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Escursionismo : Il coraggio di tornare indietro, ovvero un anello fallito nel Vallone degli Invincibili
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 15/11/12 15:51
Notizia riferita al: 14/11/12
Letture: 1657

Il coraggio di tornare indietro, ovvero un anello fallito nel vallone degli Invincibili

Il vallone del torrente Subiasco, altrimenti detto “Degli Invincibili”, a ricordo dell’eroica resistenza che in questo luogo i valdesi opposero ai loro persecutori prima del forzato esilio e del Glorioso Rimpatrio, è certamente uno dei più aspri e dirupati di tutta la val Pellice, posto com’è sulla sinistra idrografica tra gli abitati Bobbio e di Villar Pellice.
Un paio d’anni addietro lo avevo già percorso: dalla borgata Bessè agli alpeggi abbandonati di Barma d’Aut e di Subiasco, per salire infine sul monte Costigliole scendendo poi lungo la strada che dall’alpe Caugis riporta a fondovalle. Salendo questo selvaggio vallone, a suo tempo, avevo visto una traccia che quasi in piano taglia il pendio della parte opposta della valle, e m’ero riproposto di percorrerla. E’ che ho scelto il momento sbagliato, sottovalutando soprattutto la difficoltà del percorso e gli imprevisti.
Le scorse gite, tutte fatte in val di Susa, m’avevano illuso che la prima neve, caduta copiosa, ad una certa altezza si fosse già tutta sciolta, anche sui versanti nord. Salendo lungo la mulattiera che da Bobbio porta alle borgate di Sarsenà, i numerosi rami spezzati per la neve caduta sulla foglia, m’avevano fatto capire che qui ne fosse caduta certamente molto di più che in altri posti. Superata l’ultima borgata, intelligentemente posta sulla dorsale che separa il versante di valle da quello del rio Subiasco, e cambiando l’esposizione, estese lingue di neve scivolata sulla traccia dai sovrastanti ripidi pendii, m’avevano da subito fatto capire che avrei trovato serie difficoltà a proseguire. Ciò nonostante sono riuscito ad arrivare sino alla dirupata Rocha Chabert oltre la quale i tratti nevosi intonsi mi hanno risolto che proprio non era il caso di continuare, decidendo, mio malgrado, di tornare indietro. Si aggiunga anche il fatto che da Serre Sarsenà all’alpeggio di Barma d’Aut la traccia, il sentiero 128, non è segnato e certamente avrebbe bisogno di alcuni interventi migliorativi. E’ che questi luoghi, a parte alcuni affezionati come il sottoscritto, non li frequenta più nessuno.
Brevemente: superata Villar Pellice, il ponte sul rio Subiasco e l’indicazione per salire al vallone degli Invincibili, giunti alle prime case di Bobbio ho preso subito a destra la via XXV aprile per lasciare l’auto nei pressi del monumento posto a ricordo dei reggimenti alpini. Poi ho percorso la strada che oltre il cimitero si trasforma in sterrato inoltrandosi a monte dell’abitato sino a trovare l’indicazione per il “Monumento Sibaud”. Qui parte il sentiero che subito s’inoltra ripido sino alla successiva indicazione presso un bivio. Si lascia per il momento la traccia raggiungendo in un attimo il grande prato presso Sibaud dove, al ritorno del loro “Glorioso Rimpatrio”, i valdesi fecero uno storico giuramento. Una modesta stele, posta nell’anniversario dei duecento anni, ricorda tale avvenimento.
Ritornati al bivio, si prende la traccia, sempre segnata, che si inoltra ripida verso monte costeggiando a lungo gli abbandonati terrazzamenti; superando le poche case di Posette , il sentiero riprende dalla parte opposta della strada e le successive svolte lungo quelli che un tempo erano pascoli tra i castagneti, portano alle borgate di Sarsenà Inf. e Sup. dove più su ritroviamo la strada che si prende e che in breve conduce ad un bivio. Da sinistra torneremo e pertanto si prosegue a destra lungo lo stradello che sale con alcune svolte per terminare alla borgata più elevata di Bobbio, cioè Serre Sarsenà dove troviamo molto abbandono, alcune case ristrutturate, una stazione meteorologica, una bella fontana e l’indicazione per raggiungere l’alpeggio di Barma d’Aut nel vallone degli Invincibili. Si prende ora l’evidente traccia che supera le case, inoltrandosi a margine dei ripidi prati con già in vista questo selvaggio, aspro, quasi impenetrabile vallone dove, dalla parte opposta spicca il sentiero e più su la notevole mole della Gran Guglia. Si taglia lungamente il pendio, sempre salendo, ma di poco, per una traccia non segnata che porta a raggiungere le rocce della Rocha Chabert, imponenti, dove il sentiero si sdoppia. Qui giunti, come detto, i ripidi pendii innevati e la mancanza assoluta di ogni tipo di riferimento, mi hanno costretto a tornare indietro. Peccato, ci riproverò in un altro momento.
Ritornato a Serre Sarsenà e sceso al bivio, anziché portarmi subito a valle, ho preferito proseguire per Serre Cruel. La strada che si prende, dopo un lungo tratto quasi in piano, con un paio di svolte raggiunge infine questa borgata, posta sulla dorsale tra il versante di valle e quello del vallone di Cruello, dove i valdesi si accamparono la notte prima di conquistare Bobbio. Oltre, sempre lungo lo stradello, si prosegue per un buon tratto sino ad un bivio. Lasciata la traccia che continua diritta per Giausarant d’Amount, si fa la svolta e superate le poche case, tutte in abbandono, di Cruel, si prosegue ancora per un po’ sino al tornante, per continuare lungamente, quasi in piano, ed affrontare le ultime svolte che portano a fondovalle dove si supera il torrente Cruello, con il disastrato alveo sconvolto dalla piena del maggio 2008. Oltre, lo stradello scende costeggiandolo lungamente sino al punto il cui si riattraversa il rio seguendo l’indicazione per Podio, Sibaud e Bobbio Pellice. Ci si porta sulla sinistra orografica lungo una strada che taglia per un tratto l’esposto pendio che precipita sul sottostante torrente, sino al punto in cui, superata una dorsale, un ultimo tratto porta sulla strada che sale alle borgate di Sarsenà, che si prende verso valle. I ravvicinati tornanti permettono di perdere quota sino al punto in cui, superata la borgata Podio e raggiunte le poche case di Pautasset, si lascia la strada seguendo l’indicazione per il prato di Sibaud ed il monumento già incontrati salendo.
Un tratto di sentiero e subito si raggiunge a fondovalle lo stradello che riporta al punto in cui si aveva lasciata l’auto, chiudendo così l’anello.

Località di partenza: Monumento ai Battaglioni Alpini sulla via XXV aprile, poco oltre il ponte sul Rio Subiasco, all’inizio dell’abitato di Bobbio Pellice
Dislivello: mt. 800 c.ca
Tempo di salita: 2 ore 15 minuti c.ca da Bobbio alla Rocha Chabert
Tempo di discesa: 3 ore c.ca dalla Rocha Chabert a Bobbio passando per il vallone di Cruello
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

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