i vescovi della diocesi di Asti vi fu un martire di questo nome, ucciso dai saraceni nel corso di una delle scorrerie avvenute in Piemonte nel corso del IX-X secolo. San Bernolfo è oggetto di particolare devozione a Mondovì, ove esiste una cappella a suo nome, che la leggenda vuole sia sorta alla sua morte come tomba. Come questo culto sia poi giunto fino in alta valle Stura è del tutto ignoto.
De Alexandris - Foches (Rifugio del Laus): proprietà del CAI Savona, è intitolato agli alpinisti Luigi De Alexandris e Giovanni Foches, morti negli anni ’50 del secolo scorso. Laus è sinonimo di “lago” in occitano.
Corborant (rio, cima): l’oronimo, da cui il nome del rio, deriverebbe da una radice prelatina cor/car significante “roccia, altezza” e da un suffisso occitano aut per “alto, elevato”, poi corrotto in corborant, interpretabile come “alto monte roccioso”.

Escursione effettuata il 20 Agosto 2020
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Franco, Gianni e Osvaldo con la gradita partecipazione di Alessandro Dutto
Località di partenza: San Bernolfo 1670m
Punto più elevato raggiunto: Rocca di San Bernolfo 2681m
Dislivello cumulato in ascesa: 1262m
Sviluppo complessivo del percorso: 13,1 km
Tempo in movimento: 4h 15'
Difficoltà:E (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
Tracciato gps
trailer


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