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Escursionismo : Un anello per il lago Blu e la Punta Costabruna dalla valle del Sangonetto
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 27/06/17 17:48
Notizia riferita al: 23/06/17
Letture: 1833

Un anello per il lago Blu e la Punta Costabruna dal vallone del Sangonetto

Località di partenza: Bivio poco prima della borgata Rosseria mt.1063
Dislivello: mt. 1343
Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Riferimenti: Carta dei Sentieri e Stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

La valle del Sangonetto si stacca di poco a monte di Coazze da quella principale del Sangone. Addentrandosi s’incunea profondamente chiusa alla sommità dalla Punta Costabruna, cima raggiunta da questo itinerario, separante il colle delle Vallette da quello del Vento, di lato al lungo crinale che la divide dalla valle di Susa.
Partendo dalla strada di servizio alle borgate della valle del Sangonetto, raggiunta l’incantevole alpe Palè e superati più su gli alpeggi di Giaveno, passando per il lago Blu si raggiunge il colle delle Vallette da cui si sale sulla Punta Costabruna. Scesi dalla parte opposta al colle del Vento si percorre appresso l’interminabile quasi pianeggiante traccia che, stando di poco sotto il crinale che divide questa valle da quella di Susa, rasentando la Rocca del Montone e passando per il Piano dell’Orso ed il colle Bè Mulè, scende a valle raggiungendo le borgate del Sangonetto dove questo lungo anello si chiude.
Lungo, assai vario, incantevole per gli ambienti che si attraversano nella parte alta del rio Palè dove spicca il lago Blu nel quale si specchia l’ammasso roccioso del monte Pian Real, raggiunto il colle delle Vallette, la Punta Costabruna ed il colle del Vento, la visuale s’apre ampissima sulla parte alta del vallone del Gravio, sul lago Rosso e l’immensa pietraia della Cassafrera con le cime che vanno dal Rocciavrè al Villano passando per la Cristalliera, il Malanotte ed il Pian Paris.

Giunti a Giaveno, il centro più importante della Val Sangone, alla rotonda dinnanzi la parrocchiale si prosegue in direzione di Coazze. Dopo il lungo rettilineo con di lato case e villette, superati i bivi per Pontepietra e Coazze, sempre rimanendo sul fondovalle si raggiunge più avanti il ponte sul Sangonetto, che non si supera, prendendo a destra la strada che subito s’incunea all’interno della valle. Fatta la prima svolta e superati alcuni bivi per le borgate, poco oltre quello per Sartorera si lascia l’auto nel punto in cui parte lo stradello segnalato per gli insediamenti di Aletti, Canalera e altri poco sotto la borgata Rosseria.
Lo stradello interdetto ai mezzi dei non aventi diritto s’inoltra da subito all’interno della valle, lungamente ed in piano, incontrando da prima le case di Aletti, poi quelle di Canalera, con la bella immagine della Madonna con Bambino, e quelle di Mamel, così giungendo al torrente Sangonetto che si supera. Lasciata sulla sinistra la traccia per la borgata Dandalera, si prende lo stradello che proseguendo verso monte attraversa il rio della Fuglia prendendo da subito a salire ripido. Bitumato sino all’alpe Palè per via della forte pendenza, fatte un paio di svolte progressivamente guadagna quota abbattendosi la pendenza solo in prossimità dell’alpeggio, posto in un’incantevole conca, dove ancora si prosegue rimanendo sullo stradello che s’inoltra verso il fondo. Al primo bivio che segue lo si lascia portandosi la traccia a guadare il rio Palè da dove si sale al Pian Gorai al centro del quale sorgono la caratteristica chiesetta, con il vicino pilone e una fresca fontana. Risalite le facili praterie, di sopra ci si immette sul sentiero 420, sul quale si starà per un tratto, subito affrontando la boscosa dorsale che segue. Si sale con svolte ripetute, tra i larici ed i rododendri, sin quando il bosco s’apre alle alte praterie, così giungendo al superiore bivio dove si lascia la traccia che prosegue per il colle del Vento, prendendo a sinistra il sentiero 443 che traversando lungamente quasi in piano gli aperti pendii pascolativi avendo a sinistra la ripa degradante al rio, sulla destra i pascoli, consente di giungere all’alpe inferiore di Giaveno e poi, proseguendo, a quella superiore. Avendo già in vista di fronte l’evidente sella del colle delle Vallette, sulla sinistra la Rocca Rossa e l’ammasso roccioso del monte Pian Real, sulla destra del colle la Punta Costabruna, da raggiungere, seguendo le segnature, sempre evidenti, da ricercare perché comunque presenti, occorre superare di seguito tre distinte conche. La prima, la più ampia, è quella si presenta oltre il secondo alpeggio una volta vista la bella cascata che qui il rio compie. Salendo verso monte per rocce affioranti, di poco sopra delle indicazioni confermano che si è sulla strada giusta per il lago Blu ed il colle delle Vallette segnalato ad un’ora e quindici minuti. Un ampio attraversamento a semicerchio in moderata ascesa porta alla seconda incantevole conca, ricca d’acque e molte sorgive, dominata dall’incombente mole del monte Pian Real. Salendo a svolte un ripido pendio su una traccia chiusa dai cespugli di rododendro e dagli ontani nani, sempre individuando le segnature ed i numerosi ometti che si presentano sul cammino, faticosamente si giunge alla terza conca, la più piccola, dove sorge il lago Blu. Qui lingue di neve compattata ricolme di detriti scaricati dal monte ammantano il pendio ad inizio stagione. Di lato la traccia prosegue e superati due enormi massi si porta verso la valletta terminale che si risale con già in vista l’ampia sella del colle delle Vallette che si raggiunge al termine di un lungo e faticoso tratto ascendente.
Al colle delle Vallette, mt. 2302, si trovano numerose indicazioni e per di qui passano diversi sentieri. Oltre quello percorso e quello che porta in vetta al monte Pian Real, un sentiero prosegue in piano in direzione del colle del Vento, dalla parte opposta verso il colletto Robinet, mentre un altro ancora scende al lago Rosso. Percorrendo invece il facile pendio erboso a margine del versante ovest precipitante, senza alcuna difficoltà si raggiunge in breve la vetta della Punta Costabruna, mt. 2406, dove la vista s’apre ampissima sui monti dell’alto vallone del Gravio, dal Rocciavrè al Villano passando per la Cristalliera, il Malanotte ed il Pian Paris. Di sotto l’immensa pietraia della Cassafrera ed il grande piano dove sorge il lago Rosso, mentre di fronte la scena è dominata dai monti della media valle di Susa dove spicca il Rocciamelone.
4 ore e 30 minuti c.ca dalla partenza.
Scendendo poi i facili pendii nord del monte, facilmente si raggiunge di sotto l’ampia sella del colle del Vento dove si prende la traccia che riporterà a valle. Si percorrerà un lungo tratto del 435, l’interminabile sentiero che unisce il colle Braida al colle del Vento. Scesi gli aperti ed erbosi pascoli del Pian Peiroel, giunti alla sorgente si lascia il sentiero 420 per Pian Gorai rimanendo su quello che attraversa appena sotto il crinale dividente questa valle da quella di Susa raggiungendo per via alcuni intagli sulla cresta. Evidente e segnato, lungamente proseguendo si passa più avanti tra il monte Salancia e l’imponente Rocca del Montone e sempre traversando e scendendo impercettibilmente, superata la fontana di Nuna, si giunge al Piano dell’Orso dove sorge una cappella dedicata alla Madonna delle Neve. Stando sempre su una traccia che percorre l’assolato versante dalla parte della valle del Sangonetto, ad un primo tratto pianeggiante ne segue un altro dove si scende alle pietraie del monte Luzera. Superati ripiani di Pian Bergart, lungamente proseguendo si perviene infine al colle di Bè Mulè che si raggiunge al fondo di un tratto discendente. Qui giunti si lascia il sentiero che prosegue in direzione del col Bione per il 446 che terminerà ad una svolta sulla strada che da Tonda sale a Merlo, borgate della valle del Sangonetto. Si scende, a tratti piacevolmente, mai ripidi, nel chiuso del bosco, percorrendo un’interminabile traccia che gradualmente s’abbassa verso valle. Scendendo e traversando, fatte alcune svolte che mitigano i tratti più ripidi, superata più in basso una pietraia fatta da giganteschi massi accatastati, più avanti il bivio per Dogheria e Pian Gorai e poi ancora altre pietraie dove la tradizione dice che da queste provenga l’ossatura della Sacra di S. Michele, giunti ai ruderi delle case Barmarola, lasciata la traccia alta per Grangetta ed il col Bione, si prosegue per Tonda stando su una traccia chiusa dai muretti a lato di estesi ed abbandonati terrazzamenti. Superati più avanti altri ruderi, quelli di Teia Vecchia, oltre un modesto rigagnolo si esce sulla strada della valle che passando per Tonda sale alla borgata Merlo. Presa la strada e lasciata alla svolta la traccia che porta direttamente a Pian Gorai, il sentiero 420 passante per Dogheria e Sizi, scesi a Tonda si prosegue sino alla borgata successiva, Rosseria, incontrando per via l’artistico pilone di questa borgata. Fatte ancora un paio di svolte si raggiunge di sotto il bivio dove questo lungo anello si chiude.
3 ore c.ca dalla Punta Costabruna.

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