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Escursionismo : Un anello per il colle del Colombardo da Muni
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 10/09/15 23:05
Notizia riferita al: 09/09/15
Letture: 1786

Un anello per il colle del Colombardo da Muni

Località di partenza: Muni mt. 1092
Dislivello complessivo: mt. 900
Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Oltre le ultime borgate e i numerosi alpeggi che costellano la montagna di Condove, in bassa val di Susa, una strada prosegue verso il colle del Colombardo dove sorge un complesso religioso di notevoli proporzioni. La strada proseguendo scende poi a Lemie nella valle di Viù.
Al colle del Colombardo ci si può arrivare anche percorrendo il sentiero 569 che partendo da fondovalle, da Condove, lo raggiunge dopo aver attraversato lungamente per borgate, boschi e alpeggi della valle del Sessi. Per lo stesso colle transita il “Sentiero Balcone”, Sb, così chiamato per le splendide vedute che concede sulle cime e sulla valle: partendo da Susa termina a S. Ambrogio dopo aver lungamente attraversato tutto l’Indiritto della bassa valle con dislivelli che vanno dai 500 a 2700 mt. di altitudine.
Sulla montagna di Condove oggi la strada arriva dappertutto. I sentieri oggi non più percorsi se non da qualche occasionale escursionista, soprattutto il sentiero balcone, tendono a perdersi confondendosi la traccia con altre dovute al transito degli animali al pascolo: la segnalazione sovente è carente e le segnature spesso inesistenti o sbiadite creano non pochi problemi.
Questo itinerario raggiunge il colle del Colombardo percorrendo nella prima parte dell’ascesa sentieri alternativi. Transitando poi per un tratto sul sentiero balcone, giunti al santuario si torna a valle stando lungamente sulla splendida traccia che scende a Condove che si abbandona prima delle Prese del Colombardo.

Superata la prima rotonda sulla statale 24 che permette di accedere direttamente a Condove, in bassa val di Susa, si prosegue sino alla successiva dove si esce seguendo l’indicazione per Mocchie. Prendendo da subito a salire con una serie di svolte e lunghi traversi ascendenti attraversando per via borgate e case sparse, la strada raggiunge Pralesio dove al bivio si prende a destra per Lajetto. Più avanti, giunti poco prima di questa borgata, si prosegue per Pratobotrile dove termina. Oltre, una strada consortile continua verso Camporossetto e Muni. Raggiunta senza problemi quest’ultima località si può lasciare l’auto nell’ampio parcheggio posto a margine.
Subito trovando l’indicazione per salire alle Prese del Colombardo, superate le poche case della borgata il sentiero s’inoltra rasentando le estese praterie poste a monte, raggiungendo, più su, presso un pilone, il bivio dove si prende a sinistra per Magnotti perché da destra si arriverà tornando dal Colombardo. Traversando lungamente nel bosco, su una traccia che perde per via quota, si scende a Magnotti passando davanti alla prima casa dove sul frontale è ancora presente una curiosa scritta. Oltre un moderno pilone il sentiero termina sulla strada che salendo da Mocchie termina a Cordòle sulla quale ci s’immette. Raggiunte le case di quest’ultima località allo slargo si trova l’indicazione per il Truc Castelletto, modesto rilievo tra la valle del Gravio e quella del Sessi. Il sentiero prende a salire nella faggeta costeggiando i soliti muretti sino ad una svolta dove si trascura la traccia di sinistra, che si perde nel bosco, per quella che percorre una boscosa dorsale, prima tra le betulle, poi tra i pini, raggiungendo più su il bivio, appena visibile, dove si lascia la traccia più evidente che sulla destra prosegue verso le Prese del Colombardo per il sentierino che s’inoltra diritto tagliando il versante ovest del Truc Castelletto stretto dagli invadenti noccioli. Più avanti, oltre una pietraia, raggiunto il colletto nord del rilievo si rimonta dalla parte opposta con già in vista le rocce delle Scalance nelle quali poi ci si addentrerà. Individuata la traccia, non sempre presente, per un lungo tratto si percorrerà fedelmente il crinale divisorio tra le due valli attraversando una zona percorsa a suo tempo dal fuoco, con molti pini rinsecchiti. Più avanti si fa più evidente e portandosi sul versante del Sessi guadagna così l’alpe di Prato Falletto da tempo abbandonata. Qui giunti, dovendo raggiungere gli alpeggi del Rat posti non lontano dal colle degli Astesiani sulla strada per il Colombardo, si possono scegliere due vie. La prima chiede di passare per successiva alpe di Prafale, anch’essa ridotta a rudere, che si raggiunge con un traverso incontrando per via una sorgente. Poi si segue fedelmente la facile dorsale che da questa s’eleva e per vaghe tracce si guadagnano i superiori piani dove si continua allo stesso modo sormontando un primo rilievo, o aggirandolo da destra, sino al un colletto dove una traccia, ora evidente, lascia i due successivi rilievi rocciosi sulla destra transitando quasi in piano sugli erbosi pendii che portano verso il colle degli Astesiani e l’alpeggio del Rat Vecchio e alla strada. Altrimenti, meglio ancora, dall’alpe di Prato Falletto si sale alla dorsale posta in alto sulla sinistra dove un sentierino taglia lungamente quasi in piano l’erboso versante portandosi in progressione verso le rocce delle Scalance. Giunti all’estremità orientale dell’ammasso la traccia s’incunea tra le rocce risalendo un facile canalino così raggiungendo la loro sommità. Segue un lungo traverso, che incontrando per via una sorgente, si porta verso i piani superiori, che si risalgono, sino a che si ha in vista l’alpeggio del Rat dove transita la strada per il Colombardo. Quello percorso è forse il tratto più interessante dell’intero anello, da non farsi però in caso di nebbia.
3 ore e 15 minuti c.ca da Muni.
Alla prima svolta della strada dopo l’alpeggio parte il sentiero balcone che al termine raggiungerà il colle del Colombardo. L’indicazione dice che siamo su un “Sentiero della Memoria”, uno dei tanti legato alla lotta partigiana e segni rossi sulle rocce evidenziano il punto in cui questo sentiero parte.
Seguirlo all’inizio è assai impegnativo confondendosi la traccia con quelle dovute al transito degli animali al pascolo. Non bisogna perdere quota cercando di mantenersi sempre quasi in piano. Più avanti la traccia, che transita sotto la strada, diventa più evidente inoltrandosi lungamente in falsopiano sino ad una aperta spalla dove in basso si scorge l’alpe della Tomba Vecchia posta sotto la rocciosa parete sud del rilievo chiamato Tomba di Matolda, nome legato ad un leggendario personaggio longobardo. Scesi all’alpe in qualche modo, avendo nel tratto discendente gli animali cancellato ogni traccia, oltre si fa segnata e evidente salendo ad un poggio sul quale è stato edificato un pilone, ora in rovina già visibile dall’alpeggio. Mutato versante, dove ora la vista s’apre sul Colombardo e sugli alpeggi sottostanti che poi si raggiungeranno, inizia un lunghissimo traverso in piano tra le praterie che contraddistinguono questo tratto, portandosi la traccia verso il colle del Colombardino dove transita la strada per il Colombardo. Salendo per un tratto ci s’immette su questa subito raggiungendo la successiva più ampia depressione del colle del Colombardo dove sorge il complesso religioso dedicato alla Madonna degli Angeli e dove una croce ricorda la Fede e l’attaccamento alla propria terra degli abitanti di queste montagne.
1 ora e 45 minuti c.ca dall’alpe del Rat Vecchio.
Tornando si percorrerà un tratto del sentiero 569 che unisce questo colle a Condove a fondovalle transitando per gli alpeggi sottostanti. Stando inizialmente su uno stradello discendente nella valle del Sessi, si raggiunge il primo dove inizia una traccia, poco appariscente ma segnata, che scende serpeggiando verso un bivio dove slavate indicazioni dicono che verso sinistra si scende a Lajetto, verso destra a Pratobotrile, e quest’ultima si prende. Oltre queste indicazioni il sentiero si fa via via sempre più evidente. Attraversati alcuni rii e rasentati i ruderi di alcuni alpeggi si scende poi ad un più corposo corso d’acqua che poi è il Sessi qui agli esordi. Superati ancora dei pascoli la traccia facendosi via via più piana entra nella faggeta. Segue un lungo, interminabile, però piacevole tratto che rasentando più avanti il pilone Gran Boschi costruito apposta per dare riparo in caso di maltempo porta poi a superare il rio Marzo presso le rocce del Salto del Bue raggiungendo più avanti il bivio dove si lascia la traccia che scende verso Pratobotrile per quella che prosegue in piano. Più avanti ancora si prende quella più a monte, che transita per le Prese del Colombardo, alpeggio che si raggiunge appena oltrepassata la Fontana del Re. Lasciato il sentiero che sale al Truc Castelletto si prosegue in piano sino ad una boscosa dorsale oltre la quale si comincia a scendere ritornando la traccia, più sotto, su quella precedentemente lasciata, sulla quale ci s’immette dopo aver effettuato alcune di svolte nella pineta. Un lungo traverso di spostamento, quasi in piano, nel chiuso del bosco, porta la traccia a scendere raggiungendo infine il bivio per Magnotti dove questo anello si chiude. Non resta a questo punto che percorrere l’ultimo tratto discendente che riconduce a Muni.
2 ore e 30 minuti c.ca dal Colombardo.

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