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Escursionismo : Un anello nel vallone di Angrogna. Da Torre Pellice al rifugio Barfè a Prato Stella
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 04/06/14 19:56
Notizia riferita al: 28/05/14
Letture: 2372

Un anello nel vallone d’Angrogna. Da Torre Pellice al rifugio Barfè a Prato Stella

Località di partenza: Bivio per Ponte Alto sulla strada per Rossenghi mt. 694
Dislivello: mt. 600
Tempo di salita: 2 ore e 45 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficolta: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Arrivando in val Pellice il primo vallone laterale che s’incontra sulla destra è quello d’Angrogna percorso dal torrente omonimo. Inizia a Torre Pellice per terminare alle pendici di un esteso ventaglio di monti che vanno dal Vandalino al Gran Truc. Presenta, specie nel prima parte, tratti dolci e ameni, assai verdeggianti di prati, pascoli e boschi, come la zona di S. Lorenzo, capoluogo della valle, e come quella di Prato Stella dove sorge il rifugio Barfè, intervallati però da altri aspri e rocciosi, come la Rocciaglia sopra Pra del Torno. Soprattutto la parte terminale della valle è assai aspra, dirupata e selvaggia.
Questo itinerario, partendo da fondovalle, di poco a monte di Torre Pellice, dopo un piacevole, lungo traverso in piano sale al panoramico rifugio Barfè, al centro degli estesi prati e pascoli di Prato Stella, raggiungendo infine la zona di Sea di Torre dalla quale si scende a valle lungo l’altrettanta interminabile ma piacevole pista forestale che riporta al punto da cui si era partiti.
Come detto lunghi tratti in piano si alternano ad altri dove si sale e poi si scende rendendo vario e piacevole tutto l’itinerario, poco faticoso, con bella vista sui monti e sulle borgate che numerose costellano il vallone d’Angrogna.

Giunti a Torre Pellice si prosegue ancora per poco, sin oltre il secondo semaforo, dove si prende a destra la via Volta e dopo aver oltrepassato il campo sportivo e i giardinetti, al fondo si svolta a sinistra nella via Beckwith, poi nuovamente a destra nella via Manzoni che diventa via Ravadera oltre lo stop. Si sale con un lungo traverso sino alla fontanina dove si piega sinistra per via Rossenghi presto raggiungendo un bivio dove si prosegue diritti lasciando sulla sinistra la strada che salendo prosegue verso Sea di Torre. Poco dopo, quando nuovamente la strada si divide, si parcheggia a margine della stessa nel punto in cui parte lo stradello segnalato per Ponte Alto mentre per quella che prosegue asfaltata sulla sinistra per Rossenghi si tornerà.
Lo stradello sterrato che si prende da subito rasenta delle case per poi entrare nel bosco e sempre costeggiando boschi, prati, antichi terrazzamenti in abbandono, giunge più avanti ad un bivio dove si prosegue per la traccia di sinistra che via via diventa una pista forestale. Aggirata una dorsale, si entra decisamente all’interno del vallone di Angrogna dove, giù in basso, si vede il torrente e lo si sente mormorare. Continuando, sempre praticamente in piano, superato il punto in cui s’immette sulla nostra una traccia proveniente da fondovalle, attraversati alcuni modesti rii, la pista forestale diventa sentiero così raggiungendo al termine uno stradello sterrato che sale da Ponte Alto a margine di prati e di una casa, che si prende verso monte. Salendo ci si porta via via verso l’imbocco di un valloncello laterale alla valle principale. Più su, raggiunte altre case poste alla sommità di una ripida salita, si piega a destra attraversando il rio su un ponte di legno così giungendo al punto in cui lo stradello termina nei pressi di una casa tuttora abitata. La si aggira da monte, per via dei cani, ritornando sul sentiero che s’allontana costeggiando i soliti muretti e molto abbandono. Più avanti con un scendi sali si supera un tratto accidentato ritrovando di sopra una pista forestale, chiusa e inerbita perché poco percorsa che superata una dorsale si amplia portando ai primi prati della borgata Monastieri abitata ancora da una famiglia che qui risiede. Uscendo dalle case subito si trova il punto in cui parte lo stradello per il rifugio Barfè transitando per la borgata di Serre Malan, che si potrebbe prendere. Meglio ancora arrivarci per il sentiero segnalato che si diparte sulla destra seguendo appunto l’indicazione per il rifugio Barfè – Saret.
Fatta la svolta e trascurata la nuova pista forestale, la traccia che si prende s’addentra nel bosco costeggiando vecchi terrazzamenti salendo a tratti ripida. Più sopra, raggiunta nuovamente la pista forestale, la si segue per poco verso monte sino al punto in cui s’intuisce riprende il sentiero, segnato sino alle case di Saret da tratti di vernice bianca. Superato un terzo ramo della pista forestale, questo sentiero certamente oggi poco percorso, riprende a salire ripido nel bosco raggiungendo alcune case dove ancora aggirata una dorsale la vista s’apre ora sull’opposto versante, sull’aspra zona della Rocciaglia, sul colle della Vaccera e sul monte Servin. Poi, sempre proseguendo, la pendenza in parte s’attenua uscendo così a delle case poste su di un panoramico, aperto poggio, Saret, al limitare degli ampi prati-pascoli di Prato Stella.
Dalla parte opposta lo slargo, tra le betulle, inoltrandosi sul crinale, riprende il sentiero che sale costeggiando i soliti muretti. Più su diventa quasi impraticabile per la vegetazione che lo ha invaso e per questo si risale il ripido pratone lateralmente al termine del quale si rientra nel bosco dove la traccia diventa una pista forestale raggiungendo un quadrivio. La traccia di sinistra è lo stradello che sale al rifugio passando per la borgata di Serre Malan, trascurato alla partenza, di fronte si prosegue lungo il crinale per Sea di Torre, pertanto si prende la traccia di destra che in pochi minuti, fatta la svolta, raggiunge il rifugio Barfè mt. 1191.
2 ore e 45 minuti c.ca dal bivio per Ponte Alto.
Raggiunto da una sterrata che parte da fondovalle, dal ponte Barfè, aperto nella bella stagione e nei fine settimana, questa accogliente struttura è posta al centro delle ampie praterie che contraddistinguono la zona di Prato Stella dove la vista s’apre ampissima sulla parte terminale del vallone d’Angrogna e sulla cerchia di monti che lo racchiudono.
Lasciato il rifugio si percorre lo sterrato che sale le svolte nella faggeta che consentono di raggiungere un primo colletto sul crinale oltre il quale ancora si prosegue lasciando a destra delle case. Guadagnato un successivo colletto, punto più elevato dell’anello dove la vista ora s’apre sulla pianura, segue un lungo traverso in falsopiano che consente di raggiungere la zona di Sea di Torre dove parte la traccia per il monte Vandalino. Qui giunti ci s’immette sulla strada che scende verso fondovalle. Più avanti, oltre un colletto, diventa asfaltata sempre restando priva di traffico. Continuando per un buon tratto, al secondo tornante che s’incontra anziché svoltare si prosegue diritti. Da qui sino a valle si percorrerà ora un’interminabile, piacevole pista forestale, probabilmente realizzata tra le due guerre del secolo scorso, fatta per dare lavoro e tanti la cui unica fonte di reddito proveniva dall’agricoltura e dall’allevamento animale: lavori, oggi diremmo, socialmente utili. Comincia con un lungo tratto in piano che raggiunta una fontanina, dove emergono giganteschi abeti frutto di interventi collaterali di rimboschimento, prende a scendere con un lungo traverso che si porta ad una valletta dove, dalla parte opposta, emergono delle estese pareti rocciose a picco. Fatte alcune svolte la pendenza in parte si mitiga quando, lasciate le conifere, si prende a traversare lungamente nel bosco, ora di latifoglie, raggiungendo un grosso serbatoio d’una presa d’acqua oltre il quale ancora si prosegue lungamente così raggiungendo prima una casa isolata e poi, più avanti, la borgata di Rossenghi posta su un panoramico poggio. Qui inizia la strada asfaltata, con traffico nullo, che scendendo verso valle sempre nel chiuso del bosco incontra una prima borgata poi una seconda, Burlera, con la fontanina. Fatti pochi metri si raggiunge il bivio per Ponte Alto dove questo anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dal rifugio Barfè.

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