Partenza da Grange Collet (m 2006), raggiunta da Chiappera in una giornata che si prevede soleggiata e molto calda. Si lascia subito a sinistra la carrareccia che, raggiunte le vicine grange Donadei, porta al Colle Maurin e si prosegue verso nord-est (Gta T16) in direzione del Colle di Bellino, attraversando il rio e poi lasciando sulla destra una cappella situata al centro delle baite della zona. Si lascia poco dopo la carrareccia più recente e si prende a sinistra un sentiero poco segnalato che risale lungo il rio in direzione nord sulle pendici dirupate del monte Albrage. Con moderata ma costante salita, che si mantiene qualche metro sopra al rio, si raggiungono prima le grange Maurin e poi le Soubeyran. Il sentiero attraversa più volte il rio e prende a salire con maggiore decisione fra belle distese prative fin quando si incontra il cartello che indica di svoltare a sinistra per il Monte Maniglia. Ci si inerpica ora con frequenti e ripidi tornanti che portano a rasentare alcune paretine rocciose. Terminati i tornanti si approda su di un primo ripiano erboso che si supera raggiungendo un ripiano superiore, sede di un piccolo laghetto ora secco e con breve risalita, un ulteriore pianoro da dove appare per la prima volta imponente la meta di giornata, il Monte Maniglia, che domina sulla valletta di Chiabrera (o Ciabriera). Il paesaggio è molto bello ed è rappresentato dai resti della valle glaciale che discendeva dal Maniglia, di cui sono ben visibili le rocce centrali lisciate dai ghiacci, le morene laterali, di cui noi risaliremo la laterale sinistra ed i numerosi laghetti glaciali ora in buona parte interrati. Prestando attenzione a non perdere la traccia, che in qualche punto, specie nei traversi su roccette, tende a sparire (attenti a non perdere gli ometti), si punta verso nord, sovrastando un piccolo laghetto e si guadagna quota su ripide pietraie, dove il sentiero piegando decisamente a destra raggiunge un ampio spallone panoramico che in moderata ma costante salita e con un ultimo traversone conduce alla Bassa di Terrarossa (quota m 2832), ben riconoscibile per il terriccio di colore rossastro, su cui fa capolino un maestoso stambecco. Il tempo finora belIo pare mettersi al brutto, il cielo si copre e si sente qualche goccia, mantenendosi incerto fino a che non giungeremo in cima. Il sentiero continua ora lungo la cresta spartiacque, raggiunta anche dal percorso di salita dalla valle Varaita, da Sant’Anna di Bellino, prima giungendo su un ripiano detritico panoramico, nei pressi degli ultimi nevai, da cui non resta che risalire la semplice ma ripida rampa di sfasciumi che conduce sulla vetta NE del Monte Maniglia m 3177, dove vi sono alcuni cippi ed ometti. Per raggiungere la cima più alta, bisogna scendere di qualche metro fino ad un modesto intaglio e proseguire per semplici passaggi su roccette, aiutandosi in alcuni punti con le mani, fino alla vetta NO m 3183. Splendido panorama a nord su Mongioia e Salza, a nord-est sul Monviso, ad est su Pelvo d'Elva, Rocca la Marchisa, Chersogno e Faraut, a sud su Oronaye, Rocca Bianca, Sautron, e a sud-ovest su Brec de Chambeyron, Tete de l'Homme e Aiguille de Chambeyron. Per la discesa procediamo sullo stesso percorso dell'andata, soffermandoci più approfonditamente all’osservazione di alcune grange, tralasciate nel percorso di salita, e delle loro splendide modalità costruttive nei muri a secco e nei tetti di lose ancora in ottime condizioni.

Compagnia dell'Anello formata da: Alberto, Angelo, Franco, Gianni e Osvaldo
Località di partenza; Grange Collet - Acceglio . Valle Maira (CN)
Dislivello cumulato in ascesa: 1226m
Sviluppo complessivo del percorso: 15,8 km
Difficoltà: EE (F- per la seconda punta) (vedi scala difficoltà)
Fotocronaca
Tracciato gps