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Escursionismo : Un impegnativo anello in val Susa: dalla Punta d'Ambin al Truc Peyrous. Una serie di cime e colli tutti oltre i 3000 mt.
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 29/08/14 13:08
Notizia riferita al: 27/08/14
Letture: 1990

Un impegnativo anello in val Susa: dalla Punta d’Ambin al Truc Peyrous.
Una serie di cime e colli tutti oltre i 3000 mt.

Località di partenza: Parcheggio prima del ponte sul rio Galambra mt. 1790
Dislivello complessivo: mt. 1770
Tempo complessivo: 11 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E Alcuni tratti EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa Fraternali Editore

Partendo dal rifugio Levi Molinari nel vallone di Galambra, in alta val Susa, raggiunto l’accogliente bivacco Sigot si aprono a ventaglio una serie di vette e colli tutti superanti i 3000 mt. di altitudine. Le cime che vanno dalla Punta d’Ambin al Truc Peyrous, passando per la Punta Sommellier, la più elevata tra tutte, sono situate in posti di una straordinaria bellezza paesaggistica, tutte facilmente accessibili, aprendosi la vista sulle valli e sui monti che cingono questi luoghi apparendo lontano il monte Bianco, più vicini i quattromila francesi.
Gli ambienti che si attraversano, per struttura dolomitici, hanno sfumature di colore che vanno dal bianco, all’ocra, al rossiccio. Lunari per l’aspetto, modellati da secoli da ghiacciai oggi ridotti allo stremo, dove a stagione inoltrata ancora persistono estese lingue di neve compattata, percorrerli non comporta alcuna difficoltà se si esclude il breve tratto d’accesso alla Cima del Vallonetto.
Questo itinerario sviluppandosi tocca molte cime e colli posti ad un’altitudine sempre superiore ai 3000 mt. raggruppati in un’unica soluzione data la relativa vicinanza tra loro. Ciò richiede impegno, costanza e una notevole attitudine al cammino in alta quota considerato anche il fatto che tra una cima e l’altra si perde dislivello dovendo poi risalire alla successiva. Per questo sarebbe meglio suddividerlo in due parti: nella prima raggiungere le cime a nord del ricovero di Galambra, ovvero Cima del Fourneaux, Punta Sommeiller e poi Punta D’Ambin. Nella seconda salire a quelle poste a sud del ricovero, ovvero Punta Galambra, Cima del Vallonetto e Truc Peyrous, eventualmente pernottando presso l’accogliente bivacco Sigot posto alla base di queste cime individuando semmai alcune alternative per tornare a valle.

Percorsa la valle di Susa, superato l’abitato di Exilles con il forte e poi la deviazione segnalata per Deveys, fatte un paio di svolte, prima che la strada scenda verso Salbertrand si piega a destra seguendo l’indicazione per Eclause e le Grange della Valle. La strada che si prende, a tratti ristretta, ma sempre asfaltata, sempre salendo porterà al termine al parcheggio situato prima del rio Galambra presso le Grange della Valle. Raggiunta Fenil si prosegue ancora per un tratto sino al bivio posto più avanti dove si svolta a destra per Eclause, che non si raggiunge, perché prima di pervenire alle case si piega a sinistra per il rifugio Levi Molinari e le Grange della Valle. Il successivo tornante consente di superare a monte l’abitato oltre il quale si prosegue lungamente incontrando nel procedere le poche case di Peyron. Con una lunga diagonale ascendente e qualche svolta la strada taglia un boscoso pendio portandosi via via verso l’ampio vallone dove scorre il rio Galambra. Poco prima del ponte sul corso d’acqua è opportuno lasciare l’auto presso l’ampio parcheggio dove una bacheca informa sul Gran Pertus Colombano Romean.
Percorso un breve tratto e superato su di un ponte il corso d’acqua, la visuale s’apre all’improvviso sul grande vallone di Galambra e sull’estesa cerchia di monti che lo cinge. Lasciato sulla destra lo stradello che scende alla Grange della Valle si prende quello che salendo supera prima le colonie Viberti, poi il bivio segnalato per il passo Clopacà ed il Rifugio Vaccarone, raggiungendo il punto in cui si stacca sulla sinistra il sentiero per il rifugio Levi Molinari che si raggiunge superato di nuovo il rio di valle su di un ponticello presso il guado. Sulla destra dell’edificio parte il sentiero che conduce ai ruderi dei ricoveri, al lago e al passo di Galambra e alle cime transitando per il bivacco Sigot. Costeggiando inizialmente il rio, come lo si lascia si giunge alla base del detritico pendio che si affronta con una serie di svolte che portano a raggiungere più sopra la base di un’estesa bastionata rocciosa grondante acqua dove ancora si sale incontrando per via croce del finanziere eretta a ricordo di un soldato che qui perse la vita nel giugno del 1940. Sempre salendo si guadagna una valletta e poi una conca, dove si segue per un tratto un rio, così raggiungendo la base di una prima ripida balza a metà della quale si trova la deviazione segnalata per il monte Chabrière. Più su, dopo un tratto dove la pendenza s’attenua, si riprende a salire sempre rimanendo sulla traccia che riprende a inerpicarsi con una lunga serie di svolte, ora ravvicinate, ora distanziate, che consentono di guadagnare progressivamente quota, transitando infine in cima a margine del poggio dove emergono i ruderi della stazione d’arrivo d’una teleferica avendo come sfondo la severa sagoma del monte Niblè. Un breve tratto discendente porta ad attraversare un corposo rio superato che si ha si riprende a salire il detritico pendio ancora con una serie interminabile di svolte, quasi sempre ravvicinate, raggiungendo più sopra delle indicazioni dove si prosegue per i passi Forneaux ed il bivacco Sigot. Il traverso che segue in falsopiano riporta al rio che si guada nel punto in cui emerge un grosso masso. Dalla parte opposta si risale la valletta stando poi alla base di una bastionata rocciosa al termine della quale si affrontano le svolte tracciate su una ripida dorsale, fatta di rocce rotte e sfasciumi, che consentono di uscire al termine sul poggio dove sorge il rosso bivacco Sigot mt. 3004, 8 posti, sempre aperto, posizionato all’inizio dell’ampia conca detritica racchiusa da una parte dal Truc Peyrous, dall’altra dalla Punta Sommellier.
4 ore c.ca dal parcheggio.
Percorrendo la traccia che serpeggia sulla morena che chiude quest’ampissima conca si guadagna ciò che resta dei ricoveri I–IV oltre i quali una diagonale ascendente conduce sul crinale che dà sulla valle di Rochemolles al passo Fourneaux meridionale nei pressi del modesto ricovero Galambra, che per ora non si raggiunge, perché qui giunti si piega a destra sempre rimanendo sull’evidente, segnata traccia che porta in vetta alla Punta Sommeiller già in vista. Stando non lontano dal filo, superato il passo Fourneaux centrale e poi un primo rilievo, si scende al passo Fourneaux settentrionale dove parte il sentiero che scende nella valle di Rochemolles terminando più in basso sulla strada per il colle Sommeiller. Aggirato sulla sinistra un altro modesto rilievo roccioso color ocra, sulla destra la Cima dei Fourneaux sulla quale salirà tornando, un ultimo faticoso tratto ascendente su detriti compattati consente di uscire sulla Punta Sommeiller mt. 3332, dove un pilastrino di calce strutto ed un ometto segnalano la vetta, la prima di una serie di sei. Dalla cima panorama ampissimo verso ogni dove.
1 ora e 15 minuti c.ca dal bivacco Sigot.
Seguendo una debole traccia che prosegue oltre sul filo di cresta, qualche ometto, avendo qualche intuizione, senza particolari problemi si scende ad un colletto con già in vista la croce posta in vetta alla seconda cima, la Punta d’Ambin mt. 3264. Anche questa cima si raggiunge facilmente precipitando il pendio sul versante francese dov’è presente un ghiacciaio ora ridotto in estensione. Bella vista sui monti, soprattutto sul Niblè e sul Ferrand.
30 minuti c.ca dalla Punta Sommeiller.
Tornati sui propri passi, scesi al colletto si risale per un breve tratto e superata una barriera rocciosa con un lungo traverso di spostamento a mezza costa sotto la vetta della Punta Sommeiller, aggirati altri due modesti rilievi e attraversato un esteso nevaio, si ritorna sul sentiero nei pressi della rocciosa, rossa Cima dei Fourneaux mt. 3206, terza cima oltre i 3000 mt. sulla quale si sale senza particolari difficoltà.
30 minuti c.ca dalla Punta d’Ambin.
Seguendo a ritroso la strada già fatta, superati i tre passi Fourneaux si scende infine al modesto ricovero di Galambra dal quale in breve facilmente si sale sulla quarta rocciosa, rossastra cima della Punta Galambra mt. 3122.
45 minuti c.ca dalla Cima dei Fourneaux.
Poco sotto appare evidente il passo di Galambra mt. 3078, che immette nella Valfredda, al quale si perviene scendendo un detritico pendio. Dalla parte opposta ci sono le ultime due cime da raggiungere: a destra la Cima del Vallonetto, a sinistra il Truc Peyrous. Il pendio degradante dal crinale che separa le due cime, spesso ricoperto di lingue di neve compattata anche a stagione avanzata, si risale agevolmente raggiungendo alla sommità l’esteso altopiano dove si piegando a destra si ritrova nuovamente una segnata traccia che lungamente pianeggiando conduce all’intaglio che precede il breve traverso che porta alla Cima del Vallonetto. Per rocce rotte e sfasciumi instabili si sale una stretta cengia un tantino esposta dove occorre prestare un minimo di attenzione per via delle rocce friabili e malferme che si calpestano. Adduce prima al piccolo intaglio e poi al minuscolo rifugio e alla croce posti in vetta alla Cima del Vallonetto, mt. 3216, la quinta vetta del percorso.
1 ora c.ca dalla Punta Galambra.
Tornati sui propri passi e prestata la massima attenzione nell’impegnativo breve traverso, si esce sull’estesissimo altopiano che separa la Cima del Vallonetto dal Truc Peyrous. Mentre sul lato sinistro il pendio è percorribile, quello di destra precipita sui valloni del rio Secco e Geronda, dove passa la traccia militare che mette in comunicazione le Casses Blanches, visibili in basso, con il colle dell’Argentera: la via Rusà. Al termine degli estesissimi piani spesso ingombri di compattati nevai anche a stagione avanzata, si raggiunge la croce di vetta dell’ultima cima, il Truc Peyrous mt. 3189 molto panoramico soprattutto sulla valle di Susa e sui monti dell’opposto versante.
30 minuti c.ca dalla Punta del Vallonetto.
Senza particolari difficoltà si scende dalla vetta ripercorrendo il pendio degradante verso il passo di Galambra e, transitando per i ruderi dei ricoveri I-IV, oppure per l’ampia conca non lontana dal lago di Galambra, si ritorna al bivacco Sigot. Non resta a questo punto fare a ritroso tutta la strada già percorsa salendo che al termine riporta al rifugio Levi Molinari e da questo al parcheggio dopo il ponte sul corso d’acqua dove questo lunghissimo itinerario, per come è qui configurato, si chiude.
3 ore c.ca dalla vetta del Truc Peyrous.

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