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Escursionismo : Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 30/09/17 22:47
Notizia riferita al: 29/09/17
Letture: 1073

Un anello per il monte Jafferau dalla valle di Rochemolles

Località di partenza: Grange Mouchecuite mt. 1804
Dislivello: mt. 1011
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Il massiccio del monte Jafferau divide la conca di Bardonecchia dalla Valfredda. Sulla sua sommità sul finire dell’ottocento è stato costruito un forte, oggi ridotto ad un rudere, raggiunto da una strada militare che traversando in quota unisce tra loro altri forti edificati per proteggere la valle. Sul versante che dà su Bardonecchia uno stradello di servizio a degli impianti di risalita scende verso valle terminando ai “Bacini” grossi serbatoi dove viene accumulata l’acqua proveniente dall’invaso di Rochemolles prima che una condotta forzata scenda ad alimentare una centrale idroelettrica. Sarà la traccia che si percorrerà per tornare prima di immettersi sulla decauville che lungamente percorsa riporta alle Grange Mouchecuite. La salita al monte Jafferau la si fa invece dalla Valfredda stando da prima sullo stradello di servizio all’alpeggio, poi sul sentiero che salendo un boscoso versante raggiunge alla sommità il forte di valle sul crinale dove transita la strada che porta al forte.
Dalla sommità del monte Jafferau la vista s’apre ampissima su tutto il solco vallivo dell’estesa Valfredda cinta dalle cime che dal Sommeiller vanno al Seguret passando per il Vallonetto, mentre dalla parte opposta emergono quelle della conca di Bardonecchia sino ai bianchi quattromila francesi che spiccano di lontano.
Dato che si percorrono per buona parte dell’itinerario stradelli per gli alpeggi, strade militari e altre di servizio agli impianti di risalita, conviene effettuare questo anello ad inizio stagione o dopo una pioggia essendo le tracce percorse assai polverose in caso di prolungate assenze di precipitazioni.

Giunti a Bardonecchia in alta valle Susa si prosegue in direzione di Rochemolles stando sulla stretta ma sempre asfaltata strada che lungamente percorsa raggiunge questa borgata montana ancora abitata tutto l’anno da alcuni residenti. Proseguendo a monte dell’abitato in direzione del rifugio Scarfiotti e del colle del Sommeiller, fatte alcune svolte ascendenti, si parcheggia l’auto a margine della strada nel punto in cui sorgono le Grange Mouchecuite.
Subito individuata la lastricata traccia che s’addentra tra le case rasentando alcune fontane, dopo l’ultima si prende a salire a svolte un boscoso pendio raggiungendo prima la chiesetta della Madonna della Neve, poi più su la decauville proveniente dai bacini che si prenderà per tornare. Seguendo l’indicazione per le grange di Valfredda si prosegue sullo stradello di servizio all’alpeggio abbandonandolo più sopra, alle Grange La Croix, per la traccia sulla destra che subito s’addentra nel solco vallivo del rio di Valfredda e che lungamente percorsa riporta più avanti sulla stessa strada. Interminabile, a tratti piacevole, con un lungo traverso ascendente lo stradello si porta via via all’interno della valle stando non lontano dal corso d’acqua così guadagnando progressivamente quota soprattutto nel tratto iniziale e in quello intermedio. Fatte un paio di svolte si prosegue allo stesso modo superando per via un rigagnolo discendente dal sovrastante monte Tete Pierre Muret. Oltrepassato che si ha inizia il lungo tratto quasi pianeggiante che porta alla grande radura al fondo della quale sorge la Grangia di Valfredda che non si raggiunge perché, prima dell’alpeggio, lasciato lo stradello, ci si porta presso l’alveo del rio dove un’indicazione identifica il punto in cui parte il sentiero 731B per il monte Jafferau segnalato a c.ca due ore scarse. Poco evidente all’inizio, confondendosi la traccia con altre dovute al passaggio degli animali al pascolo, con uno spostamento nelle praterie verso destra, sempre salendo, con un po’ di esperienza si individua poi questo mai segnato sentiero che si rende più visibile come ci si addentra nel lariceto. A suo tempo certamente avente uno scopo militare per via delle numerose svolte e diagonali sostituite da tracce alternative, sale un versante, a tratti per la linea di massima pendenza, portandosi in alto fuori dal bosco dove inizia il lungo traverso che superando di sopra una valletta con già in vista i ruderi del forte di valle, senza alcuna difficoltà li raggiunge. Poco sopra si termina sullo stradello proveniente dal col Basset, sul quale ci s’immette, per poi affrontare le sviluppate diagonali ascendenti e le svolte, evitabili volendolo con scorciatoie, che percorse consentono di raggiungere alla sommità il monte Jafferau mt. 2815, sulla cui cima spettrali emergono i resti del forte costruito sul finire dell’ottocento e distrutto alla fine dell’ultimo conflitto per ottemperare agli accordi di pace, così come altre simili strutture sulle nostre montagne. Dalla cima di questo monte ampia vista su tutta l’estesa Valfredda, sulla conca di Bardonecchia, sulle valli e sulle molteplici cime che l’attorniano sino ai lontani quattromila francesi che spiccano per il loro candore.
3 ore e 30 minuti c.ca dalla Grange Mouchecuite.
La parte opposta del monte, a vocazione turistica per via dello sci, è percorsa da uno stradello che si prende per scendere e che subito, di poco sotto, rasenta la stazione d’arrivo di una seggiovia. Si percorre un aperto pendio con ripidi tratti discendenti che più volte attraversano questo impianto raggiungendo di sotto alla stazione di partenza. Al bivio che segue è indifferente prendere lo stradello di sinistra o quello di destra terminando entrambi ai bacini. Quello di sinistra passa per la Capannina trasformandosi poi in sentiero, quello di destra rimane sempre stradello e scendendo a tratti ripido, traversando per boschi e praterie, rasenta quasi al fondo l’albergo Belvedere dove, di poco a monte, una traccia si stacca sulla destra portandosi direttamente sulla sottostante decauville. Presa abbrevia il percorso di c.ca una mezz’oretta. Altrimenti, volendo transitare per i bacini per vederli, si prosegue sullo stradello che di poco più avanti raggiunge l’albergo Jafferau, che si supera di sopra, come di sopra si superano i bacini, terminando lo stesso allo slargo dove giunge la strada che sale da Bardonecchia. Le solite indicazioni individuano il punto in cui parte la decauville per l’invaso di Rochemolles, un’ampia traccia che presa rasenta di sotto prima i bacini, poi l’albergo, subito addentrandosi nel fitto della vegetazione. Su questa traccia si rimarrà fedelmente sino al bivio sopra le Grange Mouchecuite. Totalmente pianeggiante, ombrosa, interminabile ma piacevole, percorsa però quasi a fine itinerario, su questa traccia si starà per più di tre chilometri avendo sulla sinistra l’estesa dorsale montuosa che chiude da quella parte il primo tratto dell’incassato vallone di Rochemolles. Quasi al termine un segnalato sentiero scende direttamente alle Grange Mouchecuite: si potrebbe prendere per abbreviare di poco il percorso. Se invece si vuole vedere come la decauville superava il rio di Valfredda si prosegue su questa e dopo i resti di un rudere la traccia si porta verso lo scavato solco vallivo oltrepassandolo su di un ponte misto legno-cemento. Ancora un breve tratto e subito si raggiungono le indicazioni dove parte lo stradello per le Grange di Valfredda nel punto in cui questo anello si chiude. Non resta che ripercorrere il sentiero praticato all’inizio del percorso che in breve riporta alle Grange Mouchecuite e poi alla strada passando per la chiesetta della Madonna della Neve.
3 ore c.ca dalla vetta del monte Jafferau.
NOTA FINALE: Chi volesse approfondire la conoscenza riguardante la costruzione dell’invaso di Rochemolles e avere notizie ad esso correlate consiglio il libro: “Rochemolles. La decauville, la diga, la strada e la luce ” di Edoardo Tripodi e Walter Re. Alzani Editore. Reperibile presso la libreria “La Montagna” di via Sacchi a Torino.

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