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Escursionismo : Un anello per il col Bione da Vaie
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 30/05/17 23:06
Notizia riferita al: 27/05/17
Letture: 1432

Un anello per il col Bione da Vaie

Località di partenza: Vaie mt. 380
Dislivello: mt. 1110
Tempo di salita: 4 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° Bassa val di Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Il col Bione è una modesta sella sul crinale che divide la bassa valle di Susa da quella del Sangone.
Per esso transitano numerosi sentieri che salgono dalle due valli mentre un altro, giungendo dal colle Braida, prosegue oltre lungamente verso il colle del Vento.
Al colle, dove sorge un’incantevole chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, è presente un’estesa area attrezzata ed un cippo ricorda al passante l’epopea partigiana.
Questo itinerario, partendo da fondovalle Susa, da Vaie, raggiunge il crinale ai Tre Roc e poi il col Bione passando per la borgata Folatone per il sentiero che un tempo consentiva di salire alle borgate montane e agli alpeggi. Si torna poi a valle per altro sentiero, gemello di quello percorso in ascesa, incontrando per via numerose volte la strada per le borgate montane e alcuni insediamenti. Quasi a fondovalle si raggiunge l’incantevole chiesetta di S. Pancrazio posta in un’amena posizione.
Alla partenza una piccola deviazione consente di vedere il “Riparo Rumiano” interessante sito preistorico transitando su un breve percorso didattico opportunamente attrezzato, mentre si rimane ammirati dall’ingegnoso lavoro che probabilmente ha impegnato la stessa mano nella geniale lastricatura dei sentieri di salita e discesa.
Sul crinale separante le valli la vista s’apre ampissima sui monti della bassa e media valle di Susa e su quelli della valle del Sangone da una parte, sulla piana di Giaveno sino ai laghi d’Avigliana e sulla pianura, dall’altra.

Giunti a Vaie, comune della bassa val di Susa, lasciata la statale ci si addentra all’interno dell’abitato dove si prende a sinistra seguendo l’indicazione per il cimitero. Di poco più avanti si può lasciare l’auto presso un’area attrezzata nel punto un cui parte il sentiero didattico per il sito preistorico del “Riparo Rumiano”.
Salendo ripidi su un sentiero ben tenuto, subito si raggiunge un riparo tra le rocce dove numerose bacheche esplicative e altro ancora illustrano la vita che qui si conduceva nei tempi preistorici. Proseguendo, con alcuni saliscendi si giunge nel punto in cui ci si ritrova sul sentiero che da Vaie sale alla borgata Folatone, sul quale ci s’immette, e subito si rimane meravigliati vedendo quello che si calpesta. Una mano geniale, esperta ed ingegnosa ha realizzato una perfetta lastricatura del fondo tuttora ben conservato, vale a dire una via selciata dove esternamente delle piatte lastre in pietra opportunamente predisposte rinserrano ciottoli e altre pietre di più piccole dimensioni. Tutto questo lo si ritrova per tutto l’interminabile percorso di salita alla borgata Folatone. La stessa mano ha poi probabilmente mirabilmente realizzato la stessa cosa sull’altro sentiero, a questo gemello, che si utilizzerà per tornare. Costeggiando inizialmente una canaletta, si sale inizialmente con svolte ravvicinate che portano al punto in cui inizia l’interminabile traverso ascendente che lungamente percorso conduce alla borgate montane. Mai cessando di salire, con pendenza costante, si percorre un boscoso pendio guadagnando, a circa metà del percorso, una sorgente e poi un pilone votivo, dove si può sostare, prima di affrontare il tratto che segue dove la pendenza in parte s’attenua. Lungamente continuando, superati alcuni ruderi posti al centro di estesi castagneti, tutto ora nell’abbandono più totale, ad un certo punto s’intuisce dai prati e dal bosco che s’apre che si è vicini ad un insediamento. Infatti, di sopra si esce sulla strada asfaltata che sale sin qui da valle, quella che ha reso inservibile l’incantevole traccia percorsa, dove dalla parte opposta riprende il sentiero subito raggiungendo le case della borgata Folatone, che si attraversano, incontrando per via la fontana, il bel campanile e poi, di poco scostata, la defilata chiesa.
2 ore c.ca da Vaie.
Proseguendo oltre l’edificio sacro, un ampio sentiero in piano si porta al rio, che si guada, superato che si ha si comincia a salire lungo una traccia molta amata dai bikers. Faticosamente si raggiunge di sopra uno stradello – pista forestale sulla quale lungamente si sta sino alla terza svolta che segue, non lontana dal rio. Qui giunti conviene abbandonare lo stradello prendendo a salire a caso il facile pendio nella faggeta. Zizzagando più su si incontrano tre piccole recinzioni, che delimitano delle prese d’acqua, per poi uscire di sopra su uno stradello che percorso per poco porta ad un’area di sosta e poi alla grande recinzione che chiude la presa della fontana del Truc. Qui si ritrova il segnato sentiero, il 504 che passando per le borgate Folatone e Mura sale in cresta, sul quale ci s’immette, addentrandosi la traccia nel chiuso della faggeta. La breve, ma faticosa ascesa termina quando si raggiunge lo stradello sul crinale separante le valli, ai Tre Roc dove, trascurato quello che prosegue per le Prese Brunetti, che si utilizzerà per tornare, si prende il sentiero 435 per il col Bione. Sempre rimanendo sul filo di cresta, facilmente si sale alla panoramica Roccia Corba percorrendo appresso, con un lungo saliscendi, la Cima Rosta, punto più elevato dell’itinerario, mt. 1489, e poi la Cima Piana superata che si ha si giunge al col Bione mt. 1430 al termine di un breve tratto discendente.
2 ore c.ca dalla borgata Folatone.
Alla chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, dove accanto è presente un’estesa area attrezzata, giungono alcuni sentieri e lasciando il sito si prende quello che si snoda parallelo di sotto a quello già percorso. Con un lungo tratto in piano si giunge ad una dorsale dove, di poco discoste, delle panoramiche rocce consentono una visuale ampissima sui monti e sulle valli del Sangone. Alle indicazioni che seguono, lasciata la traccia che scende in val Sangone, si continua su quella in piano per il colle Braida. Dopo un primo tratto pianeggiante si raggiungono gli ameni pendii pascolativi sotto la Cima Piana, che si attraversano, continuando poi nel boschetto di betulle, a monte dell’alpeggio delle Prese Brunetti, terminando più avanti sullo stradello nei pressi della solita bacheca. Percorso lungamente riporta in località Tre Roc dove lo si abbandona per il Sentiero dei Franchi, già percorso in ascesa, che di sotto costeggia la grande recinzione della fontana del Truc. Nel punto in cui si può attingere dal troppo pieno, una traccia scende raggiungendo il grande serbatoio oltre il quale diventa più ampia anche se ripida e scavata. Al fondo si ritorna presso il rio, che si supera, raggiungendo un bivio nei pressi delle praterie poste attorno ad una casa isolata sotto un modesto rilievo. Presso il grande acero si lascia la traccia diritta per Mura e Folatone prendendo quella sulla sinistra, priva di segnature e indicazioni alla partenza, che riporta a valle. Costeggiando da una parte il bosco, dall’altra i prati, rasentate le Prese Tridan e Cattero, si scende al pilone dove di sotto sgorga una cospicua sorgente. Ancora scendendo si giunge più in basso sulla strada asfaltata che da fondovalle sale alle borgate montane, che si attraversa, riprendendo dalla parte opposta il sentiero. Lungamente stando nella faggeta, oggetto di forti interventi di esbosco, si percorre un’interminabile, a tratti piacevole traccia, lastricata e gemella di quella percorsa in ascesa, forse fatta dalla stessa mano, che attraversa più volte la strada alla quale si scende spesso con opportune gradinature. Sempre da ricercare, il sentiero facilmente lo si ritrova in alternativa alla percorrenza della strada. Lungamente scendendo nel chiuso del bosco, rasentati alcuni insediamenti, come le case Arpiat, si giunge infine di sotto al ponticello sul rio, dopo lo stagno, dove, di lato al pilone, parte lo stradello che sale all’incantevole chiesetta di S. Pancrazio posta in un’amena posizione. Tornati al pilone si percorre la strada che scende, anche l’ultimo tratto transennato sconvolto dalla piena dello scorso novembre, che riporta all’area attrezzata dove questo lungo anello si chiude.
3 ore c.ca dal col Bione.

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