Grosse Alpenzù, tesoro nascosto e sconosciuto ai più. È uno dei più antichi insediamenti Walzer della valle di Gressoney, un villaggio di pietra sospeso su un terrazzo naturale a picco sulla valle, più in alto, i cupoloni ghiacciati del Lyskamm: sono dodici case costruite tra il 1668 e il 1824, raccolte attorno alla chiesetta dedicata a Santa Margherita. Dalla via centrale, stretti viottoli si diramano verso gli edifici disposti a pettine per evitare la caduta della neve sugli angusti passaggi. C’è il più bel granaio sospeso della valle: la leggenda vuole che sia l’unico edificio i cui abitanti non furono contagiati dalla terribile peste del 1630. Un villaggio che sa regalare un grande senso di serenità e raccontare della vita dura e faticosa dei discendenti di quegli alemanni che con un’impresa epica raggiunsero e colonizzarono le vallate del Monte Rosa. Genti di origine germanica sul finire del Medioevo mossero verso le Alpi; superato il colle del Teodulo con famiglie, bestie e masserizie, s’insediarono nella valle di Gressoney.
Grosse Alpenzù non è raggiunto da una strada ma da un ripido e largo sentiero a balcone sulla vallata, sul percorso che collega il fondo valle, frazione Chemonal, al passo di Pinter, importante via di comunicazione con la valle di Ayas.
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