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Escursionismo : Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal col Blègier al colle dell'Assietta
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 20/09/16 23:35
Notizia riferita al: 19/09/16
Letture: 1757

Un anello in alta val Chisone. Cime e colli dal col Blègier al colle dell’Assietta

Località di partenza: Grand Puy mt. 1830
Dislivello complessivo: 970 mt.
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

L’estesa dorsale montuosa che va dal colle delle Finestre al colle del Sestriere, separante l’alta valle del Chisone da quella di Susa, sul finire dell’ottocento è stata dotata di una strada d’accesso collegante tra di loro i vari colli, mentre le cime sono state fortificate e dotate di sistemi di difesa atti a scongiurare una possibile invasione proveniente dall’altra parte delle Alpi. Su questi monti, infatti, il 19 luglio del 1747 si svolse un’epica battaglia che mutò le sorti di un nascente stato che s’affacciava sulla ribalta europea negli anni seguenti l’assedio di Torino del 1706: il Piemonte.
Sulla Testa dell’Assietta ancora resistono da allora i trinceramenti predisposti alla difesa, mentre un cippo ed il piano della battaglia su lastra di marmo ricordano al passante quegli avvenimenti. Tutti gli anni, la domenica più prossima a quella data, migliaia di persone salgono a questi luoghi perché quell’importante vittoria è diventata di fatto la festa della nostra regione.
Questo itinerario, partendo dal Grand Puy, borgata montana di Pragelato in alta val Chisone, con un percorso fatto di continui saliscendi percorre una lunga parte della dorsale montuosa, dal col Blegier al colle dell’Assietta, toccando tutte le vette che si incontrano per via: il monti Blegier e Gran Costa, la Testa di Mottas e la Testa dell’Assietta. Scesi poi nella parte alta del vallone di Cerogne, si torna al Gran Puy per la piacevole traccia transitante per l’alpe delle Rocce.
Lungo, faticoso per i continui saliscendi, con tratti molto piacevoli, questo percorso è tuttavia assai panoramico aprendosi ampiamente lo sguardo sulle due valli e sull’estesa cerchia di monti che le cingono.

Percorsa per intero la valle del Chisone, giunti a Pragelato, appena superate le scuole e la filiale della banca S. Paolo, si prende a destra seguendo l’indicazione per il Grand Puy. Sempre asfaltato sino alla meta, inizialmente seguendo il corso del rio che poi si supera, uno stradello sale un assolato pendio con lunghe diagonali e svolte raggiungendo al termine questa borgata dove non è difficile trovare dove parcheggiare.
Addentrandosi tra le case dell’abitato, giunti alla chiesetta sul retro troviamo l’indicazione di due sentieri: il 328 per il col Lauson, per il quale si tornerà, ed il 327 per il col Blégier, che si prende.
Un lungo traverso ascendente, sotto le pendici del monte Blégier passando per l’alpe Giarasson, porterà sul crinale separante la val Susa dalla val Chisone dove transita la strada detta dell’Assietta, al col Blégier. Per intanto, lasciata la borgata, il sentiero subito passa accanto ad una croce metallica posta di lato a ricordo di una giovane vita spezzata oltre la quale lungamente si prosegue per pascoli e coltivi in totale abbandono. Trascurata sulla sinistra la traccia che porta ad Allevè, un tratto del sentiero del Plaisentif, quella che si percorre si inerpica ora nel bosco uscendo di sopra su uno stradello, che si prende verso monte, che piacevolmente traversa con lunghi tratti in piano nel lariceto terminando all’alpe Giarasson avendo di sotto la valle del rio Pomerol, mentre di fronte spicca la Punta di Moncrons con il colle di Costa Piana. Di poco più avanti, lasciata la traccia che in piano prosegue verso questo colle, un sentiero si porta sulla valletta di destra terminante all’ampia sella del col Blégier. Seguendo inizialmente il rigagnolo di valle, poi il facile solco vallivo, per gli ampi pascoli che contraddistinguono questi pendii, si raggiunge di sopra l’estesa conca terminale dove è indifferente prendere la traccia sulla sinistra o quella sulla destra perché entrambe, facendo le ampie svolte, terminano sulla superiore strada. La prima da una parte del colle, la seconda dall’altra parte. Al col Blègier, avendo di fronte l’indicazione, sul retro già si intravede la vetta del monte Blègier che si dovrà raggiungere. Non essendoci alcuna traccia di sentiero questo lo si fa risalendo i facili pendii erbosi, mantenendosi prevalentemente sulla sinistra, in direzione della vetta, guadagnando faticosamente prima il superiore laghetto, poi la panoramica cima mt. 2583 contrassegnata da un grosso ometto.
2 ore e 15 minuti c.ca dal Grand Puy.
La cima di questo monte è raggiunta da una traccia che sale dall’apposto, dal col Lauson. Percorrendo inizialmente l’esteso crinale pianeggiante per segnature gialle, rasentata una pozza, si prende a scendere e in breve si torna sulla strada al col Lauson, con il sottostante specchio d’acqua, dove termina il sentiero 328 che sale dal Grand Puy che si potrebbe prendere per tornare qualora si volesse abbreviare il percorso. Dalla parte opposta parte il sentiero evidente e segnato per il monte Gran Costa che stando fedelmente sul crinale, prima per rocce rotte e sfasciumi, poi per tratti erbosi, ne guadagna la cima mt. 2615 contrassegnata da un palo di legno.
45 minuti c.ca dal monte Blègier.
Subito dopo si individuano le estese e nascoste opere di difesa predisposte su questo monte, una lunga costa piatta, da cui il nome, e di poco più sotto i baraccamenti raggiunti da uno stradello che si prende verso valle e che scende con pendenza regolare e costante aggirando le asperità del pendio, con le svolte e i muretti, a tratti crollati, che lo sorreggono. Giunti al fondo si ritorna sulla strada a due innominati colletti, trovando, presso il secondo, molte indicazioni nel punto in cui partono sentieri per Sauze d’Oulx e Salbertrand, dove si prosegue per la Testa dell’Assietta segnalata a 30 minuti. Percorso un tratto di strada e giunti al successivo colletto in pochi minuti si sale sulla terza cima dell’itinerario, la Testa di Mottas mt. 2545 fortificata alla stessa maniera della cima del monte Gran Costa. Uno stradello riporta sulla strada con in vista da una parte l’ampissima conca sottostante il monte Gran Costa, di fronte l’ultima cima: la Testa dell’Assietta. Percorso ancora un tratto di strada e rasentato l’ex deposito provinciale, una parte del quale ora adibito a rifugio e posto tappa, Casa Assietta, con il vicino laghetto, in breve si raggiunge la base del pendio dove un sentierino porta in cima alla Testa dell’Assietta mt. 2565 con il cippo posto a ricordo dell’epica vittoria, il monolito e la lastra di marmo raffigurante il piano dell’attacco ai trinceramenti da parte dei francesi. Alla sommità del pendio non è difficile scorgere i muretti, le opere di difesa predisposte e l’aperto piano inclinato percorso a più riprese dagli attaccanti, mentre sotto la strada, presso un anfiteatro naturale, sorge un altare e a lato alcuni pennoni per le bandiere.
1 ora e 15 minuti c.ca dal monte Gran Costa.
Continuando poi sulla strada o praticando le facili scorciatoie si scende al colle dell’Assietta dove parte il sentiero che percorso riporterà al Grand Puy. Senza alcuna difficoltà ci abbassa sin nei pressi del sottostante laghetto senza terminare sulla strada per l’alpe Assietta perché, lasciato sulla sinistra il sentiero 331 che scende a fondovalle, a Pourrieres per il vallone di Cerogne, si prende il 372 che passa a monte dell’edificio e che attraversa per intero, quasi in piano, l’estesa conca terminale di questo vallone. Non segnato, a tratti poco visibile, raggiunge al termine un erboso colletto dove una traccia sale verso monte all’ampia conca sottostante il monte Gran Costa, mentre un’altra scende al rio. Un labile sentiero sulla sinistra si porta invece perdendosi verso il grosso mammellone del monte Gran Cerogne. Volendolo si raggiunge facilmente questa panoramica cima, contrassegnata da un ometto, con un tempo aggiuntivo di una mezz’oretta abbondante compreso il ritorno. Altrimenti, scesi a guadare il rio, si risale di poco percorrendo di seguito un lungo tratto in piano, panoramico e assai piacevole, terminante su una spalla dove di sotto si scorge l’alpe delle Rocce che si raggiunge al termine di un lungo tratto discendente. Oltre l’alpeggio la traccia si fa ampia e evidente, quasi uno stradello che traversando nelle praterie prende a scendere ad una valletta con un rigagnolo superata che si ha si entra nel bosco. Nel tratto che segue, ombroso, pianeggiante e piacevole, lasciata più avanti la traccia che sale al col Lauson, il sentiero 328 segnato alla partenza da un ometto e da indicazioni poste su un larice, si riprende a traversare, lungamente, alternando tratti in piano ad altri dove si scende assai ripidi, ora tra le praterie, incrociando più avanti uno stradello, lo stesso incontrato nella prima parte del percorso. Proseguendo, al successivo bivio si rimane sulla traccia più ampia che scende sulla sinistra, molto ripida. Rasentando coltivi, superato più avanti un ultimo rio su un ponticello di assi, si giunge in vista dell’abitato del Gran Puy, che infine si raggiunge, dove questo lungo anello si chiude.
2 ore e 15 minuti c.ca dalla Testa dell’Assietta.

NOTAFINALE
Chi volesse approfondire l’argomento sulla battaglia dell’Assietta consiglio il volumetto di Mauro Minola “La battaglia dell’Assietta”. Gribaudo Editore.
Altrimenti il sunto pubblicato da Beppe46 su “C’era una volta”

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