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SciAlpinismo : Appunti dalla Gran Rossa
Autore: vecchiomio (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 12/03/15 22:39
Notizia riferita al: 12/03/15
Letture: 740

Bollito
Lo so che se mangio carne a cena poi dormo male, ho gli incubi, ma c'era il bollito con le salse e l'antipasto di verdurine alla piemontese, e non ho resistito. Così nel cuore della notte sono arrivati gli ultras del Feyenoord, mi hanno preso in ostaggio e dopo una breve incomprensibile discussione mi hanno ceduto ai fanatici dell'Isis in cambio di 5 casse di birra, tre coltelli e un passamontagna. Quando il tagliagole incappucciato mi si è avvicinato minaccioso brandendo la lama, mi sono svegliato di colpo con la fronte sudata come avessi fatto 500 metri di dislivello di corsa, ma rinfrancato dal fatto di vivere in una democrazia imperfetta e ingiusta. Ho guardato l'ora: solo le 2, ne mancavano 4 alla sveglia. Da lì in poi ho cominciato a perdermi nelle curve della memoria e nei vicoli cupi di presagi nefasti. Anche la gita tranquilla programmata per l'indomani insinuava dubbi insensati del tipo:
-ci sarà la nebbia in autostrada (??!!)
-bucherò una gomma in autostrada?
-ci sarà il primo sciopero nazionale degli addetti agli impianti sciistici?
-si incepperà il motore dell'ovovia di Chardonney?
-si romperà il puntale dell'attacco di uno sci alla prima curva?
e via di seguito.
Alle 4 ho preso la difficile decisione: il giorno dopo avrei appeso gli sci al chiodo per sempre. Niente più contrattazioni e mediazioni, compromessi, sensi di colpa, levatacce domenicali e lunedì strascicati. D'altra parte prima o poi bisogna pur smettere e forse è meglio farlo prima del declino totale delle forze...Alle sei la sveglia è suonata e mi ha svegliato, mi sono trascinato in bagno e poi ho frugato nel cassetto degli attrezzi ma non ho trovato un accidente di chiodo adatto per appenderci gli sci, così mi sono vestito da montagna, ho messo gli assi in macchina e sono partito.
Il cielo era sereno, cominciava a schiarire e con la luce dell'alba d'incanto gli ultras del Feyenoord e i combattenti dell'Isis a poco a poco si sono ritirati nel loro mondo di primitive e salvifiche fedi, e con loro ogni altra ombra della notte, mentre dalla tangenziale ancora deserta si vedevano le montagne innevate emergere dalla foschia: lì, da qualche parte, nel tepore delle loro tane, stavano ancora sonnecchiando i demoni buoni che le abitano.

Sono già stato qui
Alle 9 e un quarto siamo sulla Cimetta Rossa senza alcun merito: ci hanno portato su l'ovovia e la seggiovia. La conca di Dondena, dal col Larissa alla Finestra di Champorcher, dal Mont Glacier a Cima Piana ci accoglie nel blu terso del cielo.
"Sono già stato qui in un altro incanto" canta un poeta, e anch'io sono già stato qui nell'incanto dei vent'anni, e poi altre volte. Sostiamo un minuto ad osservare tutto l'itinerario, la linea invisibile che si dipana fino alla nostra meta, scendendo a Dondena e risalendo tra dolci avvallamenti e poi con un pendio più ripido al colle tra il Glacier e la Gran Rossa. Gli sciatori di pista non la notano, quella linea sinuosa evidente, immuni dalla malattia visionaria degli alpinisti con gli sci. E' là, logica ed essenziale, quasi un'opera d'arte, già presente al tempo dei mammut, così come le linee del David di Michelangelo erano già nel marmo dei monti di Carrara prima che lui le tirasse fuori con lo scalpello. Sotto la Gran Rossa un dubbio: pendio-canale di sinistra o pendio di destra? La carta approssimata 1:50.000 e la fretta ci fanno propendere per il colle di sinistra, un po' più alto, il primo situato immediatamente a destra della cresta Est del Glacier. Da li un facile dosso/crestina di 50 metri ci porta sulla cima, dalla quale vediamo, un po' più a Est, la vera cima, una cinquantina di metri più elevata e fattibile con gli sci fino in punta. A me basta questa bella cima e dal colle scendo il canale-pendio prima che la neve molli ancora e mi fermo in contemplazione un po' più giù. Andrea invece non ha digerito di aver inciucciato la cima e quindi dopo essersi abbassato di cento metri traversa a destra e risale fino sulla punta della Gran Rossa. Poi è la consueta successione di curve su neve discreta fino alla strada di Dondena che seguiamo fino al raccordo con il ponte di La Magdaleine e all'omonimo skilift che ci consentirà di raggiungere la pista che scende a Chardonney.

I vecchi e i bambini
Un bambino di 8 o 9 anni, seduto sulla neve all'inizio della pista, con un piede agganciato alla tavola, sta aspettando l'amico con gli sci. Gli chiediamo se quella è la pista che scende a Chardonney e lui conferma e ci chiede:
-Non conoscete le piste? Non siete mai venuti a sciare qui?-
-No- rispondo non siamo mai venuti.-
Ci guarda un po' dubbioso poi dice:
-Questa pista è molto gelata e terrosa, difficile!- e sottintende:
-Siete sicuri di farcela voi due? Io ti ho avvisato nonnetto, non venirti poi a lamentare da me!-
Gli rispondo che in effetti non siamo molto bravi a sciare in pista, ma cercheremo di cavarcela per portare a casa le gambe intere, lo salutiamo e ci avviamo.
Dopo nemmeno un minuto i due ci sfrecciano di lato saltando con lunghi voli le cunette e sfidando gli alberi, le reti di protezione e i baratri che qua e la fiancheggiano la pista.
Noi invece abbiamo la buona scusante che i nostri sci non tengono niente sulla neve compatta e ghiacciata, così scendiamo piano, sostando ogni tanto per bere, mangiare, respirare, guardare, nell'illusione di rallentare il tempo prezioso del giorno che ci resta.

https://www.youtube.com/watch?v=xMc7cXH4vJ8


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