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Escursionismo : Un anello da Sea di Torre al monte Vandalino passando per il Castellus
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 07/06/15 09:31
Notizia riferita al: 05/06/15
Letture: 2444

Un anello da Sea di Torre al monte Vandalino passando per il Castellus

Località di partenza: Sea di Torre mt. 1255
Dislivello complessivo: mt. 1100
Tempo complessivo: 6 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n ° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Al monte Vandalino, che con i suoi 2125 mt. domina l’abitato di Torre Pellice, si sale normalmente percorrendo il sentiero, oppure lo sterrato, che partendo da Sea di Torre, sulla dorsale che separa la valle principale da quella d’Angrogna, lo raggiunge: questa sarà la traccia che si utilizzerà per tornare.
In questo itinerario, pur avendo come punto di partenza sempre la Sea di Torre, prima di ascendere al monte con un lungo tratto fatto di continui saliscendi si raggiunge prima il Castellus, uno dei simboli della valle, poi le poche case di Gardetta dove termina una pista forestale che giunge direttamente da Villar Pellice. Da qui si sale in vetta al monte Vandalino utilizzando una traccia poco segnata, seppur sempre evidente, che confluisce su quella che sale da Sea di Torre di poco a monte dell’alpe Vandalino guadagnando infine la cima del monte contraddistinta un grosso ometto di pietre.
Più lunga rispetto alla salita tradizionale, faticosa a tratti e stancante, seppur diversa, più appagante perché più alpinistica, questa traccia alternativa s’incunea tra le dirupate pendici sud del monte di cui si guadagna la cima percorrendo un impegnativo, aereo tratto che precipita sulla valle, mai esposto, comunque sempre assai panoramico.

Raggiunta la val Pellice, superato il secondo semaforo di Torre Pellice, oltre il campo sportivo e i giardinetti, si prende a destra la via Volta e poi subito a sinistra la via Beckwith che si percorre per un tratto sino alla via Manzoni dove si svolta destra sino allo stop. Oltre diventa la via Ravadera, che con un lungo traverso tra case e ville si porta alla fontanina dove si prende a sinistra la via Rossenghi. Si sale attraversando minuscole borgate e case sparse sino al superiore bivio dove ancora si prende a sinistra sempre seguendo l’indicazione per Sea di Torre ed il rifugio Barfè. La strada, stretta ma sempre asfaltata, prende a salire assai ripida un boscoso versante con una lunga serie di ravvicinate svolte ascendenti che le fanno rapidamente guadagnare quota. Un paio di tratti di sterrato, quando la pendenza cessa, consentono infine si raggiungere Sea di Torre, località posta sulla dorsale che separa la valle principale da quella d’Angrogna. Al bivio, dove da una parte inizia lo sterrato per l’alpe Vandalino, dall’altra il segnalato stradello per il rifugio Barfè, si può lasciare l’auto.
Preso lo sterrato per l’alpe, lo si percorre per pochi metri per poi piegare a sinistra per la traccia inerbita che porta ad una spianata a margine di una disastrata tettoia posta sotto una casetta bianca. Al fondo partono due sentieri: quello di sinistra scende a valle e si trascura mentre quello di destra, il sentiero 132 segnato di biancorosso e con tratti gialli, che subito prende a salire costeggiando la recinzione di una villa, porta al Castellus. Alternando lunghi tratti in piano ad altri dove si sale o si scende praticando ripetute svolte, la traccia s’inoltra alla base delle rocciose, dirupate pendici est del monte Vandalino sempre evidente, mai esposta o pericolosa. Lungamente continuando si guadagna infine un colletto sulla dorsale che scende al Castellus dove si prosegue sull’opposto versante. Fatta la svolta si raggiunge un punto più basso sulla stessa dorsale dove si trovano delle indicazioni. Alla cima del vicino Castellus mt. 1416 si arriva in pochi minuti traversando tra le rocce che contraddistinguono il rilievo. Dalla vetta la vista s’apre ampissima sui monti e sulla valle.
1 ora e 15 minuti c.ca da Sea di Torre.
Tornati alle indicazioni si prende la traccia per Bonnet e Gardetta. Scendendo un boscoso pendio, un chiuso lariceto, con una lunga serie di svolte si perdono, sino al guado sul rio Carofrate, c.ca 170 mt. di dislivello. Trascurata, dopo la decima svolta, la traccia sulla sinistra che porta a Bars d’la Tajola e poi, subito dopo, quella che scende a valle, a questo bivio si prende a destra per Gardetta e il Vandalino, sempre rimanendo sul “Sentiero del Picchio”. Si sale e guadati due rii si supera la dorsale che rimette nel bosco. Il tratto che segue, quasi in piano, conduce infine alle poche case di Gardetta mt. 1264 dove termina uno stradello – pista forestale che sale sin qui dalla borgata Ciarmis di Villar Pellice.
1 ora c.ca dalla cima del Castellus.
Dalla partenza, in più di due ore di cammino, non s’è guadagnato un metro di quota percorrendo, in questa prima parte dell’itinerario, un lungo tratto fatto di continui saliscendi. Da Gardetta parte il sentiero alternativo per il monte Vandalino dovendo superare, per raggiungerne la cima, 900 mt. scarsi di dislivello. Fatta provvista d’acqua alla fontana si prende la traccia, inizialmente uno stradello inerbito, che lascia le case inoltrandosi verso monte. Fatte un paio di svolte, più avanti ci s’immette sul sentiero, non segnalato alla partenza, poco segnato, comunque sempre evidente, che subito s’inoltra nella faggeta. Lastricato, con gradinature che facilitano l’ascesa, procedendo s’incunea sempre più verso il fondo così guadagnando il punto in cui la vegetazione arborea cessa giungendo alla base di un erboso, ripido pendio dove si affrontano le numerose svolte e brevi traversi, sempre in forte ascesa, che consentono alla traccia di alzarsi, guadagnando alla sommità un colletto sulla dorsale che scende verso il Castellus. Qui giunti ci si porta sull’opposto versante e perdendo un poco di dislivello si giunge così ad un rigagnolo superato che si ha si riprende a salire. Come in precedenza anche qui inizia una lungo tratto ascendente fatto di continue, ravvicinate svolte che consentono alla traccia di alzarsi guadagnando via via progressivamente quota. Superato ancora un rigagnolo si raggiungono infine le superiori, erbose praterie dove la pendenza in parte si smorza. Sempre continuando stando su una traccia che si fa sempre meno evidente, dove le segnature di proposito aumentano, ci si avvicina sempre più al bianco, grosso pannello di un ripetitore, che già si nota da fondovalle, dove, prendendo verso monte, di poco sopra ci s’immette sulla traccia che sale alla cima provenendo dall’alpe Vandalino. D’ora innanzi, stando sempre sul crinale già avendo in vista il grosso ometto che segnala la vetta, si prosegue su un sentierino evidente e segnato che permette infine di guadagnare la cima del monte Vandalino mt. 2125, vetta assai panoramica sui monti, soprattutto sulla valle principale, sulla valle d’Angrogna dove in basso emerge Pra del Torno, sul colle della Vaccera, sul monte Servin e sul lungo crinale che porta al Gran Truc e molto altro ancora.
2 ore e 30 minuti c.ca da Gardetta.
Tornando sui propri passi, sin quasi al ripetitore, si prende poi a sinistra la traccia che scende all’alpe Vandalino sempre rimanendo sull’erbosa dorsale. L’alpeggio è servito da una strada d’accesso che lo raggiunge, che si può utilizzare per tornare a valle, a Sea di Torre. Lunga, interminabile, assolata, sempre in discrete condizioni, ha il pregio di scendere con pendenza regolare e costante, non stancando. Non avendo fretta è consigliabile. Altrimenti, all’alpeggio, parte anche un sentiero che, come la strada, conduce a Sea di Torre dove questo anello si chiude.
1 ora e 30 minuti c.ca dal monte Vandalino.

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