Un anello per il Poggio Pini da S. Germano Chisone

Data 10/12/2019 | Categoria: Escursionismo

Un anello per il Poggio Pini da S. Germano Chisone

Località di partenza: Bivio per la borgata Rua e altre sulla strada che da S. Germano Chisone sale nel vallone di Pramollo mt. 560
Dislivello complessivo: mt. 800
Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Il Poggio Pini è il primo rilievo dell’esteso crinale separante la valle del Chisone dal vallone di Pramollo. La salita alla vetta partendo dalle borgate di poco a monte di G. Germano Chisone è ripida e diretta dovendo affrontare nell’ascesa poco più di settecento metri di dislivello, mentre la via più breve per arrivarci parte dalla borgata Ribetti una volta giunti a Ruata centro principale dell’alto vallone di Pramollo.
Questa escursione, da farsi preferibilmente dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve sui soleggiati pendii che si percorrono, affronta in ascesa e nel discendere sentieri abbandonati da tempo subito intuendo, per come appaiono, quanto oggi siano poco frequentati dato che la strada, oramai giungendo dappertutto, li ha resi inservibili. Sebbene siano sempre ben segnati con vari colori, sommariamente segnalati, questi sentieri meriterebbero interventi migliorativi snodandosi il percorso spesso tra alberi e rami caduti e tra i rovi che invadono la traccia specie nella parte bassa del percorso. In ascesa a tratti di spostamento quasi in piano se ne alternano altri assai ripidi da percorrere, cosa che rende la salita faticosa e stancante.
Il panorama che si gode dal Poggio Pini, meglio da un vicino più aperto poggio, si estende ampissima su tutta la bassa e la media valle del Chisone, sui monti e sulle borgate di fondovalle e su quelle sparse sui soleggiati pendii.

Giunti alla rotonda che immette all’abitato di S. Germano, all’inizio della valle del Chisone, si lascia la statale e superato il torrente la strada si addentra all’interno delle case per poi fare inversione poco fuori sempre proseguendo in direzione di Pramollo. Di poco più avanti, nel punto in cui si trova l’indicazione per le salire alle borgate Rua, Gianassoni e altre, si può lasciare l’auto nell’ampio parcheggio sulla destra a margine della strada che sale.
Percorso un primo tratto di strada, ignorato il bivio per Gianassoni, fatta la svolta con ripido tratto subito si raggiungono le poche case di Rua dove parte il sentiero che porta al Poggio Pini identificato all’inizio da alcuni gradini in cemento. Poco più sopra si prende a destra come suggerito da frecce gialle dipinte sul muraglione di un terrazzamento e più avanti appare un primo segno biancorosso sul muro di una abitazione. Salendo in breve si raggiungono le case di Grisse dove inizia il tratto di sentiero che sale alla borgata Briere. Costeggiando un rigagnolo una selciata traccia sale ripida nel bosco chiusa dai soliti muretti pervenendo alla sommità alle case di Briere e poi alla fontana datata 1914. Questa borgata è raggiunta dalla strada che sale da fondovalle e si potrebbe direttamente raggiungere con l’auto abbreviando un poco il percorso. Sulla destra della fontana riprende il sentiero per il Poggio Pini snodandosi il percorso tra i muretti di lato dove è assai fastidiosa la presenza di rovi che ostacolano il cammino, più su per rami e alberi messi di traverso. Continuando si esce su uno stradello bitumato, una prima pista forestale. Questo punto è da memorizzare perché di qui si passerà tornando. Fatta la svolta riprende il segnato sentiero che più sopra raggiunge un rudere, Case Peui, dove oltre una seconda pista forestale ci si rimette nel bosco, ancora uscendo più sopra su una terza ampia traccia. Prendendo a sinistra se ne percorre un breve tratto sino a due slanciati abeti posti a margine. Oltre la svolta che segue riparte il sentiero evidenziato in questo punto dal numero 9 su sfondo giallo. Salendo si perviene ad una rocciosa dorsale separante la valle principale dal vallone di Pramollo che essendo impraticabile la traccia supera con brevi traversi di spostamento alternati ad altri dove di lato si sale. E’ questo il tratto più faticoso dell’intero percorso poiché la traccia, a volte poco visibile, fortunatamente segnata, affronta un ripido pendio scivoloso ammantato di foglie secche. Tornati sul crinale si riprende a salire finalmente raggiungendo delle indicazioni al colletto in cui il sentiero CM9 percorso si immette sul sentiero SV300 che sale da Pra Punsun. L’interminabile tratto che segue, quasi tutto in pineta, dove a lunghi tratti pianeggianti se ne alternano altri dove si sale sempre di poco, porta ai ruderi delle Case Pini dove si riprende nuovamente a salire. Fatta la svolta più sopra si ritorna sul crinale, alla Sea, presso una modesta area di sosta, dove parte il piacevolissimo tratto piano che traversando lungamente nella pineta conduce al Poggio Pini mt. 1231.
2 ore e 30 minuti c.ca dalla partenza.
Questo rilievo non è particolarmente panoramico, pertanto conviene, tornati all’area di sosta, seguire l’indicazione per l’antro del Tuno Griotto raggiungendo così in breve un successivo più aperto poggio, mt. 1283, punto più elevato del percorso, assai panoramico, dove la vista s’apre ampissima sui monti e sulla bassa e media valle del Chisone. Tornati nuovamente all’area di sosta, ignorata la traccia a monte che porta al colle Laz Arà, si prende quella che passa rasente Casa Sea, lungamente pianeggiante, che piacevolmente si introduce nel vallone di Pramollo. Alla palina che segue si prosegue in piano subito raggiungendo le poche case di Ribetti dove si può far provvista d’acqua, la prima dopo Briere. Scesi per strada alla ristrutturante borgata Ervuar sorpassata a monte, ai ruderi dell’ultima casa parte il sentiero che lungamente percorso terminerà alla borgata Minusani, quasi a fondovalle. Il sentiero, che porta il nome della borgata, s’abbassa da subito ripido con una serie di svolte su un boscoso pendio uscendo più sotto su una pista forestale che si percorre per poco verso valle. Al primo rio la si abbandona per l’evidente, segnata traccia che si diparte sulla destra appena superato il corso d’acqua. Quello che ora si percorrerà è certamente il tratto più interessante dell’intero anello. La traccia, per lunghi tratti selciata, interminabile ma assai piacevole da percorrere, traversa lungamente nel bosco misto di pini, roveri e castagni, rasentando lungamente terrazzamenti abbandonati da tempo che la dicono lunga sulla tenacia e sull’attaccamento a questi monti della gente che abitava questi luoghi. Incontrando e costeggiando per via piccoli corsi d’acqua e abbandonati insediamenti, alternando a lunghi tratti dove si scende con gradualità altri quasi in piano, fatta per via qualche svolta che mitiga la discesa, ammirando l’ingegno e la passione di chi ha realizzato questo manufatto, via via si scende e sempre traversando si giunge in vista di sottostanti case terminando la traccia sulla strada per la borgata Minusani che si percorre per un tratto verso valle. Alla prima svolta, dove si trova l’indicazione per la fontana Sarazina, la si abbandona per la pista forestale che in leggera ascesa si porta in direzione della valletta discendente dalla vetta del Poggio Pini. Superato il rio si prosegue per un breve tratto sino a che lo stradello diventa bitumato. E’ questo il punto in cui si è arrivati nel percorso d’ascesa, punto in cui anche l’anello si chiude. Prendendo a destra e lottando contro i rovi e altri ostacoli si scende in breve alla borgata Briere, più sotto a Grisse, poi a Rua dove oltre i gradini in cemento un tratto di strada porta al parcheggio a margine della strada che scende a S. Germano Chisone.
2 ore e 30 minuti c.ca dal Poggio Pini.

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