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Come eravamo : LA STORIA DEL GRUPPO DEGLI EVERGREEN
Autore: eddy (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 17/10/18 11:47
Notizia riferita al: 15/10/18
Letture: 1606
Come eravamo

LA STORIA DEL GRUPPO DEGLI EVERGREEN

La storia del Gruppo inizia dal suo nome: infatti la denominazione “Evergreen” diventa ufficiale nel 2008 grazie ad un felice suggerimento di Giovanni Sapetti; l’alternativa a questo simpatico e significativo appellativo era “Lupi grigi” che giustamente non passò in quanto non corrispondente allo spirito vivace e giovanile di tutti i componenti il Gruppo.
Quasi contemporaneamente viene approvato il simbolo che apparirà su magliette e bicchieri che Renato Rivelli e Lorenzo Bordoni si incaricano di far realizzare.
Il Gruppo però, ha una storia ben più lunga: negli anni ‘80 infatti il torinese Mario Grilli, grande alpinista ed autore di pubblicazioni di itinerari scialpinistici che coprono l’intero arco alpino, disponendo del tempo libero del pensionato, pensa di invitare gli amici con i quali condivide la passione per la montagna, per effettuare gite di scialpinismo durante la settimana.
Ben presto al Gruppo si uniscono personaggi di spicco nell’ambito dell’alpinismo quali Claudio Ricardi (Responsabile dei Gruppi UGET), Mentigazzi, Tizzani (alpinista e scrittore), Corradino Rabbi (Dino, accademico CAI e valente alpinista extraeuropeo), Beppe Sandri, Sergio Roveta, Guido Roccavilla (detto il Conte), Giovanni Sapetti ed altri.
Nel 1994 Grilli scompare e gli amici rimasti continuano a salire le montagne instancabilmente. Un validissimo aiuto, in un periodo in cui le comunicazioni non erano paragonabili a quelle odierne, fu dato dalla figlia di Beppe Sandri, che lavorava al CAI e gestiva telefonicamente la programmazione della gita del mercoledì.
Dal 1995 Giovanni Sapetti diventa il capo del Gruppo; l’organizzazione dell’uscita del mercoledì avviene il martedì pomeriggio; esattamente come succede adesso e con sempre più numerosi partecipanti dotati però di strumenti più tecnologici che consentono cambi di destinazione più veloci e coerenti con il meteo e condizioni di innevamento. Ritrovi nei punti deputati alla raccolta dei partecipanti, consueta sosta al bar per gli ultimi dettagli, formazione dell’equipaggio automobilistico e poi via alla conquista di nuove mete.
In quel periodo, entrò nel Gruppo Vittorio Ramello (Vitor37, che alla soglia dei suoi ottantun anni non demorde), poi Alberto Tonietti (detto l’infaticabile anche come autista nei lunghi spostamenti, Renato Rivelli (Otaner, notevoli le sue arrampicate). Seguirono altri altrettanto bravi che nel Gruppo si sono distinti per le loro doti alpinistiche:
la mitica Mirella Castagno, Domenico Ferrero Varsino (detto Mingo) Giovanni Ferrero, Mario Furbatto, Piero Amateis, Franco Ferrante (improvvisamente spirato alla Sea Bianca), Gabriella Faccio, Bruno Bruschetti (a lungo decano del gruppo), Romeo Beretta (autore della ballata degli Evergreen e scomparso nel 2018), Bruno Camoletto (grande canyonista e sciatore dell’impossibile), Vincenzo Mussato, Lorenzo Bordoni (snowbordista del gruppo), Edgardo Ferrero (detto Eddy), Franco Giuliano (scomparso prematuramente travolto da una valanga sul Rutor in un’ attività personale).
Come già detto alcuni di loro non ci sono più fisicamente tra di noi ma restano nei nostri ricordi.
Ogni nome ha la sua storia, a volte anche triste per quelli che rimangono, altre volte a dir poco curiosa come nel caso di certo Tizzani che partecipava alle gite una volta al mese, quando la consorte glielo permetteva e in quell’occasione saliva, scendeva ripellava sino allo sfinimento; un evergreen che potremmo definire “neverending”.
Negli anni il Gruppo ha effettuato gite in varie zone del Piemonte della Valle d’Aosta ma anche in Francia, Svizzera, alcuni irriducibili si spinsero sino in Patagonia e Terra del Fuoco. Successivamente anche l’Etna fu conquistato.
Nel 2010 fu organizzata una spedizione in quei di Tromso (Norvegia oltre il circolo Polare Artico) in cui i dieci partecipanti avevano ciascuno il proprio ruolo (cuochi, autisti, cine operatori ). Poi, Il vulcano islandese Eyjafjoll erutta, blocca il traffico aereo su mezza Europa e costringe gli arditi ad un rientro rocambolesco di 3.200 km su un pulmino; la notizia sarà ripresa anche da un giornale locale in quanto la comitiva fu la prima a lasciare autonomamente la Norvegia.
Dopo il 2010 Giovanni Sapetti riduce la sua presenza nel gruppo e da quel momento viene a mancare la figura del responsabile ufficiale. Questo non impedisce comunque che le gite vengano scelte e discusse accuratamente e che i soci (con il significato del gergo di montagna) più capaci, mettano a disposizione la loro esperienza nell’interesse di tutti.
Poi nonostante i buoni propositi (cancelletto e chiusura nelle gite scialpinistiche), qualcuno si imbosca, si perde, sbaglia percorso…. e allora si ha l’onore di essere citati su Gulliver come quella volta che un tal Pierriccardo con il cane seguì gli Evergreen e sbagliò clamorosamente strada.
Nel frattempo il Gruppo si ingrandisce, si arricchisce di nuovi validi elementi ma i requisiti essenziali per farne parte sono: essere in quiescenza, avere uno spirito sportivo, amare la montagna. Gli amici degli amici, le mogli i figli, i fratelli ecc…hanno una via preferenziale in questo gruppo che è molto aperto, ma all’interno del quale si è “simpatizzanti” e non Evergreen effettivi se i requisiti suddetti non ci sono.
Tra gli ottimi acquisti successivi, ricordiamo: Franco Rolando, Fulvio Adoglio (El corridor, colui che vive in simbiosi con le Valli di Lanzo), Tino Griva, Giorgio Massa, Elio Dosio, Roberto Savio, Mario Grignolio, Piergiorgio Ferrero, Eraldo Ardissone, Norberto Burizzi, Mario Michela, Andrea e Luca Psacharopulo, Cesare Venco, per non dimenticare le tostissime ed inossidabili Gisele Guigaz, BiancaTovo, Daniela Delleani, Maria Vittoria Chiara (detta Marvi) e Flavia Pisani.
Le tracce degli Evergreen in questi anni ne hanno incontrate tante altre….per un tratto si sono sovrapposte, poi purtroppo anche quelle più profonde sono state cancellate. E’ il caso di Piero Bollito CMS (Capo Mucchio Selvaggio) con cui spesso si sono svolte gite insieme e che purtroppo è scomparso prematuramente nel 2016 per un male incurabile.
Questa raccolta di nomi, di ricordi non vuole essere esaustiva ma semplicemente una tappa di un percorso fatto insieme, che prosegue perché gli Evergreen sono instancabili e le loro tracce infinite.

Ottobre 2018

Hanno collaborato alla stesura della presente “Storia”: Edgardo Ferrero, Andrea Psacharopulo, Vittorio Ramello, Renato Rivelli, Giovanni Sapetti, Alberto Tonietti.





LA BALLATA DEGLI EVERGREEN

Forti e duri noi siamo gli EVERGREEN
sempre uniti dal solito destin
la montagna noi amiamo
e sempre in cima o sul colle arriviamo
faticando a piedi o con gli sci
nel giorno gioioso del mercoledì.
Di pensione noi campiamo
ma non per questo ci arrendiamo
se l' ardore ci aiuta a salire
e con gran piacere si potrà gioire
scendere giù dei bei canali
lasciando tracce disuguali
tracce che durano sino al mattin
sono le firme degli evergreen.

Testo di Romeo Beretta


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Autore Commento
muntagna
Inviato: 19/10/2018 19:46  Aggiornato: 19/10/2018 19:46
Guru
Iscritto: 27/10/2007
Da: Borgaro
Inviati: 2249
 Re: LA STORIA DEL GRUPPO DEGLI EVERGREEN
Molto interessante, la storia è già lunga.
Faceva parte degli Evergreen anche il mio amico Mario Miegge, oggi alla soglia dei 100 anni, il quale mi raccontava del pacemaker di Mario Grilli, peraltro istruttore di scialpinismo della SUCAI quando l'ho frequentata agli inizi degli anni '70.
A proposito della SUCAI, ho saputo che un mese fa circa è morto Flavio Melindo, direttore nel periodo in cui l'ho frequentata.
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