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Escursionismo : Un anello per il monte Servin da Pra del Torno
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 19/01/13 16:12
Notizia riferita al: 18/01/13
Letture: 2315

Un anello per il monte Servin da Pra del Torno

Località di partenza: Slargo presso il ponte di Barmafredda mt. 1015
Dislivello: mt. 740
Tempo di salita: 3 ore c.ca
Tempo di discesa: 2 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

La lunga cresta che separa la val Pellice da quella del Chisone e che termina con il Gran Truc,
è segnata dall’ampia sella del colle della Vaccera, servita da una strada asfaltata che la raggiunge partendo da Torre Pellice. Poco più su, s’eleva la cima del monte Servin facilmente raggiungibile dal colle. Partendo da fondovalle, da Pra del Torno ultimo centro ancora abitato del vallone di Angrogna, attraversate alcuni piccoli insediamenti disabitati all’inizio del vallone dell’Infernet, guadagnata l’alpe Criuliro e percorso un tratto dello stradello che porta al colle della Vaccera, si sale in vetta al monte Servin. Scesi poi al colle, e transitando per lo storico sito di Bagnou legato alla lotta partigiana, si torna a valle per altra via.
Molto caratteristiche sono le soleggiate borgate del vallone dell’Infernet, come pure assai panoramica è la vista che si ha dalla cima del monte Servin, spaziando lo sguardo sulla valle, sui monti sino alla pianura.
Queste valli un tempo erano assai popolate e si resta stupiti osservando i numerosi nuclei abitativi sparsi lungo i declivi, spesso in posti inaccessibili, che testimoniano l’attaccamento alla propria terra del popolo valdese che altro non chiedeva di poter professare in pace la propria fede.
Sulla via del ritorno merita essere visitato il tempio valdese di Pra del Torno posto in posizione dominante la valle su di un poggio.

Giunti in val Pellice, raggiunto il centro abitato di Torre Pellice, al primo semaforo si prende a destra seguendo l’indicazione per Angrogna e Pra del Torno. La strada, sempre mantenendosi parallela al torrente, si porta progressivamente verso il fondo incuneandosi sempre più nella valle dove l’ambiente diventa via via aspro e selvaggio. Superata la deviazione segnalata per il rifugio Barfè, fatti un paio di tornanti, ancora si prosegue lungamente sempre non lontano dal corso d’acqua. I tornanti che seguono permettono di nuovo di guadagnare quota raggiungendo così le poche case di Pra del Torno, dominate dal Tempio valdese. Un ultimo breve tratto e subito si raggiunge l’ampio slargo presso il ponte di Barmafredda dove si può lasciare l’auto.
Nel punto in cui la valle si divide, ora soggetta ad ampi interventi di sistemazione degli alvei dei torrenti, si prende lo stradello che s’inoltra oltre lo slargo seguendo l’indicazione per Infernet, Souiran e altre località subito superando un rio su di un ponte oltre il quale si prosegue restando sempre vicini al corso d’acqua. Fatta la svolta in breve si raggiunge un primo insediamento, Chialva, dove ci si alza tra le case intraprendendo poi il breve tratto che porta ad un bivio in riva al torrente Infernet dove il sentiero supera il corso d’acqua su un caratteristico ponticello in pietra dirigendosi alle case di Chiot sull’opposto versante. Si prosegue invece sull’ampia traccia che s’inoltra nella faggeta così raggiungendo i primi prati e poi l’aperto e soleggiato borgo di Saben, posto in posizione panoramica. Seguendo vaghe tracce che s’alzano a monte delle case avendo come riferimento il rio che s’incunea nella valletta e raggiunto il limite superiore dei prati, un traverso in piano verso sinistra porta ad una casa isolata, Barma, e poi ad uno stradello che confluisce su di un altro proveniente dalla borgata Anchioccia posta sul versante opposto, sul quale ci si immette. Questo modesto sterrato, fatta un a prima svolta, più su altre, si dispiega lungamente salendo l’assolato pendio pascolativo terminando presso una casa isolata superata che si ha parte un evidente e segnato sentiero che lungamente prosegue quasi in piano e che, superata una dorsale, con già in vista il monte Servin, termina alpe di Criuliro raggiunta da uno stradello proveniente dal colle della Vaccera nel punto in cui una traccia prosegue per il Gran Truc e l’alpe Infernet. Totalmente pianeggiante, lo si percorre per un buon tratto sino alla dorsale sopra la quale s’eleva isolato e assai evidente un grosso masso. Qui giunti si lascia la stradello risalendo il ripido pendio avendo come unico riferimento la cima del monte. Ci si alza, tra i cespugli d’erica e di rododendro, senza particolare difficoltà, raggiugendo al termine di una faticosa salita la cima del monte Servin mt. 1756 evidenziata un modesto cippo che regge una minuscola tavola d’orientamento. Panoramica ampissimo sulle dorsali di monti, sulle vette, sulla valle sino alla pianura.
3 ore c.ca da Pra del Torno.
Seguendo ora il crinale est, segnato dalle solite tacche biancorosse, ci si abbassa sull’evidente traccia che scende al colle della Vaccera, ampissima sella che separa la val Chisone dalla val Pellice, raggiunta dalla strada asfaltata che sale sin qui da Torre Pellice. Giunti al colle si prosegue verso valle per un tratto, sino al primo tornante, località Cottarone, dove la si lascia seguendo l’indicazione per gli alpeggi Infernet, Bagnou/Ca d’la Pais e altre località. Più avanti, abbandonato lo stradello che prosegue per l’alpe Criuliro, si prende a sinistra per Ca d’la Pais (Casa della pace). Tralasciando ad un successivo bivio la traccia di destra, ancora si prosegue raggiungendo la roccia con la lapide e subito dopo Bagnou dove, in una baita restaurata, è stato allestito l’ecomuseo della Resistenza. Per tornare a Pra del Torno si prende l’ampia traccia che traversa appena sotto l’edificio che prima raggiunge una casa isolata e poi il punto in cui si incrociano quattro stradelli. Qui giunti si sceglie quello sulla destra, che scende per un tratto parallelo a quello superiore sino alla svolta che porta la traccia a terminare nei pressi della presa di un acquedotto. Si piega a sinistra e facendosi la traccia sentiero per un tratto ci si abbassa di poco per poi scendere più ripidi sino al bivio che segue dove si prende a destra seguendo l’indicazione per il Cuolege dei Barba – Pra del Torno. Superati i ruderi di un primo nucleo abitativo e poi di un secondo, si raggiunge un modesto rio dove, poco sotto, si trovano delle case, il Cuolege dei Barba, “Scuola simile ad altre in Europa dove, nei secoli bui del Medio Evo, i predicatori valdesi si preparavano alla testimonianza ed al ministero itinerante”. Poco più sotto, oltre il bivio per la borgata Fau, lo stradello scende a valle passando a margine della case della borgata. Prima però, e la cosa è senz’altro da farsi, merita una visita il notevole tempio valdese di Pra del Torno posto su un poggio dominante la valle. Scesi poi alla strada asfaltata, subito si raggiunge lo slargo presso il ponte di Barmafredda, dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dalla vetta del monte Servin.

CURIOSITA’ : Il Tempio valdese di Pra del Torno, è stato costruito nel 1877 in posizione dominante la valle su di un poggio. Nel suo stile unico, riflette la gioia dei valdesi per essere finalmente liberi dal giogo in cui per secoli erano stati costretti.






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