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Per ammortizzare le spese dell’alloggio, ieri ho comprato latte biscotti marmellata e cioccolato di quello che viene denso, ne ho messe 2 bustine, ci stava il cucchiaio dritto.
E via che è ancora buio, vado un pezzo per la strada del Tournalin, poi mi vengono dei dubbi e taglio a destra, non l’avessi mai fatto e risalgo per il terribile sentiero che già avevo fatto un mese fa in discesa. Però al buio non me la son sentita di affrontare una via nuova, voi fatela pure, basta prendere a destra al primo bivio, si sta per un bel po’ sulla dx orografica, fino a congiungersi con quello che sale sulla sx orogr. A q. 2100 circa, sopra l’A.Cortoz.
Sulla sx orogr è praticamente tutto da fare a piedi, sulla dx suppongo molto più ciclabile.
Ma da lì in su dimenticatevi di pedalare almeno finché non siete su un altipiano che attraverserete tutto in sella mentre la nebbia fitta e fredda che vi ha accompagnato da sotto a qui, resterà lì e voi ci salirete sopra, come quando dal purgatorio salite in paradiso.
Svestitevi e pedalate il 14 ottobre nel tiepido aere tra i ruscelletti che scorrono garruli nei verdi prati che salgono alle Cime Bianche.
Incontrerete quello che di corsa vi ha superato nella nebbia, alle Cime è arrivato ed è tornato, chiedetegli se si chiama Marco Olmo, lui vi dirà “magari”, fategli una foto e continuate su quell’altro altipiano deviando sul sentiero a destra raggiungendo il Gran Lago del Ventina a q. 2800, in riva al quale trovate lo scheletro di una grande pecora che non ce l’ha fatta. Prendetele il bellissimo campanaccio, lavatelo bene nel lago e attaccatevelo allo zaino, dopo 2 minuti fermatevi e mettetelo dentro che fa troppo casino ed arrivate, portando e portando, a q. 2982 di Cime Bianche sup, dove troverete 2 belgi: chiedetegli, indicando il Cervino: “Wath’s that?”, loro si consulteranno e vi diranno: Mattrorn!, ditegli no, Cervino!
Poi finalmente degli italiani simpatici di Biella che vi faranno un sacco di complimenti ed una foto.
Ora una persona normale dovrebbe essere contenta di sé e buttarsi giù sulla bella sterrata che scende a Cervinia, andare a vedere se c’è ancora l’auto e filare a casa che i figli aspettano preoccupati.
Già vedo il mio rifugio “Guide del Cervino” lassù a 3470m; ora si tratta d’inventare: vado su dritto o aggiro? Vado su dritto in cresta. Dovevo aggirare, adesso scendo un po’, c’è solo un piccolo nevaio per arrivarci, che però avvicinandosivici diventa più grande e presenta in alcune zone dei bei crepacci. Ma io li aggirerò.
Intanto la prudenza non è mai troppa: ho comprato i ramponcini, li metto, non come mi ha mostrato il venditore, che non mi convinceva per niente, ma come ho imparato dal depliant, un po’ più rassicurante.
Prendo in mano la mia vecchia e fida picca e su tra il ghiaccio che fonde in mille rigagnoli,e poi si immobilizza più su, un po’ in portage, un po’ in menage, ma com’è lungo.
Tengo stretta la mtb: se finisco in un crepaccio mi tiene su.
Infatti una gamba mi va giù, fino al cavallo, senza che io abbia visto la minima avvisaglia di pericolo.
Bene, cerco di aggirare, passare su superfici uniformi; per schivare dei grossi crepi di sopra mi tocca fare qualche metro sui 30°, ma chissenefrega ho ramponi e picca.
Mi parte il piede d’appoggio, poi l’altro, atterro sui ginocchi, in una mano la mtb, nell’altra la picca… sto scivolando a valle aggrappato al pendio come nei cartoni animati, mi dico nooooooooooo, senza gridare, pianto la picca: non si pianta: pianto il manico: non entra, ho il tempo di pensare: mi fermerò in un crepaccio o su quei bei pietroni in fondo… improvvisamente mi fermo. Saranno stati i pedali doubleface della shimano, benché non previsti per tali eventualità, saranno stati i miei ginocchi ruvidi; sarà che mi dovevo fermare; certo non sono stati né i ramponcini, né la picca.
Mi alzo e vedo che in effetti sto camminando sul ghiaccio con una spolverata sopra.
Un po’ di tremarella m’è venuta, però son pochi metri, basta che vado su dritto, guardando bene dove e come appoggio i chiodini di 1 cm dei miei ramponcini.
Infatti arrivo in breve a spianare un po’, sento la musica da discoteca del bar e penso che da dormire non ce ne sarà.
Mi do un contegno ed urlo: “Butta la pastaaaaaaaaaaaaa”. Ho dinuovo fame!
Arrivo. Applauso di belgi e tedeschi.
Tolgo i ramponcini, credo che li lascio fuori coi guanti ed entro: ma che bello: i gestori sono italiani, anzi italiane. Chiedo se mi danno da dormire. Certo. Camera 4. Il mio numero! Il mio destino é già scritto, o almeno a volte mi piace pensarlo. Però per questo giro avevo appesa al collo la conchiglia di Santiago de Compostela. Il destino a volte si può anche cambiare. Non sempre però.
Vorrei salire ancora un po’, l’ossigeno di quassù mi gasa che non mi fermerei mai, ma le ragazze mi convincono a riposarmi, sarà che hanno visto i miei ginocchi, cavolo non me ne ero accorto, una pelata grossa come una cipolla ciascuno e sangue.
Mi faccio dare del disinfettante e dei cerotti e sono pronto per una bella pasta e altro.
E poi a prendere il sole verso il Cervino, che non c’è vento e dei grassi passeri e dei gracchi vengono a papparsi i rifiuti della cucina.
Farei una bella doccia, ma non si può: c’è poca acqua che portano su coi gatti. Pazienza.
Trovo anche le batterie per le foto, le spine per ricaricare gps e cell.
Allora mi butto: “ce l’avete per caso un pc con una porta usb ed un Ipod?” A momenti mi piccchino, gli dico non importa, non ricaricherò il mio Ipod, pazienza.
Anche l’inchiostro della mia stilo è finito: mi prestano una biro, ma cosa vuoi di più? La tele per Fazio Fabio stasera! E’ rotta!
Cena con un tedesco che vive in Svizzera, che fa il prufessur all’Università di Ginevra, ricercatore chimico, un figlio dottore, un altro regista ed un'altra pubblic relations! Minchia! E lui è qui da una settimana, sembra vecchietto ma ha la mia età e lavora duro, ieri ha fatto il Breithorn per acclimatarsi, la settimana prossima deve fare il Kilimangiaro, ma non per la via cocacola dice, quella più dura, va da solo con 3 persone: 1 guida e 2 portatori. Mi dice che potrei venire con lui in bici. Gli dico peccato la settimana prossima ho un impegno.
Mi offre il caffè ed il genepi, allora vado su a prendere la mia bottiglietta di grappa di moscato e la sacrifichiamo metà.
L’altra metà basterà.
Prima di cena ho preparato tutta la roba per domani e mi son accorto che mi mancano i miei bellissimi guanti lunghi. Controllo dappertutto 3 volte prima di chiedere alle ragazze.
Ciulati!! E probabilmente sono stati gli stessi che mi hanno applaudito all’arrivo. Bastardi!
Ma chissenefrega, ne ho un paio di lana!
A nanna.
E domani a casetta.
Forse.
Data: 14/10/2007
Partenza: St.Jacques, 1700
Arrivo: Rif. Guide del Cervino, 3470m, via C.Sup.Cime Bianche 2982, Ghiacc.Valtournenche
Lunghezza: km 35 forse, non so
Disliv. posit: 1770m
Disliv. negat: 50m
Ciclab. salita: 20%
Ciclab. discesa: nc
Difficoltà: ec/nc
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