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Escursionismo : Un anello sui monti di Condove lambendo la Rovina di Mocchie
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 31/01/16 07:32
Notizia riferita al: 29/01/16
Letture: 1227

Un anello sui monti di Condove lambendo la Rovina di Mocchie.

Punto di partenza: Parcheggio all’inizio della strada per Magnoletto mt. 462
Dislivello complessivo: mt. 550
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Sino ai primi anni del Novecento Mocchie con la vicina Frassinere era l’insediamento più popoloso della valle del Gravio al punto di essere comune autonomo. Ora è una frazione di Condove e pochi sono i residenti che vi abitano tutto l’anno. La montagna attorno a questo nucleo abitativo era costellata di numerosi insediamenti che hanno subito la stessa sorte anche se in alcuni resistono ancora persone legate in qualche modo al territorio, ma sono assai poche popolandosi le borgate soltanto nei fine settimana o durante il periodo estivo. Come in tanti altri posti di montagna la strada arrivando dappertutto non le ha salvate.
Partendo da fondovalle, nella prima parte di questo itinerario si transita a margine della Rovina di Mocchie, frana consolidata dove sono presenti calanchi, pareti scoscese ed una rara vegetazione dovuta al particolare microclima: paesaggio selvaggio e spettacolare. Raggiunto il Pilone delle “Sette Strade”, la borgata Colombatti e la vicina Frassinere, ci si addentra poi nella valle del Gravio raggiungendo insediamenti marginali posti al di fuori delle normali strade di collegamento. Il rientro a Mocchie, per la cappella della Madonna delle Grazie, si fa percorrendo una lunga traccia pianeggiante, probabilmente a lato di una canaletta, passando poi per il punto in cui le acque del Gravio sono deviate per alimentare la centrale idroelettrica. Mantenendosi costantemente sui sentieri che dalle borgate montane scendono a valle, si torna infine a Condove costeggiando piloni votivi, coltivi, case isolate e piccoli insediamenti sempre più abitati man mano si scende.

In bassa val Susa, raggiunta la prima rotonda che dà accesso diretto alla paese di Condove, si prosegue sino alla successiva dove si esce seguendo l’indicazione per Mocchie. Percorso il lungo rettilineo ascendente, subito dopo lo stop si può lasciare l’auto presso l’ampio parcheggio vicino ad un ristorante dove inizia la strada per Magnoletto.
Presa la strada per questa località, rasentata la centralina idroelettrica, appena superato il torrente Gravio ci si mantiene sullo stradello che prosegue oltre una sbarra di interdizione costeggiando per poco il corso d’acqua. Come la traccia diventa sentiero selciato si prende a salire nel bosco, a margine della strada, uscendo più sopra alle poche case di Pitonera. Fatti pochi metri, sulla sinistra riparte il sentiero che si porta a Magnoletto traversando lungamente a lato di antichi coltivi e vigne, oggi in totale abbandono. Si raggiungono così le prime case della borgata, che si attraversano sempre rimanendo sulla mulattiera dei “Castagnè”. Rasentata la chiesetta di S. Barnaba, poco fuori l’abitato si lascia la traccia che prosegue diritta per Trune prendendo a destra al primo bivio quella che subito s’inoltra ripida verso monte non segnalata alla partenza così facendo anche al bivio più sopra. Mantenendosi sulla stessa si traversa nel bosco subito raggiungendo il margine della Rovina di Mocchie nel punto in cui il pendio precipita. D’ora in avanti, per un lunghissimo tratto ascendente, si percorrerà la traccia che sale rasentando questa enorme varice, stabilizzata da tempo, scavata in passato dal torrente Gravio che di sotto scorre. Esistono anche dei passaggi per addentrarsi nella Rovina e visitarla al suo interno. Sempre stando nei pressi del precipizio, il sentierino salendo si fa sempre più evidente, superando appresso dei terrazzamenti e coltivi tornati ad essere bosco. Continuando si esce infine sull’ampia traccia che dalle Trune sale al pilone delle “Sette strade”, punto ora segnalato da un ometto. Qui giunti, volendolo, si può ancora proseguire ai limiti della Rovina, sino al margine più elevato, dove nei pressi sorge una casa, oppure proseguire sulla traccia che più avanti raggiunge la strada che da Magnoletto sale a Frassinere uscendo dove sorge il pilone delle “Sette strade”. Se si vuole abbreviare il percorso, da qui si può scendere a valle prendendo la strada che passando per la borgata Sinette e la cappella della Madonna delle Grazie, scende a Mocchie e poi a Condove. Altrimenti, sulla sinistra del pilone delle “Sette strade” parte la traccia non segnalata che porta alla Borgata Colombatti. Ampia, selciata s’inoltra nel bosco portandosi per un tratto sul versante della valle principale per poi piegare a destra e traversando per coltivi abbandonati terminare alla chiesetta di S. Lucia alla borgata Colombatti raggiunta alla fine di un lungo tratto pianeggiante.
1 ora e 45 minuti dal parcheggio.
Da questo insediamento privo di residenti fissi, parte uno stradello per Frassinere che percorso s’immette, più avanti, sulla strada asfaltata alla svolta appena superate le case di Vayr. Di qui, ancora volendolo, si può abbreviare il percorso. Altrimenti, lasciando Frassinere, si prosegue per alcune centinaia di metri verso valle stando sulla strada, sino al primo bivio, dove, lasciata quella che scende a Mocchie, si prende a sinistra la strada consortile che traversando lungamente in piano termina alle Case Oliva, abitata, raggiungendo appresso quelle di Ville con bella vista sulle borgate montane, sulla Rocca Patanua e sulla Punta Lunella. Allo slargo che segue parte uno stradello, una pista forestale, che si prende seguendo più avanti l’indicazione MTB. Una piacevole traccia, traversando inizialmente in piano nella faggeta, prende poi a scendere portandosi via via verso il fondo dove scorre impetuoso il torrente Gravio che si supera su un ponticello dopo aver rasentato i ruderi di quello che era un mulino. Oltre si continua inoltrandosi la traccia nel castagneto, stretta la dai soliti muretti, raggiungendo poco più sopra un colletto sulla via che porta alla borgate di Reno. Qui giunti la si abbandona prendendo a destra un sentierino che si fa più evidente, man mano si scende e che traversando nel bosco, dove il Gravio s’incunea producendo due ampie anse, raggiunge in breve i prati presso la soleggiata borgata Tugno, anch’essa priva di residenti fissi, che si attraversa, terminando sulla strada che la raggiunge, appena oltre il ponticello sul rio Togno. Percorsa per un tratto confluisce su quella consortile per le borgate Reno, immettendosi di sotto, fatte un paio di svolte, sullo stradone Mocchie – Frassinere presso il ponte sul torrente Gravio. Andando in direzione Frassinere si percorre un tratto di strada in ascesa sino al punto in cui, sulla sinistra, si stacca un’evidente traccia che si prende. Come ci si inoltra, per come è configurata, subito s’intuisce che anticamente dovesse essere una canaletta derivante l’acqua del torrente funzionale ad irrigare prati e coltivi o a far funzionare i magli e le fucine della borgata Martinetto, che si incontrerà più avanti più avanti, oggi in rovina.
Piacevolmente la si percorre lungamente nel chiuso della faggeta terminando poi sulla traccia che da Frassinere scende a Mocchie, sulla quale ci si immette, nel punto in cui paletti con gli anelli biancorossi segnano la via. Oltre il sottostante intaglio, superato i bivi per la borgata Sinette, in breve si raggiunge la notevole cappella della Madonna delle Grazie, con il vicino pilone. Fatte un paio di svolte discendenti, superati i ruderi di Martinetto e poi il ponte sul Gravio, appena oltre, lasciata la traccia diritta per Mocchie, si prende lo stradello a destra che scendendo raggiunge il punto in cui il corso d’acqua è captato per alimentare la centrale idroelettrica. Superato il rio Puta, sempre rimanendo sullo stradello, più avanti lo si lascia seguendo ancora l’indicazione MTB, traccia che si stacca sulla destra. Il piacevole tratto che segue porterà alla borgata Giagli. Rasentati di sotto i prati a valle di Mocchie, superata sulla destra la deviazione quasi invisibile per i ruderi di Castellazzo, un rovinato pilone, oltre un ponticello su un rio, la traccia che sale a Mocchie e la presa di un acquedotto, sempre proseguendo si raggiungono le prime case della borgate Le Coste e poi i Giagli che si attraversano. Qui giunti, volendolo, si torna a valle scendendo l’interminabile gradinatura sottostante la condotta forzata, oppure tramite sentiero. In questo caso, percorso il camminamento a lato della strada, quando termina si prende il sentiero che scende ad un primo pilone votivo, dove si prende a sinistra, e poi ad un secondo prendendo ora a destra sempre seguendo l’indicazione MTB. Scendendo a margine di muretti di recinzione di case, villette e poderi e vigne, usciti una prima volta sulla strada, dall’altra parte riprende la traccia attraversandola ancora, più sotto, alla borgata Borlera. Seguendo sempre un’evidente traccia selciata, allo stesso modo, si raggiunge di sotto un ultimo pilone, quello di S. Anna, assai panoramico sulla borgata di Condove, dove prendendo a destra con un breve traverso discendente si raggiunge al fondo la strada e poi l’ampio parcheggio dove questo anello si chiude.
2 ore e 45 minuti c.ca dalla borgata Colombatti.

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