Argentera, sperone W-via Campia. (ferragosto 1987)

Data 06/08/2020 | Categoria: Come eravamo

Secondo alcuni le montagne sono solo pietre, pezzi di roccia inerti ed inutili. Concordo, la descrizione è un po’ generica topograficamente, ma geologicamente non fa una piega. Però le montagne hanno anche il potere di farti capire quanto tu sia piccolo, appena una pulce (al massimo un pulcino) nella natura al loro confronto e non più di una scoreggia nell'universo in espansione. Pur silenziose ti raccontano che erano già li da un sacco di tempo quando noi abbiamo iniziato a tirarci addosso le pietre e poi a spararci e che saranno ancora li quando avremo lasciato il pianeta a zecche e virus. Già, il tempo, questa entità relativa e misteriosa! I fisici, che nessuno capisce tranne gli altri fisici e per questo hanno sempre ragione, in ogni caso troppo intelligenti per me per comprendere i loro ragionamenti su materia, antimateria, quanti e assioni, ritengono che il tempo, in certe condizioni (grandezze atomiche o subatomiche) e in un numero di eventi statisticamente irrilevante (??), debba ritenersi reversibile. Secondo loro quindi non si può escludere, su un piano puramente teorico -ma del tutto realistico e persino sperimentato nell’infinitamente piccolo!- che la freccia del tempo possa andare dal futuro al passato. Cioè potresti, se non ho capito male, tornare indietro. Beh, sarà così (e sarebbe pure fantastico, a patto di poter decidere dove fermarsi!) ma io, se penso, tanto per fare un esempio a caso, al 16 agosto 1987, non riesco proprio ad immaginare di andare indietro dalle ore 14.00 alle ore 6.00 di quel giorno! Cioè a riavvolgere il nastro della vita a partire dalla vetta dell'Argentera, dove ci siamo fatti scattare una foto ricordo (ante selfie) appoggiati alla croce di ferro e da lì scendere giù a ritroso, fino alla base, lungo la costola di roccia e poi traversare (sempre all’indietro come i gamberi beninteso) il canale franoso a destra del rifugio Bolzano. Solo Cesare maestri ogni tanto arrampicava in discesa slegato, tanto per sfottere i colleghi guide alpine, ma era un'eccezione. No, posso solo ripensare quelle ore scorrere nella loro direzione originaria, dal basso verso l'alto, passo dopo passo, dal rifugio fino alla croce della cima, cioè nel verso unico che ci è concesso dal secondo principio della termodinamica, sempre lui. E poi, andare all'indietro avrebbe conseguenze poco credibili e impraticabili per l'uomo anche dal punto di vista del buon senso, ad esempio uno si troverebbe ad essere sudato fradicio e affaticato all'inizio anziché alla fine della salita, festeggerebbe il successo prima ancora d’essere partito e persino, una volta morto in caso di caduta, risorgerebbe. Per fortuna oltre ai fisici, che vanno sempre a cercare il pelo nell’uovo con formule incomprensibili, ci sono anche gli artisti, i quali, ignoranti e approssimati come la maggior parte dei comuni mortali, ci rassicurano con la loro umanità e a volte riescono a vedere cose che ai fisici sfuggono. Riguardo alle elucubrazioni sul tempo ad es., trovo più convincente ed illuminante il pensiero di Jane Austen, la quale diceva che a parer suo l’andare con la memoria al passato non è spreco di tempo, anzi è l’unico modo per arricchire la nostra esperienza, perché nel momento esatto in cui facciamo qualcosa, molti particolari ed emozioni ci sfuggono, già presi dall’attimo successivo e l’attimo è troppo breve per esserne pienamente consapevoli. In altre parole se esistesse solo il presente non ci sarebbe alcuna possibilità di esperienza. E poi, se siamo dotati di capacità di ricordare e di rivivere il passato, un motivo ci sarà.
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