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Escursionismo : Un anello sui monti tra le valli del Lemina e del Chisone. Salita sul monte Roccia Cotello
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 31/03/18 22:26
Notizia riferita al: 28/03/18
Letture: 584

Un anello sui monti tra le valli del Lemina e del Chisone. Salita sul monte Roccia Cotello

Località di partenza: Tornante sulla strada che da S. Pietro Val Lemina sale al colle di Pra Martino mt. 750
Dislivello complessivo: mt. 413
Tempo di salita: 3 ore c.ca
Tempo di discesa: 1 ora c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Tra le valli del Lemina e del Chisone scende alla pianura un esteso promontorio montuoso attraversato da una fitta rete di piste forestali finalizzate all’esbosco, unica ricchezza di questi versanti. Dove il pendio s’addolcisce sorgono i ruderi di piccoli insediamenti, spesso case isolate al centro di minuscole praterie, oggi nell’abbandono più totale. Alcune piste forestali partono dalla strada collegante S. Pietro nella valle del Lemina a Villar Perosa spesso sovrapponendosi agli antichi sentieri non più in uso, altre si intersecano con lo stradello che percorre lungamente il crinale che da fondovalle, da Malanaggio s’alza verso monte toccando per via colli e cime sempre più elevati.
Partendo già in quota, ad un tornante della strada congiungente le due valli, si percorrono lunghi tratti di questi stradelli, sia salendo che attraversando, raggiungendo al termine dell’ascesa la modesta vetta del monte Roccia Cotello. Passando poi per il poggio, dove su un cippo si staglia una marmorea testa femminile, si torna al punto di partenza utilizzando ancora una pista forestale.
Salvo un tratto intermedio dove si guadagna quota, pertanto un poco faticoso, e quello terminale dove si scende, per tutto il resto dell’itinerario si percorrono lunghi tratti in falsopiano nel bosco, assai piacevoli, anche se l’invadenza della vegetazione limita in parte la visuale aprendosi liberamente la vista occasionalmente solo sulla pianura.
Data la presenza sul posto di numerose piste forestali e stradelli che s’intersecano, è bene in questo caso seguire le indicazioni date e avere con sé l’affidabile carta n° 6 della Fraternali.

Giunti a Pinerolo si prosegue per la valle del Lemina raggiungendo al termine di un lungo rettilineo la rotonda all’inizio dell’abitato di S. Pietro dove si esce prendendo la via Pra Martino. Attraversate le case della borgata subito dopo si comincia a salire a svolte l’assolato pendio e costeggiando per via abitazioni e villette si rasenta più su la chiesetta di S. Grato oltre la quale ancora si prosegue, sempre in ripida ascesa. Trascurata ad un tornante una pista forestale che parte dove sorge una casa gialla, fatta l’ampia svolta che segue, al successivo ne parte un’altra evidenziata da un palo in legno privo di indicazioni. Nei pressi si può lasciare l’auto.
Lo stradello che si diparte dal tornante, una pista forestale, terminerà ad un notevole edificio ben ristrutturato, una Casa Alpina, centro ricettivo per ragazzi. Piacevolmente si attraversano i boscosi pendii vocati all’esbosco, che contraddistinguono questi versanti, stando su uno stradello che inizialmente s’inoltra lungamente in piano. Più avanti, superati i ruderi di Losera, oltre uno slargo si comincia a scendere attraversando per via rigagnoli e rasentando pianori dove un tempo s’intuisce ci fossero prati. Così proseguendo, giunti a delle indicazioni che suggeriscono come raggiungere Abbadia Alpina e Miradolo, scesi ancora per un tratto si raggiunge infine la Casa Alpina dove termina una strada che sale da fondovalle. Tornati poi indietro di poco, alle indicazioni si attraversa per intero il prato posto a margine, al fondo del quale parte una traccia che superato un rigagnolo va ad impattare su una recinzione in filo spinato che racchiude una proprietà con alla sommità un modesto prefabbricato. Saliti al cancello che la chiude si prende lo stradello che la lascia e con un breve attraversamento si raggiunge una villetta sulla sinistra, recintata, e poi altre sulla destra servite anch’esse da una strada che sale da fondovalle. All’inizio della recinzione parte sulla destra una pista forestale che salendo ripida subito raggiunge più sopra una biforcazione dove si prende il ramo di destra che s’inoltra verso monte. Nel tratto che segue, sempre in ascesa, si riprende a traversare lungamente nel bosco stando su una incassata traccia che fatte più su due svolte ravvicinate guadagna più sopra il crinale. Trascurata una pista forestale che scende sulla sinistra si rimane sulla principale che proseguendo compie un ampio giro contornando una valletta. Riprendendo poi di poco a salire ci si immette alla sommità su una più ampia traccia nel punto in cui sorge un bel boschetto di verdi abeti, che identificano la zona, dove non è difficile scorgere di lato i ruderi dell’Alpe Salutare. Piegando a sinistra subito si raggiunge un bivio dove su un castagno un’indicazione suggerisce come raggiungere il pilone di S. Francesco. Qui giunti si prosegue verso monte rasentando sulla sinistra il rilievo quotato dalla carta 942 mt. Al bivio che segue, trascurata la traccia sulla destra che porta direttamente ad un colletto sul crinale separante le valli, che si potrebbe prendere qualora si volesse abbreviare il percorso, si sceglie invece quella che prosegue in piano tralasciando subito dopo un’ulteriore deviazione verso monte che porta alla base del monte Roccia Cotello, che poi si raggiungerà. Il lungo tratto che segue, sempre una pista forestale assai piacevole da percorrere, superati per via alcuni rigagnoli e incontrati modesti insediamenti oggi ridotti a rudere, termina più avanti ancora su una pista forestale sulla quale ci s’immette ad una svolta. Partendo dalla chiesetta di S. Benedetto e proseguendo lungamente verso monte stando sempre nei pressi del crinale, questa ampia traccia raggiungerà al termine il colle di Prà l’Abba, dal quale si scende nella valle della Chisola, passando per il colle di Pra Martino, per il colle Cro e altri colli, rasentando per via modeste cime.
Molto amata dai bikers, che la utilizzano sia per salire che per scendere per via dei modesti dislivelli che si affrontano, trascurate per via alcune diramazioni, giunti ad un colletto sul crinale da dove si può scendere a Villar Perosa ancora si prosegue lungamente e piacevolmente raggiungendo più avanti uno slargo dove su un castagno la cifra C14 unitamente alla segnatura biancorossa, su un larice la scritta “LAPO”, segnalano il punto in cui sulla sinistra si stacca la traccia che porta al ripetitore in vetta al monte Roccia Cotello mt. 1035, cima che si raggiunge al termine di un breve tratto ascendente.
3 ore c.ca dalla partenza.
Tornati poi per la stessa via alla pista forestale, proseguendo di poco si raggiunge un altro modesto colletto sul crinale, crocevia di stradelli. Trascurato quello di destra che porta al castagno con l’indicazione per il pilone di S. Francesco, quello di fronte che porta al colle di Pra Martino, che poi si prenderà, quello alla sua destra brevemente percorso conduce al poggio sul quale su un cippo in pietra si staglia una marmorea testa femminile che guarda la pianura. Tornati poi al colletto si scende ora in direzione del colle di Pra Martino. Fatta la svolta, di poco più avanti non è difficile scorgere sulla destra l’inizio dell’ultimo tratto di pista forestale che riporta al punto di partenza. Traversando inizialmente a margine di un rudere, quasi in piano, come si entra nel bosco si comincia a scendere su una traccia a tratti assai scavata dal ruscellamento. A due svolte abbastanza ravvicinate seguono due lunghi traversi ancora intervallati da una svolta. Come la traccia si fa piana il fondo migliora. Superato un rigagnolo con un ultimo tratto piacevolmente si termina ad un tornante sulla strada che da S. Pietro val Lemina sale al colle di Pra Martino. Scendendo direttamente nel bosco senza alcuna difficoltà si raggiunge il sottostante tornante nel punto in cui questo anello si chiude.
1 ora c.ca dalla vetta del monte Roccia Cotello.

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