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Escursionismo : Punta Crosa, Il Trent, Costa di Palla e Testa Rimà
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 25/09/18 17:47
Notizia riferita al: 20/09/18
Letture: 1036

Questo giovedì 20 settembre, che coincide con l'ultimo giorno d'estate, la Compagnia dell'Anello si presenta al consueto appuntamento settimanale con soli tre elementi all'appello: le numerose assenze sono dovute ad infortuni, vacanze ed impegni di varia natura.
Non si farà l'anello; in compenso, alla resa dei conti, risulterà una lunga escursione molto appagante, favorita oltremodo da una limpidissima e calda giornata, di quelle che in tutta la stagione estiva si contano sulle dita di una sola mano. Ma andiamo con ordine.
Si va in Valle Stura, versante Alpi Marittime, Vallone di Riofreddo. L'automobile l'abbandoniamo in corrispondenza del ponticello sul torrente, subito dopo la biforcazione della strada asfaltata, immediatamente a valle dell'invaso artificiale che origina il lago di Riofreddo, ad una quota altimetrica di 1140 m s.l.m..
Dopo trecento metri su asfalto, imbocchiamo verso sinistra (palina segnaletica) una sterrata che si inoltra in una rigogliosa faggeta, che dopo circa tre km, inizialmente in leggera ascesa e poi in falsopiano-discesa, raggiunge l'imponente Forte Serziera, dominante l'abitato di Vinadio; da qui le evidenti indicazioni con vernice rossa ci conducono lungo sentieri-scorciatoie che abbreviano l'interminabile serpentone della strada militare, fino a transitare nei pressi del Forte e del Deposito Munizioni Piroat, la cui costruzione, assieme al Forte Serziera, risale alla fine del 1800. Da qui in avanti percorreremo una comoda mulattiera che si inerpica lungo le pendici occidentali della costiera divisoria tra il Vallone di Riofreddo e il Vallone della Palla.
Al termine della faggeta, il bosco si dirada in una sporadica consociazione di larice e abete rosso, per poi scomparire completamente in prossimità del largo crestone, ove siamo accolti da una sperduta mandria di vacche, alla disperata ricerca della poca erba appetibile ancora disponibile.
Con una breve deviazione verso sinistra raggiungiamo la vistosa croce in corrispondenza della cima della Punta Crosa m 1905, dalla quale si gode di una splendida panoramica sull'abitato di Vinadio e di tutta la bassa Valle Stura.
Da qui il nostro itinerario, ora su ben marcato sentiero, percorre il lungo crestone anzi descritto, transitando da Il (o Cima) Trent m 2063, ove si trovano cinque antiche “trune”, di cui due sono ancora in buono stato di conservazione.
Più avanti, con l'accentuarsi della pendenza, scavalchiamo l'ondulata Costa di Palla m 2387, per poi proseguire lungo la traccia che ora taglia in diagonale un breve tratto scosceso del versante orientale del Vallone di Riofreddo. Ultime serpentine su sfasciumi e ci troviamo ai 2506 metri dell'odierna Cima Coppi, la Testa Rimà, ove si trovano i ruderi di un'opera militare che probabilmente, insieme alla costruzione militare diruta che trovasi sulla Punta Ciarnier (2573 m), sulla cresta della sponda opposta del Vallone di Riofreddo, erano posti di avvistamento per la protezione del forte alle spalle.
L'eccezionale limpidezza atmosferica ci consente una visuale a dir poco stucchevole, in considerazione soprattutto della non elevata altitudine: a parte il massiccio dell'Argentera, completamente occultato da quello del Monte Matto, sono visibili tutte le principali vette di Marittime e Cozie Meridionali; dal vicino Monte Gias Vej o Alivè, alla Cima di Gorgia Cagna, la Rocca del Ciapous, il già menzionato Monte Matto, la Rocca di Valmiana, Rocca la Paur, Rocca di Pan Perdù, la Testa del Malinvern, per proseguire con la Testa Comba Grossa, Cima della Lombarda, Monte Aver, Testa Gias dei Laghi, Punta Maladecia, Rocca Bravaria, le Steliere, Lausa Bruna e Monte Ciastella, oltre alle dirimpettaie Punta Ciarnier e Testa Cairiliera, ed infine alle tre “perle” delle Cozie: Monte Oronaye, Rocca la Meja e Monviso. Guardando poi verso il basso, oltre alla bassa Valle Stura ed alla piana del Cuneese, spicca la rotondeggiante sagoma del bellissimo lago superiore della Valletta.
Dispiace tanto per gli amici assenti, ma mai come stavolta si sono perduti un'escursione indimenticabile!

Accenni di toponomastica:
Serziera, si presta a due ipotesi: dal prov. Sarsier “luogo dove abbondano i ciliegi selvatici”, oppure da serre “dosso allungato in posizione elevata e soleggiata”
Piroat, è interpretabile in “pilone alto”
Crosa, italianizzazione di Cros, Croesio e Creus: “solco profondo, spaccatura nel terreno”
Trune (voce piemontese) sono i caratteristici “ripari seminterrati, unilocali rettangolari in pietrame a secco e con volta autoportante di pietre incastrate a coltello”
Trent (Il o Cima, un tempo della anche Cima delle Sourse), è l'abbreviazione del prov. Trentaniè, denominazione relativa ad un “gregge di trenta capi”
Palla, localmente Roca e Costo de Palo, come Palanfrè, dal lat. Pala 'badile' (base prelatina *pal 'altezza') denomina un valloncello rinserrato e chiuso, a meridione dall'omonima cima a forma di 'badile'
Rimà: il prov. Rimà denomina i “terreni sterpati mediante il fuoco e resi pascolivi”, oppure quelli “secchi e privi di acqua”.

Escursione effettuata il 20 settembre 2018
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Angelo e Antonio
Località di partenza: Bacino di Riofreddo 1140m – Vinadio – Valle Stura di Demonte (CN)
Punto più elevato raggiunto: Testa Rimà 2506m
Dislivello cumulato in ascesa: 1478m
Sviluppo complessivo del percorso: 20,6 km
Tempo in movimento: 6h 10'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

fotocronaca
...altre foto
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 25/9/2018 17:52  Aggiornato: 25/9/2018 17:52
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 668
 Re: Punta Crosa, Il Trent, Costa di Palla e Testa Rimà
Descrizione del percorso: Antonio
Fotocronaca: Angelo
Altre foto, Traccia GPS, Mappa satellitare Wikiloc e Coordinamento redazionale: Adriano
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