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Escursionismo : Un breve anello nella conca dei Tredici Laghi sino alla Punta Cialancia
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 01/08/15 16:09
Notizia riferita al: 29/07/15
Letture: 2000

Un breve anello nella conca dei Tredici Laghi sino alla Punta Cialancia.

Località di partenza: Bric Rond all’arrivo del 2do tratto di seggiovia mt. 2477
Dislivello complessivo: sui 400 mt.
Tempo complessivo: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

All’incantevole, ampissima conca dei Tredici Laghi, a monte di Prali in valle Germanasca, si può salire da fondovalle percorrendo alcune tracce che la raggiungono, ma da tempo ci si può anche arrivare utilizzando un impianto di seggiovia che in due tronconi porta ai quasi 2500 mt. del Bric Rond. Ciò permette a chiunque di accedervi senza particolari difficoltà, potendo così conoscere e godere di un ambiente alpino particolarmente bello, vario e suggestivo dal punto di vista paesaggistico, nonché visionare, volendolo, le ingenti opere militari, caserme, vari manufatti, ardite e geniali mulattiere che la percorrono, tutto oramai in completo disfacimento: all’interno della conca sono state realizzate dai nostri alpini molto più di cent’anni fa in molte estati di duro lavoro come riportato delle ancora visibili scritte incise sulle rocce.
Di qui parte anche l’interessantissimo e mutevole percorso, un’importante via alpina, che al termine di un lungo tragitto fatto di continui saliscendi, raggiunge il rifugio del Lago Verde e poi il fondovalle.
In questo breve itinerario, per tutti invece, dopo aver guadagnato il lago Ramella, detto anche “Dei cannoni”, raggiunto prima il passo e la vetta della Punta Cialancia e il passo Roux, si scende poi all’estesa conca e ai suoi numerosi laghi traversando lungamente sui resti di una geniale traccia che porta ai ricoveri Perrucchetti, al lago dell’Uomo, dai quali in breve si risale alla stazione terminale della seggiovia.

Giunti a Perosa Argentina, all’inizio della valle del Chisone, si prende a sinistra per Prali e la valle Germanasca. Superato l’abitato di Pomaretto subito la strada si addentra all’interno della valle e oltrepassando piccole borgate e case sparse raggiunge Perrero e poi il Ponte Rabbioso dove ancora si prosegue sempre in direzione di Prali. Incuneandosi la strada nella stretta valle, con gli edifici, i manufatti e le miniere di talco specifici di questi luoghi, più su, oltre l’abitato di Villa dove inizia il grande piano, si perviene a Ghigo di Prali. Appena superato il torrente si piega a destra ed in breve si giunge al grande slargo a margine dell’impianto di seggiovia dove si può lasciare l’auto.
In una mezz’oretta, con due tronconi, questo moderno impianto di risalita conduce comodamente ai 2477 mt. del Bric Rond dove, subito raggiunto un punto panoramico, la visuale s’apre sull’ampia conca dei Tredici Laghi e sulla cerchia di monti che le fanno da corona. Tralasciato il sentiero che lungamente scende verso la conca, ai laghi ed ai ricoveri, già evidenti, che si percorrerà tornando, si prende il sentiero segnato che con una breve salita porta ad una superiore casupola bianca dove la traccia comincia a traversare, per alcuni tratti in falsopiano, gli erbosi pendii al di qua del Cappello d’Envie che dall’altra parte precipitano verso il sottostante lago. Proseguendo sul crinale, con alcuni saliscendi la traccia si porta verso un corto canalino attrezzato, per nulla pericoloso, che si discende prima di intraprendere il tratto in piano che consente di raggiungere il lago Ramella o Rametta, detto anche “Lago dei cannoni”. Una bacheca sulla riva illustra ampiamente e spiega nei dettagli il perché di questo nome. Se non bastasse, di poco a margine, si trovano ancora in discrete condizioni un paio di questi residuati bellici che danno il nome allo specchio d’acqua. Dal lago è visibile l’ampia sella del passo della Cialancia che separa la Punta Founset, a sinistra, dall’esteso, quasi piatto ammasso roccioso culminante con la Punta Cialancia, a destra. Fatta la svolta e traversando lungamente su un detritico pendio si raggiunge il passo della Cialancia che comunica con il vallone omonimo. In vista, oltre la geniale e ancor ben conservata strada militare che sale da fondovalle, una delle “Strade dei cannoni”, ci sono i due laghi ed il crinale di monti che dal Gran Truc termina al passo Roux. Qui giunti si trova l’indicazione per raggiungere questo passo. La traccia che si prende, assai rovinata nel primo tratto, prende da subito a salire negli sfasciumi dove una serie di ripide svolte ascendenti consentono di guadagnare quota prima del lungo traverso tagliante i ripidissimi pendii che strapiombano sulla sottostante conca. Si percorrono tratti aerei, mai esposti, dove predominano rocce rossastre molto solide, che portano all’evidente intaglio dove, d’improvviso, appare in primo piano la detritica mole del monte Cornour avendo sullo sfondo altre cime tra le quali emerge, tra tutte, quella del Viso. Poco prima, sulla destra, un ometto segnala il punto in cui si stacca la breve traccia che porta in vetta alla Punta Cialancia mt. 2855, contrassegnata da un grosso ometto, che facilmente si raggiunge.
2 ore c.ca dalla stazione d’arrivo della seggiovia.
Proseguendo sulle rocce di cresta non è difficile scendere all’intaglio di cui s’è detto dove la geniale traccia, con svolte prima discendenti e poi ascendenti, raggiunge i ruderi degli edifici al passo Roux, esteso crinale che comunica sulla sinistra con la parte alta della Valle d’Angrogna, sulla destra con il vallone degli Invincibili della val Pellice. Qui giunti, oltre alcune indicazioni, una cassetta metallica protegge il quaderno di una vetta che non c’è. Come si affrontano le svolte sul discendente pendio verso la conca dei Tredici Laghi, laghi molti dei quali ora in vista da questa posizione, la traccia si fa assai rovinata perché franata in più punti. Si scende per sfasciumi e rocce rotte verso la sottostante depressione del passo Rametta; quando si comincia a traversare la traccia si fa più piana, decisamente migliore, raggiungendo, più avanti, la svolta dove parte il sentiero per il monte Cornour ora incombente. La salita alla cima di questa montagna è facile, ma non banale, un tantino impegnativa: volendolo si raggiunge la croce di vetta e si ritorna in un paio d’ore scarse percorrendo l’erto crinale. Altrimenti, oltre la svolta, la traccia riprende a scendere portandosi dolcemente e con gradualità verso il fondo della conca superando e aggirando le asperità del terreno. Così lungamente continuando, trascurate alcune deviazioni segnalate per il lago Ramella, dei cannoni, si raggiunge il grande edificio del ricovero Perrucchetti e le altre costruzioni fatiscenti che seguono. Nei pressi, la traccia che si diparte sulla sinistra, prima del rio si divide: quella che lo attraversa è l’imperdibile via alpina per il col Giulian, il passo di Brard, il colletto della Gran Guglia e il rifugio del Lago Verde; l’altra è quella che scende direttamente a valle, il sentiero 204/GTA che si può prendere qualora si volesse fare un buon tratto aggiuntivo di cammino. Altrimenti, alle costruzioni fatiscenti, piegando a destra subito si raggiunge il lago dell’Uomo. Qui parte anche l’evidente, segnata traccia che salendo riporta alla stazione terminale della seggiovia. Un lungo traverso in moderata ascesa taglia l’erboso, detritico pendio raggiungendola. Giunti all’impianto si chiude anche l’anello.
1 ora e 30 minuti c.ca dalla vetta della Punta Cialancia.

Coloro che volessero informazioni relative all’itinerario congiungente la conca dei Tredici Laghi al rifugio del Lago Verde, con discesa a valle, consiglio di cercare, tra le gite di Beppe 46, quella titolata: “Un anello dalla conca dei Tredici Laghi al rifugio del lago Verde” del 03/08/2011

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