Anello del Monte Frisson

Data 12/09/2019 | Categoria: Alpinismo

Approfittando della limpida giornata quasi autunnale, la Compagnia dell'Anello decide di affrontare un lungo giro attorno al monte Frisson, comprendente la salita allo stesso, nonché il passaggio presso tutti i laghi della zona (Frisson, Oro, Alberghi e Vilazzo).
Si tratta di una ripetizione di quanto già fatto in tempi addietro allorquando, con qualche anno in meno, si era compresa nel giro pure la salita alla Rocca della Bastera.
Raggiunto l’abitato di Palanfrè (1379m), è possibile parcheggiare l’auto nell'ampio spiazzo in corrispondenza dell’ultimo tornante prima dell’ingresso in paese.
Si attraversa quindi il nucleo di case, mantenute sempre più belle e fiorite, procedendo diritti sulla strada asfaltata, che diviene in breve sterrata.
In corrispondenza del primo tornante (cartelli d’orientamento; direz.: Laghi del Frissòn) si imbocca un’ampia e curata mulattiera che si inoltra a sud in leggera discesa in un fitto bosco di faggi. Superato un piccolo rio si giunge rapidamente ai modesti edifici del Gias Piamian (1460m). e si prosegue nel Vallone degli Alberghi (o degli Albergh? v. in fondo le note toponomastiche).
Ma toponimi a parte, il Vallone degli Alberghi (o degli Albergh, scegliete voi) merita di essere visto per i bei laghi che ospita e per le montagne che lo circondano, in primis il Piccolo Cervino delle Alpi Marittime: il Monte Frisson.
La mulattiera raggiunge la base di un risalto alla testa del vallone e qui il sentiero si biforca: le continue piccole frane e il rischio di qualche pietra che potrebbe cadere dall’alto consigliano di tenere il ramo di sinistra (destra orografica), più lungo e tortuoso, ma decisamente più pittoresco con il suo serpeggiare tra i faggi. Questa recente variante si unisce nuovamente al vecchio tracciato più in quota, dove, per la prima volta, in testa alla valle, appare la suggestiva piramide rocciosa del Frissòn.
Trascurato a sinistra il bivio per il Lago degli Alberghi (sarà il punto di chiusura del nostro anello) si risale una modesta scarpata raggiungendo il Gias Vilazzo (fontana, 1823m).
Si risale con tornanti la costa erbosa a destra (sinistra orografica) del Gias raggiungendo dapprima la Fontana delle Reine (quota 1980m) e poi il bel Lago Inferiore del Frissòn (2197m).
In alto (sud), su un salto di roccia, è facilmente intuibile la piccola conca del Lago Superiore del Frissòn (2118m) e a destra il Passo della Mena (2201m), verso il quale si dirige Osvaldo per raggiungere sulla dorsale di destra la Cima della Guglielma (2228m).
Il resto della compagnia prosegue risalendo su un faticoso misto che conduce al colle erboso visibile sulla linea di cresta a destra (ovest) del Frissòn. Lungo il percorso è visibile, al centro di una conca detritica, un terzo, piccolo Lago del Frissòn, non riportato sulle mappe.
Giunti al colle, il percorso volge a sinistra (est) e risale per breve tratto il pendio erboso alla base del Frisson, per poi volgere nettamente a destra (sud) e compiere un lungo traverso rettilineo a mezzacosta. Si aggira così l'imponente mole rocciosa del monte giungendo alla base di un ripido canalino delimitato a sinistra da ripide pareti rocciose. E’ possibile seguire due itinerari, entrambi ben segnalati in minio:
A - effettuare la risalita diretta del canalino (via più diretta, con facili salti di roccia)
B - voltare a destra e risalire fino alla testa del canalino seguendo il percorso (chiaramente marcato) su tracce di sentiero in fortissima pendenza.
I due itinerari sono entrambi di breve durata e sostanzialmente equivalenti.
Giunti in testa al filo di cresta, si individua a sinistra (nord) il passaggio obbligato di una piccola forcella rocciosa contraddistinta da una catena fissa (grado I).
Superato il brevissimo salto, ci si ritrova oltre la linea di cresta su una agevole cengia da cui è immediatamente visibile il diedro di grado II attrezzato con corda fissa. Il suo superamento, soprattutto con l’ausilio della corda, non è difficile, ma la notevole esposizione del passaggio richiede calma ed estrema prudenza.
Superato il diedro, percorrendo facili cengette di misto (brevi passaggi di I°) lungo la dorsale destra (est) del Frissòn, si giunge in brevissimo tempo alla vetta del Frissòn (croce in ferro, libro di vetta, 2637 mt).
Il panorama che si gode dalla vetta è molto ampio, ivi compreso i sottostanti laghi del Frisson e degli Alberghi. A dispetto del nome di questo monte, troviamo una temperatura gradevole che permette una piacevole permanenza in vetta, ma, dopo le foto di rito, il programma che abbiamo in mente richiede di riprendere il cammino.
Ridiscendiamo con grande attenzione la cengia e il diedro fermandoci al sottostante colletto per una breve sosta ristoratrice, dopodiché Angelo rientra a Palanfrè sul percorso di salita mentre i superstiti proseguono a completare l'anello scendendo in uno stretto e ripido canalino sul lato est della cresta fino ad incrociare in fondo una traccia con tacche giallo-rosse. Seguendo questa verso destra in breve si arriva al bellissimo lago dell'Oro (2446m), un vero gioiello naturale incastonato tra le rocce e lambito da un nevaio quasi perenne.
Il ritorno avviene seguendo il lungo sentiero con tacche giallo-rosse che percorre la base della parete rocciosa delle tre cime del Monte Ciamoussè, supera, sotto la cima Sud, il Passo del Diavolo (2405 m) e raggiunge il sentiero GTA che arriva da Limonetto. Seguendo questo sentiero verso sinistra, si sale al Passo di Ciotto Mien (2274m) scendendo poi verso il lago degli Alberghi per chiudere l'anello presso il lago e Gias Vilazzo.
Note toponomastiche
Palanfrè (borgata): nome formato dal sostantivo prelatino 'pala', rupe scoscesa, che, per estensione, identifica pure i ripidi pendii erbosi ubicati ai piedi di pareti rocciose, e dalla parola latina 'fer-ferus' (provenzale feroun), luogo selvaggio, isolato.
Alberghi (lago, vallone): la denominazione originaria provenzale 'albèrgh, arbèc o albèrc', avventatamente italianizzata in Alberghi, indica le baite o i piccoli ripari in pietre a secco (gias di alta montagna), ma anche gli ultimi pascoli, i più elevati, che nulla hanno a che fare con gli alberghi!
Frisson (laghi, colle, monte): il significato va ricercato semplicemente nel nome locale 'frissoun', voce corrispondente all'antico francese 'frisson' per indicare un luogo freddo, caratteristica avvalorata dalla denominazione della valletta che la vetta rinserra a Nord-Ovest, detta appunto la Valle Fredda.
Oro (lago): non riscontrando connessione concreta con il prezioso minerale, si pensa che il nome derivi dall'aggettivo latino 'aurum', dorato, in relazione alla caratteristica colorazione dorata che, all'alba, assume il territorio circostante.
Ciamoussè (monte): localmente conosciuto come Chamoussière (dal provenzale chamous) sta ad indicare un territorio elevato e frequentato da ungulati (camosci).
Diavolo (passo del): toponimo che in certi casi caratterizza luoghi di antico culto magico-religioso; qui evidenzia invece l'asprezza del luogo.
Ciotto Miéu o Mien (monte, passo): Ciotto deriva dal provenzale 'clos, quiot' per indicare un ripiano-radura o una conca erbosa. Miéu o Mien, dal provenzale 'mian,méano', ha invece il significato di posizione mediana, centrale.

Escursione effettuata il 12 settembre 2019
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Angelo, Antonio, Franco e Osvaldo.
Luogo di partenza: Fraz. Palanfrè di Vernante 1379m
Quota massima raggiunta: Monte Frisson 2637m
Dislivello cumulato in ascesa: 1429m.
Sviluppo complessivo del percorso: 17,2 Km
Tempo in movimento: 6h 30'
Difficoltà: EE (F+ il tratto prossimo alla vetta del Frisson) vedi scala difficoltà

fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
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