Un anello sui monti di Condove. Da Mocchie al sacrario dei caduti della Veccherezza
Località di partenza: Mocchie mt. 794
Dislivello: mt.700
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore
Nell’alto vallone del Gravio, in bassa val di Susa, erano presenti durante la Resistenza alcune formazioni partigiane. Pochi giorni prima del 25 aprile in quei luoghi caddero in un’imboscata alcuni combattenti la Libertà, giovani vite spezzate dall’odio e dalla violenza. A perenne ricordo di quegli avvenimenti a monte di Mocchie, nel punto in cui il rio Balmusello s’appiana dando origine ad una conca, è stato edificato un sacrario, detto della Veccherezza, dove a ridosso di un roccione è stata posta una lapide con i nomi dei caduti. Il luogo è anche un sacrario che ricorda e unisce tra loro le vittime dell’odio, della violenza di tutte le guerre.
In questo itinerario, partendo da Mocchie borgata montana di Condove, comune della bassa val di Susa, per strade, stradelli e sentieri, incontrando per via borgate per lo più oggi disabitate, si raggiunge, al termine dell’ascesa, il sacrario dei caduti della Veccherezza. I numerose piloni presenti, le chiesette delle borgate sparse sui soleggiati pendii, ci rammentano la Fede profonda dei montanari di questa valle testimoniata dalla scritta sotto la croce al colle del Colombardo: “An ricort ed la gent ch’à l’ha passà ij so di su ste poure montagne rendand gloria a Nosgnor con so travaj”.
Rientrando si rasenta l’imponente Rocca Grisolo dalla cui cima la vista s’apre ampissima sui monti e sulle valli.
Giunti alla prima rotonda che dà accesso diretto all’abitato di Condove, in bassa val di Susa, si prosegue sino alla successiva dove, abbandonando la statale, si esce seguendo l’indicazione per Mocchie. La strada prende da subito a salire con svolte e lunghi traversi ascendenti e costeggiando per via borgate e case sparse raggiunge al termine dell’ascesa questa frazione di Condove, un tempo comune autonomo, oggi quasi priva di residenti fissi, dove spicca il bel campanile romanico pendente. Sull’ampio piazzale antistante la parrocchiale si può parcheggiare.
Lasciate le case si scende al rio Puta, che si supera su un bel ponte in muratura, attraversando più avanti il corposo torrente Gravio ai ruderi di Martinetto dove un tempo veniva lavorato il ferro. Alcune svolte ascendenti su una lastricata traccia portano all’incantevole chiesetta della Madonna delle Grazie, col vicino pilone, oltre la quale ancora si prosegue nel bosco e sempre salendo si raggiungono i due vicini bivi dove si staccano le tracce per la borgata Sinette, che si ignorano, sempre restando su quella principale. Di poco più avanti, nel punto in cui la traccia s’impenna salendo ripida il direzione di Frassinere, si prosegue su quella in piano poi scoprendo che probabilmente si sta ai margini di un’antica canaletta. La traccia che si prende, lungamente pianeggiante nel bosco, dopo un lungo attraversamento termina, di molto più avanti, sulla strada che da Mocchie sale a Frassinere e scendendo per un tratto si raggiungono le indicazioni per le borgate montane della val Gravio subito dopo il notevole ponte sul corso d’acqua. Qui giunti, fatte le svolte in forte ascesa, percorso un rettilineo, si raggiunge il bivio dove ci si porta in direzione della borgata Tugno a cui subito si perviene. Un enorme abete domina la borgata. Rasentandolo si sale al bel pilone, di recente restaurato, dove si prosegue sul sentiero che supera le case dal di sopra, subito intuendo quanto oggi sia poco percorso. Rasentando i muretti di antichi terrazzamenti, case in rovina, s’immette più sopra sulla traccia che dal Molino sul Gravio sale alla strada per Reno Inferiore. Riprendendo a salire, rasentata una casa abitata, si esce sulla strada che si percorre per un tratto. Alla svolta che segue si rimane su questa perché per quella che proviene dagli abitati di Rosseno, Molini, Volpi e Mogliassi si tornerà. Giunti a Reno Inferiore si sale tra le case e rasentata la bella chiesetta ancora si esce sulla strada. Stando su questa o salendo per i prati, essendo il sentiero oggi impraticabile, si raggiunge infine l’abitato di Reno Superiore dove ci si inoltra sulla selciata traccia che passa tra le case rasentando per via la chiesetta della borgata. Oltre lo slargo dove la strada termina riprende il sentiero che snodandosi a monte dell’abitato raggiunge il bivio dove parte quello per l’insediamento di Campo dell’Alpe sull’opposto versante. Fatte le ravvicinate svolte nella pineta, superato il pilone e una stazione meteorologica, si raggiunge il superiore segnalato bivio dove prendendo a sinistra in breve si raggiungerebbe la sommità della Rocca Grisolo, traccia che si potrebbe prendere volendo sviluppare un percorso più breve. Prendendo invece a destra, un lungo traverso ascendente nel bosco a est dell’innominato rilievo quotato 1481 mt. porta la traccia ad uscire sulla strada per il Colombardo di poco a monte dell’abitato di Prato del Rio. Alle indicazioni che seguono la visuale s’apre d’improvviso sull’alto vallone del Gravio e sulle cime che lo chiudono: dalla Rocca Patanua alla Punta dell’Adois con in mezzo la Punta Lunella. Trascurata per il momento la traccia che scende all’alpe Grisolo, che poi si prenderà per tornare, si prosegue per un tratto sulla strada e rasentata l’alpe Belvardo si perviene al bivio dove sorge il pilone che porta questo nome. Qui giunti, lasciata la strada che prosegue per il Colombardo, si prende a sinistra per il sacrario della Veccherezza. Oltre il bivio per Goia e quello per gli alpeggi, scendendo di poco si giunge alla Conca dei Martiri dove sorge il sacrario in memoria dell’eccidio perpetrato pochi giorni prima della Liberazione. Nel punto in cui il rio Balmusello s’appiana scendendo dal Vallone dei Caduti una lapide ricorda le vittime ed un altare in pietra consente di celebrare un rito. Tutt’intorno l’area è un sacrario a monito che questi avvenimenti non debbano più verificarsi.
3 ore c.ca da Mocchie.
Percorsa poi a ritroso la strada già fatta, oltre il pilone e l’alpe Belvardo, sempre stando su un “Sentiero della Memoria”, si segue ora l’indicazione per l’alpe Grisolo prendendo l’ampia traccia che scende . Fatta la svolta, e percorso un lungo traverso nella pineta, si giunge al segnalato punto dove parte il sentiero per la Rocca Grisolo di cui, volendolo, se ne guadagna la cima in una diecina di minuti. Dalla vetta sguardo ampissimo sulla valle di Susa, su quella del Gravio, sulle borgate e sulle cime. Tornati sui propri passi, rasentata la storica alpe Grisolo, come si lasciano le praterie si rientra nella pineta percorrendo la traccia che scende al torrente Gravio. Non segnalata, né segnata, di certo dal suo stato poco percorsa, con traversi e svolte discendenti si porta verso fondovalle raggiungendo più in basso un appena evidente bivio dove conviene tenere a destra rasentando nel procedere i muretti che reggono terrazzamenti di coltivi da molto tempo in abbandono. Costeggiata una condotta forzata che alimenta una centralina, superato su un ponticello il torrente Gravio, si sale all’opposto alla strada costeggiando per via le borgate Volpi e Molino e poi il bivio per Rosseno dominato da questa parte dall’imponente parete ovest della Rocca Grisolo. Il tratto di stradello che di seguito si percorre porta al bivio per le borgate di Reno nel punto in cui questo anello si chiude. Più sotto lasciata la strada e rasentata la casetta si scende verso il fondo sino al bivio per Tugno raggiungendo poi questa quasi disabitata borgata ritrovando il pilone e il gigantesco abete. Al bivio per Tugno in alternativa si può ancora proseguire verso i fondo sino al Molino sul Gravio (quota 979) vedendone i ruderi. Tornati per poco sui propri passi sulla traccia chiusa dai muretti, oltre il torrente, al modesto colletto tra i castagni si prende a traversare stando su una appena evidente traccia che percorsa porta ugualmente ai prati della borgata Tugno.
Ricordando quanto fatto in ascesa, giunti di sotto al ponte sul Gravio sulla strada che sale a Frassinere se ne percorre un tratto per poi prendere la traccia- canaletta che più avanti s’immette sul sentiero che riporta a Mocchie incontrando per via prima i bivi per Sinette e la cappella della Madonna delle Grazie, poi i ruderi di Martinetto attraversando nel procedere il corso dei torrenti Gravio e Puta.
2 ore e 30 minuti c.ca dal sacrario della Veccherezza.
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