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Escursionismo : Sentiero dei crus del Barolo di La Morra
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 05/11/16 18:01
Notizia riferita al: 03/11/16
Letture: 1579

Dopo gli anelli sulle montagne, la Compagnia dell’Anello ha deciso di affrontare bricchi diversi andando a ravanare nelle colline del Barolo, colline di origine sedimentaria, marino-alluvionali, che si sono formate gradualmente per il ritiro delle acque del mare padano nell’Era Terziaria, periodo Miocenico Medio-Inferiore, da 10 a 7 milioni di anni fa, costituite da marne argillo-calcaree e sabbie, in proporzioni diverse.
Lasciate le macchine a La Morra, si intuisce subito come la gita di oggi si differenzia dalle precedenti, infatti non si parte in salita, ma si scende! La nostra meta sono i Crus del Barolo che s'incontrano percorrendo il più lungo dei sentieri di La Morra, avvolto nelle nebbie del mattino che rendono onore al nome del Nebbiolo, il vitigno principe della zona.
Partiamo diretti alla borgata di Cerequio costeggiando i vigneti più blasonati, con scorci su alberghetti, trattorie, B&B e piscine nascoste tra le vigne.
Giunti alla borgata, che conserva una lapide a memoria dei partigiani fucilati durante il secondo conflitto mondiale, risaliamo i vigneti, immersi fra ordinati filari, verso la borgata Fontanazza, ove è la “cappella del Barolo” con la facciata rivolta al cru delle Brunate.
La Cappella del Barolo, o della Madonna delle Grazie, venne costruita nel 1914 accanto ad un preesistente pilone abbattuto alla fine del XX sec. Il pilone era stato affrescato internamente ed esternamente dal decoratore-pittore Giovanni Savio (1863-1950) di La Morra. Nel 1999 la cappella fu restaurata e dipinta da due artisti di fama mondiale, l’inglese David Tremlett (1945) che decorò l’interno e l’americano Sol Lewitt (1928 – 2006) che dipinse l’esterno. E’ di proprietà della famiglia Ceretto. Si tratta di un’opera d’arte stupefacente e mai come in questa stagione se ne può apprezzare l’originalità; infatti sui muri esterni i colori utilizzati dall’artista non fanno altro che richiamare i gialli, i rossi, i verdi, i blu delle viti e dei grappoli da cui siamo circondati, mentre nell’interno i colori sono meno netti, più sfumati, come filtrati dai vetri delle finestre della Cappella. E’ anche chiamata cappella delle Brunate, dal nome dell’antistante vigneto, uno dei cru più prestigiosi di La Morra, il cui suolo, di origine miocenica tortoniana, presenta marne grigio bluastre, ricche di carbonati di calcio e manganese; si tratta di argille miste a sabbie finissime, con calcare, chiamate marne di Sant’Agata.
Terminata la visita della Cappella ci dirigiamo verso la frazione dell’Annunziata, altra zona di grandi Crus del Barolo, con meta la cima del colle Monfalletto dove svetta l'imponente Cedro del Libano posto a dimora nel 1856 per volere di Costanzo Falletti di Rodello e La Morra ed Eulalia della Chiesa di Cervignasco in occasione del loro matrimonio, cedro visibile da gran parte delle colline della zona.
Il percorso tra le vigne è spettacolare, con continui saliscendi tra i colori autunnali delle viti, e l’invito a piluccare qua e là qualche acino di nebbiolo, dolcetto o barbera dai “grappoli di San Martino” rimasti dopo la vendemmia.
Raggiungiamo così la Chiesa della Santissima Annunziata che faceva parte del primitivo convento benedettino risalente al XII secolo, che costituiva il primo nucleo abitativo di La Morra, successivamente trasferito sulla sommità della collina. Di quell’epoca rimangono l’abside, la piccola cappella laterale con frammento di affresco, il campanile in pietra e in mattoni con bifore e trifore.
Sotto il Cedro del Libano abbiamo la gradita sorpresa di incontrare alcuni amici di Confreria anche loro in gita in Langa.
Finite le foto di rito riprendiamo il nostro cammino scendendo nel punto più basso del percorso dove i noccioleti sostituiscono i vigneti e ricominciamo a salire verso la frazione di Santa Maria altra zona di grandi Crus del Barolo dove costeggiamo l’antica chiesa di Santa Maria in Plaustra, già citata nel 1200, ricostruita nel 1888 nelle forme attuali. Il suolo ha una prevalenza di argille fini, con sabbie e carbonato di calcio e qui, scavando a mano per costruire un pozzo, a 9 metri di profondità, dove oggi corre la strada per La Morra, nel 1928 affiorò uno scheletro di pesce tortoniano, perfettamente conservato.
Di qui risaliamo finalmente verso la nostra meta definitiva, i 513 metri del Belvedere di La Morra, cima più alta del nostro anello odierno senza però rinunciare alla “scalata” sulla panca rossa gigante lungo la strada che sale a La Morra.
Dopo un pasto ristoratore all’Osteria “More e Macine” concludiamo la giornata con la visita all'Azienda Agricola Erbaluna, produttrice di vini biologici, il cui titolare, Andrea Oberto, con professionalità e simpatia ci ha chiaramente spiegato cosa significhi produrre uva e vino utilizzando tecniche e prodotti esclusivamente naturali. Il risultato di ciò abbiamo potuto apprezzarlo nella successiva degustazione guidata che ci ha fatto stimare e godere l’ottimo risultato finale con assaggi di Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Barolo di varie annate e crus, con scambio finale di Genepy “salato” di alta quota e Barolo Chinato di Langa!

Escursione effettuata il 3 Novembre 2016
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Alberto, Angelo, Franco, Josè e Osvaldo
Località di partenza: La Morra (CN) 513m
Dislivello cumulato in ascesa: 425m
Sviluppo complessivo del percorso: 12 km
Tempo in movimento: 3h15'
Difficoltà: T (vedi scala difficoltà)

fotocronaca
...altre foto
Tracciato gps
mappa satellitare interattiva


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 5/11/2016 18:21  Aggiornato: 5/11/2016 18:21
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 668
 Re: Sentiero dei crus del Barolo di La Morra
Descrizione dell'itinerario: Josè
Fotocronaca: Angelo
Altre foto, tracciato Gps e mappa satellitare: Adriano
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