Una gita tranquilla, di bassa quota adatta a questa stagione, proposta da Angelo, condita però dalle integrazioni di Antonio si è rivelata, alla fine, una vera e appagante escursione sia per distanza, che per dislivello complessivo e giusta dose di pepe alpinistico nei passaggi sulla cresta di Rocche Calera e La Rocciaia.
Si tratta di un percorso relativamente breve ma molto interessante, sia sotto l'aspetto escursionistico-naturalistico che sotto il profilo storico-culturale.
Buona parte dei sentieri percorsi e delle frazioni incontrate (Paraloup, Cavagna, Chiotti) sono state teatro della lotta partigiana nel 1943/44 nonchè dell'esodo di ebrei inseguiti dai nazisti; numerose indicazioni e pannelli esplicativi con ricca didascalia sono distribuiti lungo tutto il percorso.
Siamo nella Valle Stura di Demonte dove, dopo Gaiola, si incontra la deviazione a destra per Valloriate e si percorre la strada di fondovalle fino ad Airale; poco dopo la Cappella di S. Antonio, si stacca sulla destra una strada che sale nella parte alta del paese (cartello per direzione Chiotti) e, dopo una lunga serie di tornanti la strada, tutta asfaltata, arriva alla borgata Chiotti Soprani (1164 m).
Da Chiotti Soprani, si segue la pista forestale in uscita dalla borgata per poche decine di metri, poi si incontra un bivio dove si prosegue in ripida salita verso la Borgata Partigiana Cavagna e il bosco del Brusey.
Più avanti si incontra una deviazione a sinistra contrassegnata da una scritta in vernice su un albero (Monte Tagliarè); si segue la traccia di sentiero che sale nella boschina guadagnando quota fino ad uscire allo scoperto dopo un grande ometto di pietra.
La vetta del Tagliarè con la sua grande croce è ora ben visibile e il sentiero seguendo la dorsale Est percorre la cresta fino alla vetta ove occorre un po' d'attenzione negli ultimi metri per la forte pendenza e alcuni passaggi su roccette.
Dalla cima (1654 m) si scende il versante NO arrivando al colle sottostante, detto Coulet Bel (1567 m) dal quale si sale il ripido pendio della Rocche Calera (1641 m), così denominata al plurale poichè le punte rocciose in effetti sono due, pressochè di pari quota.
Dalla vetta della Rocche Calera si scende brevemente al poco marcato Coulet Brut (1585 m) per poi serpeggiare lungo la cresta rocciosa e erbosa detta La Rocciaia - speroni di roccia - (1626 m).
Richiede qualche attenzione l'ultimo tratto prima della cima, un po' esposto con passaggi su roccia, come pure sono un po' esposti due tratti del sentierino che scende sul sottostante ampio Colle della Gorgia - conca - (1584 m).
Per chi non volesse seguire il percorso di cresta di Rocche Calera e La Rocciaia, è possibile superarle su una traccia che transita sul versante orientale (lato Rittana) delle stesse.
Dal Colle della Gorgia, che collega il Vallone di Piantacotta con l'alto vallone di Rittana, si sale per dritto il versante SE dell'Alpe di Rittana (1798 m), dalla cui cima si scende sulla cresta NE fino alla croce di Rocca Stella imboccando in discesa il sentiero a destra che dopo la malga diventa comoda carrareccia fino alla Borgata Paraloup, simbolo della lotta partigiana nella zona. Qui la Fondazione Nuto Revelli ha intrapreso un pregevole intervento di recupero architettonico che permetterà di far rivivere la borgata sotto forma di rifugio/posto tappa. Ce ne ha parlato la cortese e dinamica responsabile della gestione facendoci visitare i locali che verranno aperti per la stagione estiva entro pochi giorni.
Per chiudere l'anello, da Paraloup si ritorna indietro seguendo la segnaletica per Valloriate e Borgata Partigiana Cavagna percorrendo un rilassante sentiero che poi diventa carrareccia e con un lungo traverso arriva ad un bivio, in entrambi i casi si arriva a Chiotti: il sentiero di destra passa per Cavagna riprendendo il percorso di andata, quello di sinistra continua sulla comoda stradina direttamente fino a Chiotti.
Lungo questo traverso si incontra anche un interessante pannello detto "La costa 'd Simoun", forse dal nome di un montanaro proprietario di terreni su una costa che si stacca dal Tagliarè. Da questo si apprende che il Tagliarè, disboscato e percorso da sentieri e da strade più ampie per carretti, diventò, certamente a partire dagli anni dell'espansione demografica (1650 circa), un luogo privilegiato per l'affienagione, dove i falciatori si recavano nei mesi estivi, dopo i tagli effettuati nei campi ubicati a quote inferiori. A riprova è ancora oggi la disposizione degli appezzamenti privati, in genere chiamati setòou (porzione di terreno falciabile in una giornata da un falciatore), che hanno l'aspetto di lunghe strisce di terreno disposte in verticale, in modo che ogni proprietario ricavi in eguale proporzione le stesse qualità di fieno (il terreno è meno produttivo verso l'alto). Di qui, probabilmente, il toponimo, da ricollegare al verbo taguià, falciare; anche se con il progressivo abbandono di questa pratica la montagna va oggi velocemente ricoprendosi di alberi (betulle in prevalenza), mutando la fisionomia del paesaggio quale si era presentato negli ultimi quattro secoli.(*)
Escursione effettuata l'8 maggio 2014
Compagnia dell'anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio e Osvaldo
Località di partenza: Borgata Chiotti di Valloriate - Valle Stura di Demonte (CN)
Quota partenza: m 1164
Altitudine massima: m 1798
Dislivello cumulato in ascesa: m 930
Sviluppo totale del percorso: km 11 circa
Difficoltà: E (EE per il tratto finale del Tagliarè e per i tratti di cresta di Rocche Calera e La Rocciaia)
(*) bibliografia: la famija Valouriana
Tracciato gps
fotocronaca