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Escursionismo : Un anello dal colle Cro per i monti Freidour e Tre Denti
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 21/12/14 00:32
Notizia riferita al: 19/12/14
Letture: 3049

Un anello dal colle Cro per i monti Freidour e Tre Denti

Località di partenza: Colle Cro mt. 1155
Dislivello complessivo: mt. 650 c.ca. Tutto l’itinerario è però un continuo saliscendi
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E Alcuni tratti: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali editore

Partendo già in quota, dal colle Cro, questo itinerario fatto di continui saliscendi raggiunge prima la vetta del monte Freidour poi, sempre proseguendo sul crinale divisorio tra le valli della Chisola e del Noce, la vetta del monte Tre Denti.
Sul monte Freidour sorge un alato monumento eretto a ricordo di otto aviatori inglesi che qui persero la vita: il loro aereo si schiantò infatti su questa cima nel corso di operazioni aventi l’intento di portare aiuto alla Resistenza. Proseguendo per cresta, superati i colli Aragno, si può salire in vetta al monte Tre Denti dove opportunamente attrezzati consentono di raggiungere prima la Madonnina poi la cappella posta sulla cima orientale. Scesi al colle della Bessa, e da questo ad una pista forestale, un lungo traverso conduce alla Roccia Castellar da dove si ritorna al colle Cro transitando per il rifugio Melano – Casa Canada e per il colle Ciardonet.
Adatto ad ogni stagione, a due passi da Torino, questo itinerario meglio si presta ad essere effettuato dall’autunno alla primavera perché la neve poco si ferma su questi soleggiati versanti.
Dalle vette di questi monti, aspri selvaggi e dirupati, paradiso per chi ama l’arrampicata, la vista s’apre ampissima sulla catena alpina e sulle sottostanti valli terminanti nella pianura.

Raggiunta Pinerolo si segue l’indicazione per S. Pietro Val Lemina. Superato questo abitato la strada s’incunea nella valle e restringendosi raggiunge più avanti la borgata Talucco oltre la quale ancora si prosegue sino al successivo bivio dove si prende a sinistra per il colle Cro. La strada ora sale assai ripida e le svolte che seguono le consentono si guadagnare quota terminando alla sommità al colle mt. 1155 che separa la valle del Lemina da quella del Gran Dubbione laterale a quella Chisone. Presa sulla destra la via Cappella degli Alpini si può lasciare l’auto nell’ampio piazzale posto sul retro di un punto ristoro.
Trascurato sulla sinistra lo stradello che per boschi porta a Serremoretto, si prende quello che al fondo del piazzale sale ripido ad un colletto. Sulla destra, su una betulla, una segnatura individua il sentiero che da qui parte per il colle Ciardonet, traccia che si utilizzerà per tornare. Per intanto si prosegue sullo sterrato che, oltre un successivo colletto, s’inoltra nel bosco. Fatte un paio di svolte in ripida ascesa, superata una sbarra d’interdizione, la pendenza s’attenua Questo stradello, una pista forestale, taglia lungamente nella faggeta il pendio sottostante il monte Faiè guadagnando, nel procedere, un primo ammasso roccioso, poi la targa che segnala le sorgenti del Lemina, infine un altro ammasso, la Rocca Vergnon, assai panoramica, sulla quale da questa parte facilmente si sale. Fatte ancora un paio di svolte si raggiunge un crocevia sul crinale nei pressi del colle Colletto. Mantenendosi per poco sulla traccia che scende al colle Pra l’Abbà, subito la si abbandona prendendo a destra ancora uno stradello, seguendo l’indicazione per il monte Freidour, arrivando così più avanti in cima al modesto rilievo del monte Sette Confini dal quale si scende ripidi al fondo, al colle Sperina dove si trovano numerose indicazioni. Questo colle è raggiunto da alcuni sentieri: oltre quello percorso, c’è il DB, David Bertrand che prosegue verso il colle Pra l’Abbà, un altro, sulla destra scende al colle Ciardonet e al rifugio Melano, un altro ancora porta al monte Freidour, e questo si prende. Ampio, segnato, da subito sale ripido un boscoso pendio e traversando lungamente guadagna il colletto sovrastante le pareti d’arrampicata della Rocca Sbarua con già in vista il monumento posto in vetta al monte che si raggiunge al termine di un ripido tratto.
1 ora e 15 minuti c.ca dal colle Cro.
Il monte Freidour, mt. 1452, punto più elevato di questo itinerario, è in realtà un esteso, panoramico prato dove a margine sorge il monumento agli aviatori e l’indicazione per proseguire per il monte Tre Denti. Il lungo tratto che porterà in vetta a questo monte è fatto di continui saliscendi stando di fatto la traccia sempre sul crinale divisorio tra la valle della Chisola e ora quella del Noce. Sempre ben segnato e segnalato, il sentiero sin sotto al Dente occidentale, sulla cui sommità è posta la Madonnina, non presenta alcuna difficoltà. Dopo un lungo tratto in piano, raggiunte delle rocce, si scende ad un erboso, esteso colletto per poi ancora risalire sino al successivo, fatto alla stessa maniera, oltre il quale ci si abbassa al colle Aragno Ovest che si raggiunge al termine di un ripido tratto discendente. A questo colle perviene anche il sentiero 52 che giunge sin qui direttamente dal rifugio Melano – Casa Canada. Salendo l’opposto versante si guadagna la sommità di un aperto rilievo dove la vista s’apre sulle cime del Monte Tre Denti, con la Madonnina e la cappella già in vista. Scendendo si percorre ancora un ripido tratto sempre rimanendo sul crinale dove una scavata traccia porta al fondo al colle Aragno Est. Qui un sentiero sulla destra scende al colletto posto sotto la Rocca Castellar proseguendo poi per Cantalupa o per il rifugio. Oltre il colle si risale per un breve tratto portandosi la traccia ora sul versante nord, quello di Cumiana, perché dall’altra parte le strapiombanti pareti del monte Tre Denti impediscono di proseguire.
Un lungo traverso in piano conduce ad un intaglio sul crinale da cui si scende ad un bivio presso uno slargo dove ancora si trovano delle indicazioni. Sulla sinistra il sentiero 5, segnalato, porta alla borgata Bastianoni sulla strada che da Cumiana sale alla Colletta, sulla destra invece si prosegue per il monte Tre Denti. Avendo perso quota occorre risalire un ripido pendio e senza perdere le segnature si guadagna faticosamente di nuovo la sommità del crinale dove un’indicazione suggerisce come raggiungere la vetta del dente Ovest. Traversando tra le rocce, percorrendo un ultimo tratto attrezzato con scalinature artificiali in tondino di ferro, si raggiunge la vetta sulla quale è posta la Madonnina. Scesi, si prosegue oltre subito aggirando una rocciosa dorsale cercando poi di individuare il punto in cui, di poco più in basso, altri scalini, consentono di scendere con accortezza una placca rocciosa. Segue un traverso tra le rocce, fatto di saliscendi, che porta al punto in cui parte il sentiero per il colle della Bessa che si prenderà per scendere. Subito ci si porta alla base dell’estesa placca rocciosa, alla cui sommità è posta la cappella, che si guadagna superando un ripido tatto con l’ausilio di una corda fissa. Sul Dente orientale del monte Tre Denti mt. 1342, si trova, oltre la cappella, una croce metallica. Ancora ci si chiede come sia stato possibile trasportare sin quassù tutto il materiale necessario per l’edificazione di questo manufatto. Dalla vetta, un autentico, panoramico balcone, la vista s’apre ampissima sui monti, sulle valli e sulla sottostante pianura.
1 ora e 15 minuti c.ca dal monte Freidour.
Scesi di poco più in basso, si prende a destra la traccia che conduce al colle della Bessa. Alternando tratti di spostamento, ad altri dove si scende tra le rocce ancora facilitati da scalinature, al fondo si raggiunge il colle, detto anche Rumiano, anche questo crocevia di sentieri. Oltre quello percorso, sulla sinistra il sentiero 2 scende a Ciom e poi a Cumiana, quello di fronte sale al monte Brunello, mentre quello sulla destra porta nella valle del Noce a Cantalupa e questo si prende. Poco segnata, ampia, sempre evidente, la traccia che si percorre raggiunge al fondo di uno scavato canalino la fontana Ellena. Qui giunti, trascurato il sentiero 51 che scende a valle, si prende quello che di poco sale e che al termine di un tratto pianeggiante raggiunge una dorsale degradante dal monte Tre Denti. Si scende poi nella valletta, con le ampie svolte che portano in basso, traversando tra faggi abbattuti e smozzicati. Il tratto in piano in piano che segue precede quello che ripido, ma breve, scende a raggiungere una pista forestale che si prende verso monte. Alternando tratti in piano ad altri dove si sale, sempre di poco, si raggiunge infine un colletto sulla dorsale dove lo stradello termina. Sulla destra un sentiero porta al colle Aragno Est, sulla sinistra, in una ventina di minuti, percorrendo un ripido tratto, si raggiunge la cima della rocciosa Roccia Castellar, mentre la traccia di fronte porta verso il rifugio Melano – Casa Canada. Ancora scendendo a svolte di sotto si termina al fondo della valletta dove occorre proseguire, sempre sulla traccia segnata, trascurando quella che porta verso fondovalle vicina al rio. Stando accorti, andando di segno in segno, si traversa lungamente un boscoso, accidentato versante, superando alcuni rii, uno assai incassato dove oltre ci si alza faticosamente nella faggeta raggiungendo alla sommità il sentiero che dal rifugio sale al colle Aragno ovest, sul quale ci s’immette, prendendo a sinistra la traccia che traversando lungamente, quasi in piano sotto le vie d’arrampicata della Rocca Sbarua, raggiunge infine la costruzione del rifugio Melano – Casa Canada.
1 ora e 45 minuti c.ca dalla vetta del monte Tre Denti.
Per strada, meglio su sentiero si prosegue verso il colle Ciardonet. La piacevole traccia che ora si percorre, fatta di modesti saliscendi, superati alcuni rii, confluisce sulla strada che termina più avanti all’ampia sella colle Ciardonet. Nel punto in cui si trovano molte indicazioni si prende il sentiero per il colle Cro che s’inoltra, stretto dai muretti, avendo sulla sinistra delle ampie praterie, sulla destra il bosco. A lunghi tratti in piano se ne sostituiscono altri dove si sale, sempre di poco. Rasentata in basso la borgata Dairino, superati ancora modesti rii e i ruderi di alcune case, si esce infine sulla pista forestale percorsa all’inizio dell’itinerario ritrovando la betulla segnata. Qui giunti l’anello si chiude. Scendendo subito si raggiunge lo slargo presso il colle Cro.
1 ora e 15 minuti c.ca dal rifugio Melano – Casa Canada.

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