Altri pensieri: la montagna nel cuore

Il vento sibila forte sui tetti e fra le cime degli alberi, nell’aria pulita vedi il sole al tramonto che va ad accarezzare le nevi eterne mentre le vette si tingono di rosa.
Scende la sera sui viottoli, su tradizioni e linguaggi, le cappelle volute dalla fede degli antenati, le fresche fontane.
Vengono in mente i momenti magici in cui ti sei incantato innanzi alle cascate canterine, alle fioriture, ad un’aquila che accompagna il suo aquilotto nei primi voli, al salto fiero del camoscio sui roccioni.
Ascolti le leggende raccontate davanti al paiolo della polenta che cuoce sulla stufa e fuori i fiocchi di neve disegnano curiose architetture.
Fiuti il profumo del pane e di par di sentire anche quello del fieno, il suono dei vecchi mestieri, lo scampanio del bestiame al pascolo interrotto dal fischio acuto delle marmotte, i lariceti invasi dalla nebbia improvvisa in cui senti però il cinguettio degli uccelli.
C‘era la vecchia società montanara, minoranze mai tutelate con le sue leggi dure, le sue miserie e le fatiche inenarrabili conosciute sin dalla fanciullezza.
Ora i bimbi di montagna son pochi, gli anziani vivono di ricordi e di comprensione per i figli che non hanno più voluto saperne e che se ne sono andati.
E la notte ti sembra più buia, altre luci si spengono lassù.
Eppure speri.
Speri in chi sta riscoprendo l’amore per quei fazzoletti di terra da coltivare, vecchie baite da riparare, la soddisfazione di vivere con più natura.
Speri che si possa costruire ancora un futuro valorizzando anche il passato e le virtù del vivere accettando i cambiamenti senza venirne travolti.
Vorresti sentire il cigolare di un uscio dietro il quale incontrare il crepitio festoso di un ceppo che scalda e dà coraggio, canzoni antiche come la nostra gente, esempi meravigliosi di vita tenace e dignitosa.
Speri perché hai la montagna nel cuore

Questi pensieri sono posti sulla parete esterna della chiesetta di S. Pancrazio sopra Villardora –Bassa val di Susa.