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Escursionismo : Un anello da S. Didero a Maffiotto - La Rocca Fourà
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 06/03/15 00:19
Notizia riferita al: 03/03/15
Letture: 2212

Un anello da S. Didero a Maffiotto – La Roca Fourà

Località di partenza: S. Didero mt. 420
Dislivello: mt. 900
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficolta: E Un tratto: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

In val di Susa, sui soleggiati versanti esposti all’Indiritto, dove la neve poco si ferma, prosperavano un tempo numerosissime borgate, piccoli insediamenti e alpeggi: oggi tutti pressoché abbandonati e privi praticamente di residenti. Una fitta rete di sentieri li collegava tra di loro o conducevano a fondovalle dando al montanaro la possibilità di comunicare, intrecciare rapporti, vendere i propri prodotti e rifornirsi di quanto gli era indispensabile per la propria sopravvivenza.
Partendo da S. Didero, piccolo comune della bassa val di Susa, sia per salire che per scendere questo itinerario utilizza appunto alcuni sentieri oggi non più frequentati. La strada, oramai arrivando dappertutto, li ha resi inutili ed inservibili: le lucide pietre del selciato testimoniano che un tempo dovevano essere assai percorsi, da uomini e da animali.
Salendo a Maffiotto, un tempo grossa borgata dove oggi l’abbandono è tanto, lungo la via si oltrepassano piccoli insediamenti da tempo in rovina, molti fatiscenti, dove un tempo esistevano coltivi e prati falciati, prosperava la vite, dove gli estesi terrazzamenti testimoniano l’immane fatica del montanaro per strappare ai ripidi pendii minuscoli fazzoletti di terra da coltivare.
Sia per ascendere che per tornare a valle, come detto, si percorrono sentieri oggi percorsi per lo più solo dai cacciatori nella stagione venatoria o da qualche occasionale escursionista Particolarmente impegnativo, da affrontare con cautela, il tratto che da Campo Valente riporta al pilone votivo a monte di Miloro.
Un itinerario, questo, per coloro che amano percorrere mulattiere e sentieri che partendo da fondovalle raggiungono le borgate montane dove la vista s’apre ampissima sulla valle e sui monti alla ricerca di testimonianze di tempi perduti che mai più torneranno.

Raggiunto il grosso centro di Borgone, in bassa valle di Susa, dove le strade statali s’incrociano ci si mantiene sul lato destro della valle più avanti raggiungendo l’indicazione per S. Didero. Abbandonata la statale e superata la ferrovia, presso l’ampio parcheggio posto all’inizio dell’abitato si può lasciare l’auto.
Percorsa la via Abegg, che più avanti diventa via Frassinere, si prende uno stretto stradello che oltre le ultime case sale alla chiesa di S. Desiderio, che domina la borgata, oltre la quale parte l’ampia selciata ma non segnata traccia che porta ad alcune borgate montane di Borgone.
Alternando tratti dove si sale di poco ad altri più ripidi, sorpassato un pilone votivo, giunti ad una casa dove si trascura un sentiero che scende a valle, si prosegue affrontando alcune svolte che consentono alla traccia di inerpicarsi sul soleggiato, arido pendio. Giunti alla terza, si lascia quella più evidente, che prosegue verso monte, per quella che continuando in piano s’addentra nel boschetto di roveri. Sempre traversando più avanti, oltre alcuni ruderi si raggiungono i prati e poi le case della borgata Toto dove parte la traccia per la Leitera Inferiore, che si utilizzerà per tornare.
Superato l’alveo del rio Maometto ci si immette sulla strada in località Mondaneira proseguendo per un buon tratto in piano sino alla chiesetta di S. Lucia dove si prende il sentiero che s’alza a lato dell’edificio sacro. Costeggiando nel procedere prati terrazzati si giunge così al punto in cui piegando a sinistra la traccia si porta verso monte. Di qui, volendolo, facendo una deviazione si può raggiungere l’antro delle Roca Fourà dal quale si estraevano le pietre utilizzate per le macine dei mulini. Al fondo una spiegazione dettagliata di come arrivarci.
Ora si percorre, per un lungo tratto verso monte, una piacevole traccia selciata, stretta dai soliti muretti, rasentando così via via piccoli insediamenti accanto a prati, coltivi e vigne, oggi tutti in rovina ed in totale abbandono dove i rovi la fanno da padrone. Così lungamente continuando si raggiungono le case Rouru dov’è presente una fresca fontana. Superato nuovamente l’alveo dell’asciutto rio Maometto, subito dopo si stacca sulla sinistra una traccia: anche questa si prenderà per tornare. Proseguendo invece sempre su quella principale si raggiunge un piccolo slargo dove termina la strada che scende sin qui da monte, dall’Airassa passando per Vianaudo e Miloro. Volendolo la si può prendere. Meglio proseguire ancora brevemente sul sentiero percorrendo un chiuso canalino oltre il quale si trovano i ruderi di un ultimo insediamento, Gerbi, assediato dai rovi, terminando la traccia più su sulla stessa strada nei pressi di una casa isolata sulla quale ci si immette. Fatta la svolta, superate in ascesa le case riattate di Miloro, la strada facendo un’ampia svolta verso destra si porta all’aperto punto in cui a margine sorge un pilone votivo. Sulla sinistra, addentrandosi nelle praterie, un disagevole sentiero raggiunge l’insediamento di Campo Valente già in vista sull’opposto versante: anche questo lo si prenderà per tornare. Proseguendo lungo lo stradello che sale, appena fatte due svolte ravvicinate, sempre sulla sinistra parte una traccia non segnalata alla partenza tantomeno segnata. Percorsa porterà a Maffiotto ed è quella che gli abitanti la borgata utilizzavano per scendere a Borgone. All’inizio stretta dalla vegetazione, diventa via via più evidente man mano che s’inoltra salendo un ripido versante nel bosco. Dal suo stato subito s’intuisce come oggi sia poco percorsa sebbene sia ampia, ben fatta, più avanti sorretta a valle da muretti. A suo tempo doveva essere assai frequentata, oggi forse solo più dai cacciatori. Salendo con pendenza costante, fatte alcune svolte, due ravvicinate altre due distanziate, superata una dorsale, la vista s’apre più su sulle case di Maffiotto dove spicca il bel campanile. Il lungo, interminabile traverso nella faggeta che segue porta la traccia in moderata ascesa verso la borgata, con gli estesi terrazzamenti che la anticipano, raggiungendo prima le case di Bar e poi quelle di Maffiotto. Che questo fosse un tempo un grosso borgo montano lo si evince dalla grande chiesa con campanile e dal cimitero aprendosi la vista ampissima sulla valle e sui monti dell’opposto versante.
3 ore e 30 minuti c.ca da S. Didero.
Traversando tra le case, oltre la leggendaria “Cantina dei Calzolai”, sulla destra, all’interno di una nicchia che l’ha ben conservata, c’è una delle più belle immagini di Madonna con Bambino della valle. Merita di salir sin quassù solo per vederla. Fuori le case, passato il cimitero, si prende per un tratto il sentiero balcone che porta a Bigiardi per poi lasciarlo per la selciata traccia che scende a valle ripulita in un passato recente dall’invadente vegetazione. Anche questa, un tempo assai percorsa, era quella che gli abitanti di Maffiotto utilizzavano per scendere a S. Didero. Quando il pendio si fa più ripido intervengono alcune svolte che riducono la pendenza. Così continuando, superati più avanti i ruderi della chiesetta della Trinità, si raggiunge un aperto poggio, privo di vegetazione, con vista ampissima sulla valle, dove, di poco sotto, segnalato da un ometto, si stacca sulla destra il sentiero che, raggiunto il pilone votivo della Consolata presso uno stradello, riprende dalla parte opposta. Transitando più sotto per gli insediamenti di Fontano, della Leitera Superiore ed Inferiore, raggiunge infine a fondovalle S. Didero. E questa è la soluzione più semplice e rapida per tornare senza problemi. Altrimenti, proseguendo sul sentiero, giunti alle pericolanti case Garel, si prende lo stradello che scende. Fatta la svolta, subito dopo la successiva, si piega a sinistra per Campo Valente, borgata dove la rovina è tanta. Di sotto le case parte la traccia che porta al pilone votivo sopra Miloro. Di per sé non impegnativa, lo sono l’attraversamento dei quattro incassati rii che si incontrano per via in quanto ricolmi di vegetazione abbattuta che impedisce quasi di proseguire rendendo difficoltosi gli attraversamenti. Questo tratto è riservato a escursionisti esperti, che abbiano dimestichezza a muoversi in ambienti così configurati. Continuando, superato per via un fatiscente insediamento oltre il quarto rio, dove conviene tenersi bassi, giunti al successivo bivio si prende verso monte. Dopo un tratto quasi chiuso da spinosi arbusti si esce infine sulla strada che sale a Vianaudo presso il pilone votivo a monte di Miloro già incontrato salendo. Più sotto, fatta la svolta, giunti alla casa isolata, si prende il sentiero già percorso che porta al bivio che c’è poco prima della fontana di Rouru. Qui giunti si lascia la traccia principale prendendo a destra un sentiero non segnato, né segnalato che subito s’inoltra nel bosco. Alternando lunghi tratti quasi in piano ad altri dove s’abbassa sempre di poco, fatte un paio di svolte, termina più avanti su una più ampia traccia sulla quale ci s’immette: è quella che congiunge la borgata della Leitera Inferiore con Toto che si prende verso valle costeggiando sulla sinistra il bosco, sulla destra delle ampie praterie. Si raggiungono così al fondo le case di Toto e la traccia già percorsa salendo, nel punto in cui questo anello si chiude. Non resta che piegare a destra ripercorrendo in senso inverso la strada già fatta, quella che passando per il pilone votivo conduce alla chiesa di S. Desiderio, infine a S. Didero.
2 ore e 30 minuti c.ca da Maffiotto.
ACCESSO ALLA ROCA FOURA’
Oltre la chiesetta di S. Lucia, al bivio dove la traccia piega verso monte, si prosegue diritto prendendo quella che scende. Fatte alcune svolte, costeggiando vigne in abbandono si giunge al cartello con l’indicazione per la Roca Fourà. Qui giunti si segue il sentierino che va verso monte raggiungendo più su il punto il cui parte un tratto attrezzato, fatto di una scalinatura metallica, a cui seguono altri scalini scavati direttamente nella roccia. Segue un ripido tratto che immette nell’antro dove ancora si vedono, sulle pareti, anche sul soffitto, macine da mulino appena abbozzate, per cui si comprende la tecnica usata per la loro estrazione.
Nell’economia della gita il tempo impiegato per questa interessante deviazione ammonta a c.ca 45 minuti.

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maurob
Inviato: 17/2/2018 19:34  Aggiornato: 17/2/2018 19:34
Matricola
Iscritto: 1/3/2014
Da: Borgone Susa
Inviati: 5
 Re: Un anello da S. Didero a Maffiotto - La Rocca Fourà
Il sentiero tratteggiato sulla Fraternali è la vecchia mulattiera che collegava Prarotto a Maffiotto, l’ho già percorso ed è difficilmente percorribile, migliora arrivando verso Maffiotto. Il sentiero che dico io parte ancora dopo, già nei prati di Prarotto, dove la mulattiera che scende allAirassa si infila tra i due muretti (ormai in rovina) sul l’estrema destra dove iniziano i pini. Comunque ho avuto il tempo di salire da Miloro lungo la mulattiera che sale a Maffiotto ( foglie fino al ginocchio) e ho raggiunto un grosso bivio, a sx si continua X Maffiotto che nella mezza curva successiva si inizia a intravedere, a dx presumo si salga direttamente a Prarotto, però era ormai buio e ho dovuto desistere.

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f.senore
Inviato: 20/2/2018 16:59  Aggiornato: 20/2/2018 16:59
Guru
Iscritto: 26/5/2005
Da: Sant'Ambrogio di Torino
Inviati: 279
 Re: Un anello da S. Didero a Maffiotto - La Rocca Fourà
Ho fatto la vecchia mulattiera che sale da Miloro un paio di volte, confermo le foglie.
L'unico grosso bivio che ricordo è poco prima della cresta dove si cambia vallone, ma è solo una biforcazione temporanea: le due strade si riuniscono poco sopra. Sono anche segnate sulla carta Fraternali.
Comunque la carta IGM al 25000 segna un sentiero dove dici tu, tutto sta nel vedere se è ancora praticabile.

Autore Commento
maurob
Inviato: 21/1/2018 22:48  Aggiornato: 21/1/2018 22:48
Matricola
Iscritto: 1/3/2014
Da: Borgone Susa
Inviati: 5
 Re: Un anello da S. Didero a Maffiotto - La Rocca Fourà
Innanzitutto complimenti per le recensioni sempre precise e molto ben dettagliate. In merito a questa escursione volevo chiederle se lungo la mulattiera che da Miloro porta a Maffiotto ha trovato un bivio con una traccia sulla destra che in teoria dovrebbe salire direttamente a Prarotto. Le porgo questa domanda perché da Prarotto un po’ dopo la chiesetta seguendo la traccia che scende per l’Airassa sulla destra non segnata e difficile da individuare parte un sentiero in discesa che presumo possa intersecare la mulattiera da lei descritta. Non ho ancora potuto verificare. Grazie

Autore Commento
f.senore
Inviato: 10/2/2018 21:44  Aggiornato: 10/2/2018 21:44
Guru
Iscritto: 26/5/2005
Da: Sant'Ambrogio di Torino
Inviati: 279
 Re: Un anello da S. Didero a Maffiotto - La Rocca Fourà
La carta Fraternali riporta un sentiero che parte da dove dici tu e scende fino a Bar passando poco sotto la strada. E' segnato tratteggiato: dovrebbe voler dire che è complessivamente poco visibile.
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