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Escursionismo : Un anello nella valle del Sangonetto per l'alpe Palè, la fontana di Pian di Pieia e il Roc du Yermou
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/11/15 22:12
Notizia riferita al: 24/11/15
Letture: 1445

Un anello nella valle del Sangonetto per l’alpe Palè, la fontana di Pian di Pieia e il Roc du Yermou

Località di partenza: Prietto mt. 931
Dislivello: mt. 700
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Nella valle del Sangonetto, laterale a quella del Sangone, le numerose borgate adagiate sui soleggiati pendii all’Indiritto testimoniano come un tempo fosse intensamente abitata. Ora non è più così: ai pochi residenti fissi si aggiungono però quelli che le animano nei fine settimana e nella bella stagione rivalutando così parte dell’ingente patrimonio abitativo che altrimenti andrebbe perduto.
Questo itinerario partendo dal basso, dalla prima borgata della valle, Prietto, oltre Dandalera raggiunge l’alpe Palè, posta in un’incantevole conca, dove la traccia confluisce sul sentiero “Val Sangone quota 1000”salendo alla fontana di Pian di Pieia. Si percorre poi l’interminabile, però piacevolissimo traverso pianeggiante che al termine rasenta la sommità della “Bella Addormentata”, il notevole ammasso roccioso del Roc du Yermou, oltre il quale si scende alle borgate del Ciargiur dove il CAI di Coazze ha ripristinato un locale diventato ora un piccolo rifugio autogestito.
Un traverso discendente nel bosco porta poi quasi alla borgata Pantera dei Cervelli che non si raggiunge perché, poco prima, stando lungamente ai margini di una canaletta, un’altra piacevole traccia riconduce alle case di Prietto dove l’itinerario si conclude.
Ideale per l’autunno, prima che cada la neve, questo itinerario può definirsi una gradevole passeggiata in montagna perché si percorrono lunghi tratti in piano aprendosi, nel contempo, la vista sui monti della valle e sulle borgate adagiate sui pendii sino alla pianura dove, non lontana, emerge la città di Torino.

Alla rotonda posta davanti la parrocchiale di Giaveno, centro principale della val Sangone, si prosegue in direzione di Coazze superando più avanti il bivio per Pontepietra. Trascurata la strada che sale a Coazze, sempre rimanendo sul fondovalle si raggiunge il ponte presso borgata Sangonetto, che non si supera, prendendo a destra la strada che s’inoltra nel chiuso vallone a margine del corso d’acqua. Più su, fatta la svolta, appena dopo l’indicazione per Prietto si piega a sinistra subito giungendo a questa borgata, molto ristrutturata, dove si può lasciare l’auto sull’ampio piazzale posto sotto l’abitato.
Salendo tra le case alla fontana si prende a sinistra rasentando per via un rudere che resiste al tempo perché su di esso è ancora presente l’effige della Madonna. Qui inizia il sentiero che scende al torrente che si supera su un ponticello di tronchi. Risalendo brevemente dalla parte opposta si perviene alla canaletta, funzionante quando serve, che di qui parte per raggiungere al termine i prati della borgata Cervelli, nel punto in cui si trovano delle indicazioni. Lasciata la traccia che prosegue a margine della canaletta, che si percorrerà tornando, si prende invece quella verso monte per la borgata Dandalera da subito salendo un boscoso, erto pendio. Le svolte che seguono in ripida ascesa portano al bel pilone sotto le case, si dice uno dei più belli della val Sangone, dove si prosegue, ora quasi in piano, raggiungendo, più avanti, una grossa tubazione nera in polietilene, a tratti interrata, che alimenta un acquedotto. Saliti alle case della borgata Dandalera, di qui uno stradello traversando scende verso il torrente. E questo si può prendere per raggiungere l’alpe Palè. Meglio ancora, invece, percorrere il sentiero per l’alpeggio semplicemente seguendo sempre il corso di questa tubazione meno il tratto terminale prima dei ravvicinati rii. Superate le praterie a margine della borgata e una vasca-abbeveratoio, come si entra nel bosco la traccia si fa più evidente qui prendendo inizio un lunghissimo traverso quasi pianeggiante che interminabile piacevolmente taglia in pendio raggiungendo, di molto più avanti, il primo ramo del rio della Fuglia. Nel tratto che segue, sino alla strada per l’alpe Palè, occorre seguire delle rosse segnature che aiutano non poco nell’attraversamento di una zona accidentata. Subito trascurata una traccia che sale verso monte, giunti in riva al primo rio si scende al corso d’acqua, che si guada, proseguendo verso il secondo ramo che si attraversa come il primo ora su uno sbarramento in cemento Salendo oltre di poco subito si raggiunge la strada sulla quale ci si immette nel punto in cui fa la svolta. Dal fondo cementato, per quanto è ripida, s’inoltra raggiungendo, più su, le prime praterie e poi gli edifici dell’alpe Palè, posta in un’incantevole conca.
1 ora e 45 minuti c.ca dalla borgata Prietto.
Su retro delle case si trova l’indicazione per salire al Pian di Pieia coincidendo ora il sentiero con il “Val Sangone quota 1000”. Oltre una bacheca, al limite superiore di una dorsale e delle praterie a monte dell’alpeggio, la traccia prende a salire con una serie di lunghi traversi, alternati a svolte, sempre evidente e di tanto in tanto segnata da tratti di vernice rossa e gialla. Un’ultima lunga diagonale ascendente porta ad un boscoso ripiano, Pian di Pieia, dell’acero, al fondo del quale si trovano delle indicazioni presso un bivio. La traccia di destra conduce al lago Blu e poi al colle delle Vallette passando per l’alpe superiore di Giaveno, mentre quella di sinistra, subito raggiunta la fontana, prosegue verso il vallone del Ricciavrè e le borgate del Ciargiur, e questa si prende.
45 minuti c.ca dall’alpe Palè.
Inizia ora un singolare tratto, piacevole ed interminabile, che traversando lungamente quasi in piano sotto le guglie dei Picchi del Pagliaio, al termine rasenterà l’ammasso roccioso del Roc di Yermou. Il primo tratto, che porta ad uno spuntone roccioso sotto la Rocca Vù, si percorre per rocce affioranti e per le estese pietraie che contraddistinguono questa parte del versante. Superato la Rocca dei Corvi, oltre la quale alcune svolte discendenti consentono di perdere quota, si riprende a traversare stando su una geniale traccia lastricata, sorretta a valle e protetta a monte da muretti, che prosegue in piano sino alla dorsale che immette nel vallone del Ricciavrè. Lasciata la traccia e scesi di poco in breve si raggiunge la sommità del Roc du Yermou, esteso ammasso roccioso precipitante a valle, dove la vista s’apre ampissima sulle soleggiate borgate del vallone del Sangonetto da una parte, sulla piana di Giaveno sino a Torino dall’altra.
1 ora c.ca dalla fontana di Pian di Pieia.
Un breve traverso tra i rododendri riporta sulla traccia principale dove, più avanti, raggiunte delle ravvicinate tra loro indicazioni, si prende a sinistra percorrendo in discesa la boscosa dorsale che consente di raggiungere le borgate del Ciargiur. Oltre la fontana dedicata al beato Piergiorgio Frassati e la chiesetta presso quello d’Amunt, superato quello di Mezzo dove il CAI di Coazze ha allestito un rifugio autogestito, giunti al pilone posto poco dopo quello d’Aval, qui si stacca il sentiero che porta alle borgate dei Cervelli. Il lungo traverso che segue, nel chiuso del bosco, permette di scendere nella prima parte dolcemente verso valle. Più avanti, facendosi il sentiero un tantino più ripido, raggiunge un altro bel segno religioso della valle: il pilone Popioun posto su di un poggio, da dove si gode di un’ampissima veduta. Riprendendo a scendere, fatta la svolta e percorso un tratto nel castagneto, termina, più sotto, su un’ampia traccia, sulla quale ci s’immette proseguendo verso valle quasi subito raggiungendo la canaletta che, prendendo l’acqua dal torrente Sangonetto, la convoglia, quando serve, ai prati delle borgate dei Cervelli. Qui giunti, piegando a sinistra, la si segue sempre restando al suo margine. Recentemente risistemata e riattivata, s’inoltra lungamente, interminabile, raggiungendo, a conclusione di un piacevolissimo attraversamento, il torrente di valle nel punto in cui si trova l’indicazione per salire alla borgata Dandalera dove l’anello si chiude. Non resta che scendere al torrente, attraversarlo, e risalire alla borgata Prietto non prima di essere passati ancora di sotto il rudere con l’effige della Madonna.
2 ore c.ca dal Roc du Yermou.

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