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Escursionismo : Un ampio anello per i monti S. Giorgio e Pietraborga passando per la Pera Luvera. Alcune possibili varianti brevi
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/01/13 17:08
Notizia riferita al: 25/01/13
Letture: 1760

Un ampio anello per i monti S. Giorgio e Pietraborga passando per la Pera Luvera. Alcune possibili varianti brevi.

Località di partenza: Chiesetta Madonna delle Grazie in regione Cappella di Piossasco mt. 304
Dislivello complessivo: 850 mt. c.ca considerando tutte le risalite.
Tempo complessivo: 6 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

La lunga cresta che separa il monte S. Giorgio dal monte Pietraborga è interrotta dal rilievo della Montagnassa, dal monte Roubata Boe e dai colli della Serva e di Prè, entrambi raggiunti da stradelli che salendo da fondovalle portano in vetta al monte S. Giorgio per il primo, alle borgate delle Prese di Piossasco e Sangano per il secondo.
Questo anello, partendo da Piossasco, regione Cappella, percorre in salita l’assolata dorsale esposta a sud del monte S. Giorgio, raggiungendolo, per poi scendere al colle della Serva, salire sul monte Roubata Boe e da questo scendere al colle di Pre portandosi poi sul roccione della Pera Luvera. Proseguendo per l’estesa traccia che passa poco sotto la rocciosa cresta della Montagnassa e percorrendo poi fedelmente il lungo crinale si raggiunge il monte Pietraborga. Scesi al colle di Damone e poi alle case di Pratovigero, per il colle della Frascà si raggiungono infine le borgate a monte di Allivellatori dove si intraprende uno stradello che lungamente in piano, passando per la disastrata chiesetta di S. Bernardino, riconduce al punto di partenza.
I rilievi e i colli che si raggiungono sono percorsi da numerose tracce e stradelli che permettono di scegliere alcuni varianti determinando allo stesso tempo i tempi di percorrenza che possono variare anche di molto a seconda della scelta che si fa.
I monti S. Giorgio, Pietraborga e il roccione della Pera Luvera con il caratteristico pilone recentemente restaurato, sono punti molto panoramici perdendosi lo sguardo verso la collina torinese e la città da una parte, e verso la cerchia di monti che vanno dalle Marittime al Rosa dall’altra.

Fuori l’abitato di Piossasco, alla prima rotonda si esce alla prima prendendo la via monte Orsiera che confluisce subito sulla via Cappella che si percorre per un tratto sino alla chiesetta della Madonna delle Grazie dove, sulla sinistra s‘inoltra la via S. Bernardino per la quale si tornerà . Poco più avanti, a margine della strada, presso un parcheggio si può lasciare l’auto.
Proseguendo in salita sulla via Cappella si raggiunge, più su, il bivio dove si prende a destra trascurando sulla sinistra la strada per Campetto. Superata la scuola materna, presso la solita bacheca parte uno stradello che poco dopo si lascia per il sentiero segnalato per il monte S. Giorgio, che si prende. La traccia s’inoltra subito ripida percorrendo un boschetto dove, man mano ci si alza, i roveri cedono il posto ai pini neri, frutto di un’imponente opera di rimboschimento effettuata su questi versanti all’inizio del secolo scorso, uscendo di sopra alla “Croce Castelli”, non lontana dai resti di antiche costruzioni, dove ancora si prosegue per un tratto subito raggiungendo delle indicazioni presso un successivo bivio dove si prosegue per il monte S. Giorgio. La traccia, con pendenza regolare e costante, percorrendo lungamente l’assolato crinale dove ha ripreso a crescere il pino dopo il furioso incendio che ha devastato questi versanti non molti anni fa, testimoniato da molti alberi a terra fatiscenti, raggiunge infine alla sommità l’aperto pratone che precede di poco la chiesetta romanica dell’XI secolo posta in vetta del monte S. Giorgio mt. 836. Da questa panoramica vetta vista ampissima: dalla città di Torino alla pianura e sulla cerchia alpina dalle Marittime al Rosa e ancora oltre. Sul retro sul vicino Rubata Boe, sulla Pera Luvera e sul monte Pietraborga che poi si raggiungeranno
1 ora e 30 minuti c.ca dal parcheggio.
Questa cima è raggiunta da una strada, che ora si prende verso valle, e che fatte alcune svolte scende al colle della Serva dove la si lascia per il sentiero per il colle di Prè, che si segue però per poco sino all’indicazione che permette si salire sulla cima del monte Roubata Boe. Più che di una cima si può parlare di una lunga cresta che termina con un grosso ometto che regge un’asta metallica. Poco prima, sul versante ovest, parte una traccia da risegnare che scendendo diventa più evidente portandosi verso il colle di Prè che si raggiunge nel punto in cui transita la strada che sale da Piossasco, e che volendolo si potrebbe prendere per tornare, nel punto in cui sorgono numerose indicazioni. Qui giunti è possibile raggiungere direttamente la cima del monte Pietraborga percorrendo lungamente lo stradello che transita per le Prese di Piossasco superiori ed inferiori, la chiesetta della Madonna della Neve e per Prese di Sangano, oppure scegliere di passare per la lunga cresta della Montagnassa deviando per l’ammasso roccioso della Pera Luvera. In questo caso, dalla parte opposta, parte una traccia che subito s’inoltra costeggiando l’enorme traliccio di una linea elettrica. Segnato da tacche rosse, banda segnaletica, sagoma di un pesce stilizzato, il sentiero che si prende percorre il ripido pendio incuneandosi faticosamente tra le rocce del pendio uscendo in un punto dove ci si immette su di una più rilevante traccia, il sentiero David Bertrand (DB). Percorso per un breve tratto verso valle, il sentiero porta in cima all’ammasso roccioso dov’è posto il pilone della Madonnina della Pera Luvera, punto assai panoramico. Risaliti, si prosegue sulla traccia che s’inoltra lungamente in falsopiano transitando di poco sotto le rocce della Montagnassa uscendo più avanti al crocevia del Colletto delle Prese. Qui giunti a destra un modesto sentiero scende direttamente alle Prese di Piossasco, sulla sinistra parte il sentiero Chiantore, traccia che riporta rapidamente a valle, che si potrebbe prendere qualora si volesse abbreviare il percorso, mentre lo stradello di sinistra acciottolato conduce al colle di Damone. Si prosegue invece diritti lungo la traccia che rapidamente raggiunge un successivo bivio dove, prendendo a destra si scenderebbe alle Prese di Sangano. Si continua ancora diritti sullo stradello che segue fedelmente il crinale superando per via un gigantesco ripetitore delle telecomunicazioni e che s’immette più avanti sulla traccia che sale in cresta proveniente dal colle di Damone, che si prenderà poi per scendere. Sempre proseguendo, superato il sito celtico con i grossi menhir, con un ultimo tratto ci si inerpica raggiungendo la croce di vetta del monte Pietraborga mt. 926, punto assai panoramico sui monti, sulle valli, dove la vista s’apre ampissima verso la collina torinese e la città, da una parte, sulla cerchia alpina, la valle del Sangone con la bassa val di Susa e i laghi d’Avigliana, dall’altra.
2 ore c.ca dalla cima del monte S. Giorgio.
Si percorre poi in senso inverso, lungamente il crinale, sino al momento in cui lo si lascia per lo stradello che scende in direzione del colle di Damone come suggerito dalle indicazioni. Scesi rapidamente per l’ampia traccia a questo colle si prosegue sullo stradello che porta a Pratovigero. Ad un lungo tratto, quasi in piano, superata una grossa casa isolata, ne segue un altro dove la traccia scende ripida raggiungendo così le case della borgata con la bella chiesetta di S. Pancrazio. Fatta la svolta presso i forno e superata la fontana, si prosegue sino al successivo tornante dove si continua diritti seguendo l’indicazione per il colle della Frascà lasciando sulla destra la strada che scende a Trana. Oltre le case del Barbar lo stradello s’inoltra per un lungo tratto quasi in piano. Superato un rio e il sentiero DB che scende direttamente dal colletto di Damone oggetto della variante di cui al fondo, si raggiunge il colle della Frascà dove la traccia comincia a scendere sul versante di Allivellatori. Man mano ci si abbassa diventa sempre più accidentata e scavata dal ruscellamento, comunque ugualmente percorribile anche se con difficoltà. Più avanti, presso un bivio, si prende a sinistra e il fondo migliora. Sempre scendendo si raggiungono le prime case di Monpalà dove ancora si prosegue sino al punto in cui ci si immette sulla strada asfaltata. Fatte le svolte nella pineta e superato il rio Tori, un tratto in piano porta alle case della borgata Giorda dove, presso un pilone, si prende a sinistra. Costeggiando campi coltivati, la strada, superato nuovamente il rio, raggiunge un quadrivio in regione Boniscontri. Un ultimo tratto porta alla casa di cura “Villa Patrizia” superata che si ha subito dopo la si lascia per lo sterrato che parte sulla sinistra che riporterà alla cappella della Madonna delle Grazie. A fondo naturale, salvo brevissimi tratti asfaltati, questo interminabile, ma piacevole stradello s’inoltra lungamente in piano costeggiando campi coltivati e cascine isolate oltrepassando per via la disastrata chiesetta di S. Bernardino. Così continuando si ritorna al bivio dove sorge la chiesetta della Madonna delle Grazie e poi al parcheggio dove questo anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dalla cima del monte Pietraborga.

VARIANTE 1: Giunti al colletto di Damone si può evitare di passare per la borgata di Pratovigero prendendo il sentiero DB che s’inoltra oltre la bacheca. Ad un iniziale tratto in piano ne segue un altro che s’abbassa lungo la dorsale aggirando il pendio e terminando più avanti sulla strada poco prima del colle della Frascà. Così facendo il tragitto si abbrevia di una quindicina di minuti c.ca.
VARIANTE 2: Giunti al colle di Pré, volendo abbreviare il percorso decidendo di non passare il monte Pietraborga, si può scendere rapidamente a valle percorrendo la disastrata strada che porta alla borgata Campetto non lontana dal punto il cui si ha lasciato l’auto.
VARIANTE 3: Giunti al Colletto delle Prese, volendo abbreviare il percorso decidendo di non passare per il monte Pietraborga, si può scendere a valle percorrendo il “Sentiero Chiantore”.
Con le varianti 2 e 3 si abbrevia di molto il percorso.
VARIANTE 4: Dal monte Pietraborga si può scendere direttamente a Pratovigero per ripida pista forestale. Da evitare con il bagnato perché scivolosa.




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