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Escursionismo : Un anello per il monte Musinè rientrando per la cresta di nord-est
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 13/03/14 17:16
Notizia riferita al: 12/03/14
Letture: 1984

Un anello per il Musinè rientrando per la cresta di nordest

Località di partenza: Poco prima della borgata Grangiotto mt. 330
Dislivello: mt. 816
Tempo di salita: 2 ore e 45 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 15 minuti c.ca percorrendo la cresta di nord-est sino al monte Calvo
Difficoltà: E EE la cresta di nord-est
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle di Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

I Musinè è il primo di una lunga serie di monti che separa la valle di Susa da quelle di Lanzo ed è anche il primo che s’incontra entrando in valle di Susa. Facilmente riconoscibile da fondovalle per l’enorme croce posta sulla vetta da cui si gode di un’ampia visuale, è raggiunto da alcuni sentieri che ne guadagnano la cima mentre altri percorrono i suoi vari versanti.
Si sale alla sua cima normalmente partendo da Caselette così come una pista tagliafuoco percorre il versante sud, soleggiato aspro, roccioso e spoglio dove, sia per l’esposizione che per la natura del terreno, l’attecchimento di specie arboree è spesso impedito.
Questo itinerario partendo dalla borgata Grangiotto, sulla strada che da Caselette porta ad Almese, saliti alla tagliafuoco la si percorre per un tratto prendendo poi la traccia che ripida termina sul crinale ovest del monte dove ci s’immette su quella che sale da Morsino. Con lungo percorso ascendente si raggiunge la base di un canalino che faticosamente percorso porta in vetta al Musinè.
Per tornare, si scende dalla parte opposta al Pian dla Feja oltre il quale si segue fedelmente l’impegnativo, roccioso, lungo crinale nord-est, per Escursionisti Esperti, che termina alla chiesetta in cima al Monte Calvo. Certamente merita essere percorso da quanti, saliti in vetta o discesi per la vie tradizionali, vogliano provare questa diversa via sia che si scelga di percorrerla salendo, che scendendo.

Giunti a Caselette, centro della bassa val di Susa, quando ormai fuori dell’abitato la statale fa un’ampia curva, la si lascia prendendo a destra là dove si trova l’indicazione per raggiungere la borgata Grangiotto. Subito si raggiunge una casa gialla, la prima che s’incontra, dove a margine della strada si può lasciare l’auto individuando poco prima uno stradello che s’inoltra verso monte nella vegetazione privo di indicazioni alla partenza.
E’ la traccia che porta alla tagliafuoco. Si sale nel bosco e fatta la svolta si continua a traversare quasi in piano, tra il fitto degli alberi e le macchie di cespugli di pungitopo, così uscendo sulla superiore pista tagliafuoco proveniente da Caselette sulla quale ci si immette. Questo punto è da memorizzare perché di qui scenderà tornando. Per intanto si prosegue sulla tagliafuoco lungamente, attraversando alcuni rii, spesso in secca, prendendo il sentiero una volta raggiunto il primo tornante che riporta sulla stessa strada più a monte. Così continuando, superato il rio Curt e uno slargo nei pressi di una bacheca dove si trascura un sentierino che ugualmente porta in vetta, ancora si procede per un buon tratto raggiungendo più avanti sulla destra il punto in cui si stacca un sentiero con l’indicazione per il monte Musinè. Lasciata la tagliafuoco lo si prende subito entrando nel bosco dove tratti gialli lo identificano e lo segnano. Quando la vegetazione cessa, la traccia sale ripida il roccioso, spoglio pendio terminando la faticosa ascesa allorché si raggiunge il crinale dopo aver percorso le svolte che permettono di raggiungerlo. Qui giunti ancora si ritrova l’indicazione per il Musinè. Ci s’immette ora sulla più segnata ed evidente traccia che sale in vetta al Musinè partendo da Morsino, borgata di Almese, che per un lungo tratto segue fedelmente il crinale ovest della montagna. Raggiunto il punto panoramico, con bacheca piccola area di sosta, dove termina una pista forestale, si continua allo stesso modo lasciando sulla destra un sentiero che tagliando il versante sud scende alla tagliafuoco, che si ignora, sempre proseguendo sul crinale avendo da un lato un boschetto di betulle, dall’altro il pendio che precipita. Nel punto in cui si giunge in vista della croce di vetta, quando la pendenza si smorza si attraversa una pietraia abbandonando la traccia il crinale per un lungo traverso ascendente di spostamento che porta alla base di un ripido canalino che si risale. Le svolte che lo percorrono consentono una rapida, faticosa salita che riporta nuovamente il crinale dove si affronta l’ultimo tratto che permette di uscire alla grande croce di vetta del monte Musinè mt. 1146. Dalla cima la vista spazia ampiamente sui monti e sui borghi della valle sino alla vicina città.
2 ore e 45 minuti c.ca dalla borgata Grangiotto.
Dalla parte opposta partono due sentieri segnalati: quello rapido per Caselette ed un altro per Pian dla Feja, il monte Calvo, Val della Torre e Almese, che si prende. Si scende per un tratto subito raggiungendo il Piano della Cisterna dove si lascia la traccia che porta ad Almese per la pista forestale seguendo invece quella per il Pian dla Feja- Caselette. Il tratto che segue percorre una ripida dorsale nel bosco attenuandosi la pendenza quando si raggiungono delle successive indicazioni una volta raggiunto Pian dla Feja. Qui giunti, lasciata la traccia di sinistra per Val della Torre, quella di destra ancora per Caselette, si prosegue diritti per il Monte Calvo segnalato ad un’ora. Il lungo tratto che segue percorrerà fedelmente il lungo, interminabile crinale di nord-est terminando alla chiesetta in vetta al monte Calvo. Per escursionisti esperti, la traccia s’inoltra tra le roccette di cresta dove occorre prestare un minimo di attenzione specie con neve e ghiaccio. Nulla di esposto, ma i continui saltini, gli spostamenti laterali e altro, l’uso della mani per scendere, rendono impegnativo percorrere questo tratto, specie se sconosciuto perché affrontato per la prima volta. Scendendo si rasenta il solito, enorme traliccio. Dove la traccia sembra perdersi, appaiono le segnature in biancorosso che indicano la via da percorrere e rassicurano. Più avanti diventa via via più facile proseguire perché la traccia si fa meno accidentata anche se la pendenza rimane sempre sostenuta. Così lungamente continuando si raggiungono le estese praterie poste al fondo del crinale che si risale di poco così raggiungendo la vetta del monte Calvo sul quale s’erge una chiesetta, mal tenuta, dedicata alla Sacra Famiglia.
Da questo modesto rilievo partono due tracce: quella sulla sinistra, che si ignora, ed un’altra di fronte che si prende. Segnata sempre con tratti di vernice blu, seguita, porterà al campo sportivo di Caselette dove parte la tagliafuoco. Se si tiene a mente questa semplice indicazione, cioè quella di seguire sempre i segni blu, non si avrà alcun problema. Entrati nel bosco si scendono le ripide, spoglie praterie raggiungendo al fondo un bivio dove si ignora la traccia di sinistra attraversando l’alveo di un rio. Oltre si risale per un tratto e piegando poi a sinistra si entra in un boschetto di betulle raggiungendo un ampio slargo. Lasciata la traccia verso monte che porta alla cave di magnesio abbandonate, si prende verso valle per terminare, a quota 407, su di una strada che si prende verso monte. Fatta l’ampia curva si ignora la stradello asfaltato e subito dopo quello verso valle che porta alla cascina Farchetto ancora prendendo a destra. Sempre seguendo le segnature di vernice blu si percorre ora un lungo, piacevole tratto avendo da una parte il bosco e dall’altra degli ampi prati che portano a raggiungere l’indicazione per i resti del vecchio acquedotto dove la traccia prende a scendere acciottolata terminando all’ampio slargo a margine del parcheggio presso il campo sportivo di Caselette. Prendendo a destra e rasenta l’estesa recinzione si percorre ora un lungo tratto della tagliafuoco in direzione di Almese. Traversando nel bosco si raggiunge l’ampio pianoro che segue la Torre delle Vigne dove ancora si prosegue. Un breve tratto di salita a cui segue un’altrettanta breve discesa porta al punto in cui occorre abbandonare la tagliafuoco prendendo il sentiero sulla sinistra, nel punto in cui questo anello si chiude. Si scende nel bosco e fatta la svolta si raggiunge al fondo la strada posta nei pressi della casa gialla alla borgata Grangiotto.
3 ore e 15 minuti dalla vetta del monte Musinè.

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