Un giretto sempre interessante, già provato dalla Compagnia dell'Anello senza neve a dicembre del 2016, che si è voluto sperimentare con le ciastre, nell'intento di trovare un itinerario da percorrere in sicurezza immediatamente dopo l'ultima nevicata.
Ed in effetti così è stato con la differenza che questo percorso - alla portata di tutti con terreno asciutto - coperto di neve fresca, pur non essendo mai pericoloso, diventa comunque abbastanza faticoso per dover battere la traccia e per superare alcuni tratti più ripidi...
Traccia che in alcuni punti sprovvisti di segnaletica diventa in ogni modo difficile da individuare sulla neve intonsa senza una precedente pista, ma in questo ci è stato di grosso aiuto il tracciato GPS rilevato nella precedente escursione.
“Lo viol di Tait” significa, letteralmente, il sentiero dei tetti perché tocca i Tait Bartòla e Bariàu, le vecchie borgate di Sant’Anna di Valdieri adagiate sui suoi pendii settentrionali, abitate fino al secolo scorso, ma abbandonate definitivamente alla fine degli anni '70.
Dalla via che attraversa Sant’Anna (975 m), si prende la strada che sale al piccolo cimitero. Da lì inizia un percorso ben segnalato e didatticamente molto interessante, perché permette a chi lo percorre di fare un viaggio a ritroso nella storia delle nostre montagne per riscoprire, leggendo i numerosi pannelli informativi posti lungo il percorso, come, anche solo pochi decenni fa, si viveva -duramente- per mezzo dello sfruttamento esclusivo delle risorse della montagna.
Il sentiero, interamente all’ombra nella prima parte, sale con pendenze moderate lungo una bella mulattiera in un fitto bosco misto di latifoglie: carpini, faggi, frassini, noccioli ed aceri.
Superiamo un ruscello su passerella in legno e proseguiamo nel piccolo Vallone della Sauma (dell’asina), in mezzo ai resti di antichi terrazzamenti circondati da resti di muretti a secco, a barme (o grotte adattate all’uso umano), a selle (l’equivalente locale delle trüne in piemontese), tutti splendidi modelli di architettura in pietra (come le abitazioni d’altronde) esteticamente e funzionalmente esemplari.
Dopo un tratto a mezzacosta in leggera salita e superato un piccolo rio, una ripida salita porta ai Tait Bartòla (1104m).
Avvicinandosi alla borgata incontriamo anche noci e ciliegi, a testimonianza dei tempi in cui questa frazione, visto il buon soleggiamento invernale, era abitata tutto l'anno.
Qui si trova una prima abitazione ristrutturata a cura del Parco delle Alpi Marittime e dell’Ecomuseo della Segale con il tetto in paglia rifatto ma coperto da teloni di plastica.
Attraversiamo la borgata e, raggiunto il bel forno comune, svoltiamo a sinistra, trascurando la mulattiera che continua la salita in direzione di S. Bernardo di Desertetto.
Superata una fontana in legno, si oltrepassa una abitazione privata e, in lieve discesa, si attraversa una seconda passerella in legno. Dopo un tratto a mezzacosta in leggera salita, una lunga serie di tornanti abbastanza ripidi ci fa guadagnare quota fino a raggiungere una grossa sporgenza rocciosa, "Lo Gorgàs" (1210 m), sul costone che discende dal Monte Merqua.
L’etimologia del curioso toponimo pare derivare dalla presenza di un ristagno d'acqua in una concavità del piccolo pianoro roccioso.
Poiché intanto il sole ci ha raggiunto ne approfittiamo per un breve riposo, godendo della bella vista, ornata dall'algido manto niveo, su Sant'Anna di Valdieri e sulla valle nonché di fronte, verso Sud, sulle belle vette del Lausetto, dell’Oriol e dell’Asta Sottana.
Proseguiamo ora al di là del costone, penetrando nel Vallone della Meris in direzione dei Tàit Bariau. Dopo l'ennesimo tratto in falsopiano e un'ultima breve salita, si inizia una ripida discesa con numerosi tornanti fino ai Tait Bariàu (1190m) dove, scendendo sulla sinistra, si trova una seconda abitazione ristrutturata dal Parco.
Questa borgata deve quasi certamente il suo nome alla posizione a ridosso di un ripido pendio roccioso ("bariau" è un termine occitano utilizzato per indicare una strettoia o un passaggio obbligato).
Oltre Tait Bariàu continuiamo a scendere, più dolcemente, fino a raggiungere la mulattiera che scende dal rifugio Livio Bianco lungo il rio Meris. La si segue verso sinistra fino a ritornare nell'abitato di Sant'Anna di Valdieri, poco a monte rispetto a dove si era incominciato il percorso.
Per concludere il bell'anello una prelibata sosta non poteva mancare alla Locanda Alpina Balma Meris per reintegrare le energie e per festeggiare ufficialmente i neo nonni di Mattia!
Escursione effettuata l'8 febbraio 2018
Compagnia dell'Anello composta da: Adriano, Alberto, Angelo, Franco, Gianni, José e Osvaldo
Località di partenza: Sant'Anna di Valdieri – Valle Gesso (CN) 975m
Punto più elevato raggiunto: Lo Gorgàs 1210m
Dislivello cumulato in ascesa: 290m
Sviluppo totale del percorso: 4,1 km
Tempo in movimento: 1h40'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
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Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc