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Escursionismo : Un impegnativo anello per la Punta Clotesse
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 08/08/14 15:34
Notizia riferita al: 06/08/14
Letture: 2614

Un impegnativo anello per la Punta Clotesse

Località di partenza: Parcheggio a margine della strada per la cappella della Madonna della Cotolivier sopra Vazon mt. 1750
Dislivello: mt. 1130
Tempo di salita: 5 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E Alcuni tratti EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

Il lungo crinale di monti che da Oulx s’eleva separando la valle della Ripa da quella della Dora, in alta valle Susa, presenta un primo tratto fitto di boschi dove, di tanto in tanto, s’aprono praterie con alpeggi e modesti insediamenti oggi abitati solo nella bella stagione. Sul primo rilievo di una certa entità sorge la chiesetta della Madonna della Cotolivier, mentre più su, oltre la Croce di S. Giuseppe, s’alza repentina una balza rocciosa avente come cima culminante la Punta Clotesse.
Partendo poco sopra Vazon e seguendo un percorso diverso e inconsueto, poco praticato, certamente non breve, questo itinerario raggiunge la rocciosa, massiccia cima, transitando per alcuni insediamenti a monte di Desertes e poi per i ruderi del ricovero militare di Plan la Selle oltre il quale ci si alza raggiungendo l’ampia traccia che traversando di poco sotto il crinale porta alla panoramica Croce di S. Giuseppe.
Partendo dal ricovero IX, che si trova nei pressi, si percorre poi la traccia alternativa che porta in vetta alla Punta Clotesse. Il tratto che conduce all’ampia conca erbosa posta sotto la cima, dove ci si immette sulla traccia che sale dal passo di Desertes, è riservato ad escursionisti più che esperti dovendo risalire un ripido tratto roccioso, un tantino esposto, su roccia assai friabile. Anche la discesa, per la normale, soprattutto la parte alta, è da affrontare con cautela perché scoscesa, presentando la traccia tratti ghiaiosi ed instabili per nulla agevoli da percorrere.
Dalla cima, segnata da un grosso ometto e da una croce, la vista s’apre ampissima verso ogni dove.

Si percorre la val di Susa raggiungendo Oulx dove, alla rotonda posta in centro all’abitato, si prende a destra subito attraversando su di un ponte il torrente Ripa. Poco oltre si piega a sinistra seguendo l’indicazione per la Cotolivier. La strada che si prende, a tratti ristretta, sale lungamente un boscoso versante con una serie di svolte e lunghe diagonali ascendenti che portano a raggiungere prima le poche case di Pierremenaud, più avanti la borgata di Vazon posta in una splendida, panoramica, aperta posizione, dove si prosegue sullo sterrato sempre in discrete condizioni in direzione della Cappella della Madonna della Cotolivier e i superiori alpeggi. Appena superato il terzo tornante dopo l’abitato si può lasciare l’auto presso il parcheggio segnalato posto a margine.
Percorrendo un tratto di strada in ascesa si trova di poco più avanti l’indicazione per Lauzet e Desertes. Qui giunti s’abbandona la strada per la Cotolivier prendendo lo stradello che inoltrandosi sulla sinistra porta ad un panoramico poggio dove si prosegue con un lungo traverso in falsopiano terminante a Lauzet dove, accanto ad alcune case sistemate, più sotto emerge il vecchio borgo in totale abbandono da tempo con i tetti coperti a scandole. Per questo antico in borgo sono in corso progetti di ampie ristrutturazioni.
Dal borgo si scende seguendo l’indicazione per Desertes. Di poco più in basso, trascurata la traccia che porta a Balbiere passando per i ruderi di Autagnas, piegando a destra inizia il lungo traverso pianeggiante che piacevolmente percorso termina sulla strada che da Desertes sale alla Grangia Millaure. Il ripido stradello sul quale ci si immette salendo lo si percorre sino all’ultima casa, e ancora oltre, raggiungendo il punto in cui sulla sinistra parte una traccia che inizialmente s’inoltra in piano nei prati. Sempre evidente, certamente avente un’origine militare, traversa lungamente nel rado lariceto e nelle praterie pascolative, alternando lunghi tratti dove si sale di poco ad altri più ripidi, giungendo infine in vista degli estesi ruderi del ricovero di Plan la Selle dominato dalla Rocca del Lago. Sulla destra dell’edificio riparte la traccia militare che da subito prende a salire un boscoso pendio praticando le numerose svolte che consentono, alla sommità, di immettersi su quella più ampia che transita sotto il crinale. Di poco più avanti, lasciata la traccia che prosegue verso il passo di Desertes e per la Punta Clotesse, che si percorrerà poi per tornare, si segue invece l’indicazione per salire sulla Croce di S. Giuseppe. Ancora una traccia militare s’insinua con pendenza regolare sul pendio che si fa erboso e le svolte che seguono portano a raggiungere prima i resti del ricovero IX e poi il panoramico rilievo dov’è posta la Croce di S. Giuseppe mt. 2394.
3 ora e 15 minuti c.ca dal parcheggio.
Scesi al ricovero IX di qui inizia l’impegnativo tratto che conduce in vetta alla Punta Clotesse segnalato per EE. Un lungo traverso ascendente porta verso la parte terminale della spettacolare conca dove al fondo agli instabili ghiaioni si sostituiscono pareti di roccia fatiscente. Dopo un primo tratto regolare, la pendenza s’accentua e il progredire diventa difficoltoso franando i ciottoli sotto i piedi. Fortunatamente la traccia è sempre segnata da bollini e da frecce rosse che indicano la via. Al termine dei ghiaioni si affronta il tratto roccioso che risalito permetterà di uscire sul sovrastante crinale. Facendo attenzione a dove si mettono i piedi, per piccole cenge, con semplici tratti d’arrampicata, disturbati dal fatto che la roccia è malferma ed insicura, friabile, si esce infine sulla sommità di un canalino dove la roccia è più stabile e tutto diventa più facile. Per un lungo tratto si percorre il roccioso, più agevole crinale a schiena d’asino terminante nell’ampia conca erbosa sottostante l’estesa cresta culminante con la Punta Clotesse. Aggirandola da sinistra si sale a semicerchio il ripido pendio dove più sopra ci s’immette sulla traccia che sale dal passo di Desertes. Superati resti del ricovero X, raggiunto un primo frastagliato rilievo, si scende all’intaglio intermedio percorrendo poi una cengia non esposta che aggira sulla destra i successivi rilievi. Si guadagna così quello più elevato, la Punta Clotesse, mt. 2879, contraddistinto da un grosso ometto, dove a margine sorge una croce in legno con il quaderno di vetta. Come in ogni cima, la vista s’apre ampissima, spettacolare verso ogni dove.
2 ore c.ca dalla Croce di S. Giuseppe.
Si ritorna poi sui propri passi sino alla conca e là dove sorge un grosso ometto si abbandona la traccia percorsa salendo per quella che scende al sottostante passo di Desertes evidenziata dalle solite segnature biancorosse tra loro ravvicinate. Scendendo ci si abbassa assai ripidi, per rocce rotte e pietrisco malfermo e instabile dove il ghiaietto frana sotto i piedi. Raggiunto un torrione si percorrono le vicine svolte che contraddistinguono il crinale sud della montagna separante il versante francese da quello italiano. Più sotto, quando la pendenza in parte si smorza, la traccia diventa migliore raggiungendo infine al fondo il passo di Desertes mt. 2553 dove si trovano numerose, recenti indicazioni: per scendere in territorio francese, in quello italiano o per salire sulla sovrastante Rocca del Lago dirimpetto alla Punta Clotesse. Oltre il colle ci si abbassa di nuovo da subito ripidi con le poche svolte ravvicinate che consentono di raggiungere il ricovero VIII, recentemente sistemato e utilizzabile come bivacco, oppure in caso d’emergenza. Poi, percorse le lunghe diagonali discendenti e le ampie svolte, dove la traccia a tratti sparisce per le colature e per le rocce rotte che l’invadono, lasciata quella pianeggiante per il Colletto del Lago, un ultimo lungo tratto permette di passare di poco sotto il ricovero Rocchette lasciando subito dopo un debole sentiero che traversando lungamente termina al ricovero IX, i ruderi incontrati prima di affrontare l’impegnativo tratto ascendente alla Clotesse. Aggirata la dorsale che consente di abbandonare questi ambienti unici e singolari, dolomitici, affrontate un paio di svolte, si scende infine alla conca e al bivio dove parte la traccia per il ricovero IX e per la Croce di S. Giuseppe già incontrato salendo. Si percorrerà d’ora in avanti, sino al punto dal quale si è partiti, un’interminabile traccia che s’inoltra lungamente in piano raggiungendo, di molto più avanti il piazzale-parcheggio oltre il quale diventa stradello. Superato poi il colletto Pourachet, con l’alpeggio ed il sentiero che scende a Chateau Beaulard, ancora si prosegue allo stesso modo sino al bivio per la cappella della Madonna della Cotolivier. Volendolo si raggiunge in breve la piccola chiesetta. Altrimenti, sempre continuando sullo sterrato che ora scende a tornanti, o per sentiero segnalato seguendo l’indicazione per Vazon, si torna infine al parcheggio dove si ha lasciata l’auto dove questo lungo anello si chiude.
3 ore c.ca dalla Punta Clotesse.

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