Ebbene si, sembra impossibile, ma sono passati ben 43 anni da quando nel maggio del 1972 sono salito, in scialpinismo, in cima ai 4061 mt del Gran Paradiso.
Anche per mia moglie si tratta di un ritorno, dopo 29 anni, c'era salita nell'estate del 1985
Era da fine agosto dello scorso anno, quando eravamo saliti sulla pietrosa cima della Tresenta, da cui si vedevano le cordate dirigersi verso la cima del Granpa, che ci è venuta l'idea di provare se eravmo ancora capaci di risalire in cima.
Siamo riusciti a coinvolgere altri aspiranti e cosi venerdi 22 agosto nel pomeriggio siamo partiti alla volta del rifugio Vittorio Emanuele, con pesanti carichi sulle spalle.
Dopo buona cena al Rifugio e dormita o solo sonnecchiamento in una camerata del vecchio rifugio tutta per noi, sveglia verso le 3,50h ottima colazione, laboriosi preparativi e finalmente intorno alle 5 muoviamo i primi passi nel dedalo di blocchi dietro al rifugio.
Partecipanti: Caterina e Fabrizio alla loro prima esperienza con ramponi, piccozza e ghiacciaio, Vittorino, quasi totalmente privo di allenamento e per la prima volta in marcia verso i 4.000,
Jean Marc, Lysiane e Giuseppe già saliti in cima al Gran Paradiso.
All'inizio la marcia è relativamente spedita in mezzo ai pietroni e poi sulle barre rocciose modellate dall'antico ghiacciaio.
Le cose si complicano quando è il momento di calzare ramponi, imbragatura, corda, causa la totale mancanza di pratica o la perduta abitudine
Dopo qusi un'ora di preparativi, possiamo finalmente partire, ma ben presto Jean Marc perde un rampone, che deve essere nuovamente fissato
Si sale, sempre più lentamente, numerose cordate ci superano, ma non importa, l'importante è proseguire e cosi facciamo, con qualche sosta e molte foto allo splendido paesaggio, specie quandi si arriva nei pressi della Becca di Moncorvè a 3.800 mt
Grande soddisfazione quando ci accorgiamo di essere più in alto della Tresenta.
Sempre più lentamente ma inesorabilmente proseguiamo, finchè finalmente arriviamo praticamente in vetta, ai piedi della cresta rocciosa, già ben oltre i 4.000 mt
Naturalmente la maleducazione ormai regna sovrana anche in alta montagna e vi sono cordate che in discesa incrociano e intersecano la nostra, col risultato che in caso di loro caduta avrebbero tirato giù anche noi
Saliamo ancora su sottili cenge nevose e su rocce fino a giungere nei pressi della Madonnina.
Il tempo per fortuna si è mantenuto abbastanza bello, solo il vento a tratti sostenuto ci ha infastidito e raffreddato, come visibile dalle foto; il giorno precedente doveva essere peggio, a sentire quelli che abbiamo incontrato, che si lamentavano del forte vento e del freddo pungente.
Sicuramente faceva meno freddo quando vi ero salito nel maggio del 1971.
La discesa sul ghiacciaio è stata rapida e divertente e poi la prte più penosa sulle barre rocciose e pietrine e pietrone ed infine il rifugio, dove ci siamo bevuti un buon the.
Ancora la discesa degli oltre 700 mt di dslivello per scendere a Pont Valsavarenche, allietata dalla vista di un unico camoscio, che per un po' ci ha preceduto sul sentiero.

Missione compiuta e soddisfqzione massima

Un bravo a tutti ed in particolare a mia moglie, che nonostante 6 anni fa gli abbiano asportato un lobo polmonare ha stretto i denti ed è ritornata dopo 29 anni in cima al Gran Paradiso

P.S: ovviamente piccozza e ramponi erano quelli originali del 1971

22 e 23 agosto 2014
Partenza Pont Valsavarenche 1960 mt
Arrivo Gran Paradiso 4061 mt
Album foto