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Escursionismo : Gironzolando tra le borgate di Castelmagno
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 20/05/19 15:06
Notizia riferita al: 12/05/19
Letture: 894

Castelmagno, situato in cima alla Valle Grana, nelle Alpi Cozie meridionali, in verità non esiste come paese vero e proprio. Il nome è infatti riferito all'intero territorio comunale, costituito un tempo da quindici frazioni che lo spopolamento, prodotto dalla corsa all'industrializzazione degli anni 50/60, ha ridotto a cinque costantemente abitate: Campomolino, Chiappi, Chiotti, Nerone e Colletto.
Il giro ad anello di oggi va alla scoperta di alcuni di questi antichi insediamenti montani, sulle tracce di una civiltà ormai perduta, visitando le borgate di Croce, Colletto, Narbona, Colbertrand, Batoira e Valliera, ove pare di compiere un viaggio attraverso dimensioni e uomini d'altri tempi...
Salendo in auto verso Castelmagno, 4 km dopo Pradleves, si passa sotto il paravalanghe di Cauri e, subito dopo, una palina segnaletica indica sulla destra l'attacco di un sentiero con diverse destinazioni: per la borgata Cauri, per le cime del crinale Grana-Maira e per la frazione Colletto...
Avendo da tempo l'intenzione di provare questi tracciati, oggi - temendo ancora troppa neve in quota - è stata la volta buona per testare, insieme a mia moglie Maria Teresa, il tratto che da qui, costeggiando il fondovalle del torrente Grana, raggiunge Colletto.
Parcheggiata l'auto nello spiazzo a sinistra della strada dopo il paravalanghe abbiamo imboccato di buona lena il sentiero. Attenzione, non bisogna lasciarsi impressionare dal primo approccio: il tracciato è veramente ripido e sconnesso; ma dopo poche decine di metri, pur con pendenza sempre impegnativa, si trasforma in bella e ampia mulattiera (d'altronde era il percorso principale per raggiungere la borgata Cauri!) che serpeggiando prende subito quota arrivando al passo denominato Sella dei Capitani “Lou Capitani”.
Qui c'è un trivio: a destra si sale a Cauri, diritto si prosegue verso Colletto e a sinistra (non segnalata) c'è una traccia, che noi seguiamo, e che porta su un alto dirupo a precipizio sulla stretta gola del torrente Grana, da cui si gode un panorama aspro e superbo su ampia parte della vallata.
Tornati al passo proseguiamo su un tratto di sentiero caratterizzato da leggeri saliscendi attraverso un bosco di bossi che digrada fino a varcare il rio Cauri e risaliamo, sempre su ottimo sentiero, rallegrato da una ammiccante e variegata fioritura, fino a Croce “La Crous”, un piccolo villaggio del comune di Castelmagno, oggi spopolato, con casolari in pietra aggrappati alla montagna su una profonda forra attraversata dal rio Valliera, che lo separa dall'abitato di Colletto.
Lungo il percorso incontriamo numerosi piloni votivi, a testimonianza della profonda fede della popolazione che qui ha vissuto. Quello che si trova vicino a Croce, rivolto verso la località Tre Ponti, è dedicato al Sacro Cuore.
Arriviamo a Colletto, accolti dalla campana della chiesetta che batte mezzogiorno, e non possiamo fare a meno di visitare il locale museo denominato "Il Pichot Muzeou d'la vita d'isì". Il museo, interessante e ben curato, raccoglie in un ambiente antico l'esposizione di oggetti e strumenti della vita quotidiana, documentati e descritti in lingua occitana e italiana.
Per raggiungere Narbona, da Colletto scendiamo per un tratto fino ad imboccare sulla destra la strada asfaltata per Valliera, Batoira e Campofei, ma dopo un centinaio di metri la lasciamo per seguire il sentiero che dirama a sinistra procedendo dritto verso il Piloun de L'Arbouna posto su uno sperone roccioso a strapiombo con vista sulla sottostante frazione Campomolino.
Ci addentriamo quindi nel vallone di Narbona, costeggiandolo a mezza costa fino a raggiungere la grangia “I Tech”, dove il sentiero si congiunge con quello proveniente da Campomolino lungo il torrente Narbona.
Poco oltre giungiamo ai ruderi delle case abbandonate di Narbona “L’Arbouna”, un villaggio verticale appiccicato a una roccia di una trentina di case dove, fino a poco più di cinquant'anni fa, vivevano oltre 100 persone coltivando terrazzamenti e allevando mucche.
Il 17 aprile 1960, l’alta Valle Grana venne sepolta da oltre un metro di neve e le valanghe isolarono la borgata per diversi giorni. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: il richiamo del boom economico divenne irresistibile e iniziò l’esodo. Nell'autunno dello stesso anno se ne andarono le ultime famiglie e Narbona rimase deserta. La speranza degli abitanti era di poter ritornare e quindi tutto restò come cristallizzato con stoviglie e mobili lasciati lì ad attendere... ma non passò molto tempo che, senza la presenza umana, la neve schiantò i tetti di lose e abbatté le baite.
Narbona la “Pompei” delle valli Occitane, dove il tempo si è fermato al 1960, ora è completamente diroccata...
Ma la vita continua... e noi continuiamo il nostro cammino superando sul lato destro ciò che rimane delle case e seguendo il sentiero che presenta due diramazioni: tralasciamo quella di sinistra che porta in direzione del colle delle Crocette, del Santuario di San Magno e delle basse di Narbona, intraprendendo invece il sentiero di destra che risale a raggiungere le Baite Colbertrand.
Da questo punto, seguendo una comoda strada sterrata, raggiungiamo le borgate Batoira e Valliera, dopo aver superato il colle La Bastìa (1658m) nei pressi di Rocca la Bercia.
Superate le due bellissime borgate e scendendo sulla strada ora in asfalto e cemento, torniamo a chiudere l'anello in frazione Colletto.
Seguiamo quindi il percorso di andata fin poco oltre la borgata Croce imboccando il sentiero sulla destra che in breve permette di scendere al Pont d'la Crous sulla provinciale che percorriamo fino all'auto.

Brevi note toponomastiche
Castelmagno: deriva dall'antica torre-castello (castrum magnum 'grande luogo fortificato') che sorgeva presso la borgata Colletto
Narbona:il toponimo probabilmente deriva dalla voce locale provenzale l'arboùna 'territorio alberato' ove appare anche evidente il radicale prelatino *nar 'acqua' indicantei luogo ubicato nei pressi di un corso d'acqua

Escursione effettuata il 12 maggio 2019 da Adriano e Maria Teresa
Località di partenza: SP 112 presso il paravalanghe Cauri 927m – Valle Grana (CN)
Punto più elevato raggiunto: passo La Bastia 1658m
Dislivello cumulato in ascesa: 1018m
Sviluppo complessivo del percorso: 16 km
Tempo in movimento: 5h 15'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc


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