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Escursionismo : Un anello per il lago ed il Cappello d'Envie
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 18/10/12 15:30
Notizia riferita al: 17/10/12
Letture: 2903

Un anello per il lago e il Cappello d’Envie

Località di partenza: Ghigo di Prali mt. 1454
Dislivello: mt. 1165
Tempo complessivo: 6 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore
Interessante giro in valle Germanasca, alla ricerca di itinerari poco noti e sentieri poco frequentati come questo che partendo da fondovalle, transita per le abbandonate miniere di talco d’Envie. Rasentate poi le miande nido dell’Orso, un lungo traverso ascendente porta al solitario lago d’Envie, il più esteso della val Germanasca, dove ci s’immette sul sentiero militare che dalla Rocca Bianca conduce alla conca dei tredici laghi. Giunti alla stazione d’arrivo del secondo tratto di seggiovia, lo si abbandona per salire in vetta al Cappello d’Envie, modesta ma panoramica cima.
Percorrendo sentieri poco conosciuti, si scoprono angoli nascosti e poco frequentati di questa valle, normalmente fuori dai soliti giri, oggi tagliati fuori dall’impianto di seggiovia che consente di accedere facilmente alla conca dei tredici laghi.

Giunti a Prali in valle Germanasca, oltrepassato il ponte sul torrente, si può lasciare l’auto nello spiazzo accanto alla grande bacheca che illustra in pianta questo centro e le sue borgate oppure presso la grande piazza dell’abitato.
Rasentando il tempio valdese, si prende poi la strada asfaltata che sale al ponte sul rio d’Envie, che non si supera, proseguendo diritti lungo lo stradello posto a margine delle ultime case oltrepassate che si hanno subito dopo si trasforma in sentiero. Non segnalata, ma sempre segnata dalle solite tacche biancorosse, la traccia che si prende era quella che i minatori percorrevano per salire alle cave di talco d’Envie che si dovranno raggiungere. Alla prima svolta ne seguono altre per il sentiero che s’inoltra salendo un pendio dove a poco a poco agli aceri di montagna si sostituiscono i larici e gli abeti bianchi. Così continuando si raggiungono gli edifici diruti e abbandonati della miniera d’Envie dove a ricordo si trova la fontana con vasca a carrello e la solita bacheca illustrativa. Qui giunti occorre proseguire e superare il boscoso pendio che porta all’ampia valletta pascolativa del rio d’Envie dove sorge l’alpeggio delle Miande Nido dell’Orso. Per farlo ci sono due possibilità: seguire sempre la traccia segnata, oppure prendere il sentiero che taglia il pendio un poco più a monte sino a superare il rio su di un ponticello di legno. In ogni caso occorre oltrepassare la conca pascolativa ritrovando il sentiero a monte degli edifici dell’alpeggio dopo aver attraversato una zona sorgiva oltrepassata che si ha si risale un ripido pendio, segnato dal passaggio degli animali al pascolo, uscendo alla sommità su uno stradello che proprio qui termina. Stando di poco a margine dei pascoli, si prosegue sino alle successive indicazioni dove si tralascia il sentiero per le miniere di Sapatlè per quello per il lago d’Envie. Si percorrerà ora una piacevole traccia che subito s’inoltra nella direzione del vallone d’Envie compiendo una lunga diagonale ascendente dove tratti quasi in piano si alternano ad altri dove si sale. Raggiunta una radura la si rimonta sino al punto in cui la vista s’apre all’ampissima conca posta sotto le strapiombanti pareti che degradano dal Cappello d’Envie. Con un lungo tratto in piano si attraversa una zona sorgiva portandosi il sentiero alla base della balza terminale che si risale raggiungendo alla sommità la traccia che provenendo dalla Rocca Bianca prosegue verso la conca dei tredici laghi. Un breve tratto verso monte, non lontani dal corso del rio, porta a raggiungere il lago d’Envie mt. 2314. Il più esteso della val Germanasca, ha una forma triangolare, ed è situato in un avvallamento verdeggiante tra rocce e detriti. In una diecina di minuti ne può fare il giro.
3 ore c.ca da Prali.
Scesi ci si immette ora sul sentiero 205 proveniente dalla Rocca Bianca che si percorrerà lungamente verso monte. Questa ardita e geniale traccia militare risale certamente agli anni di fine ottocento, e questo lo si capisce dalle incisioni lasciate dai militari sulle rocce, s’inoltra in moderata ascesa sorretta a valle e protetta a monte da muretti di contenimento tutt’ora in buono stato di conservazione. Il tratto dal lago d’Envie alla stazione d’arrivo del secondo tratto di seggiovia è certamente la cosa più interessante di tutto il percorso. Fatte un paio di svolte, un lungo tratto quasi in piano ne precede delle altre oltre le quali ancora si prosegue sino al punto in cui si percorre un tratto tagliato direttamente nella roccia realizzando uno scalino per il quale la traccia transita raggiungendo, più avanti, la stazione d’arrivo del secondo tratto di seggiovia, al Bric Rond, non lontano da una dorsale con vicino dei ruderi presso i quali si trova una tavola panoramica. Qui giunti si tralascia la traccia che scende verso la conca dei tredici laghi per prendere quella che sale ad una casupola bianca sull’esterno della quale sono riportate numerose indicazioni. Subito si lascia il sentiero che prosegue verso il lago Ramella e il passo di Cialancia, prendendo una vaga traccia che sale il pendio erboso e che senza difficoltà termina in vetta al Cappello d’Envie mt 2619 contraddistinto da un minuscolo ometto di pietre. Dalla cima di questo monte vista impagabile sulla conca dei tredici laghi, sui monti Cialancia e Cornour, sulla valle e sugli altri monti che la rinserrano.
1 ora e 15 minuti c.ca dal lago d’Envie.
Scesi poi alle costruzioni dirute si prospettano un paio di possibilità per scendere a Prali. Logica vorrebbe di proseguire verso la conca dei tredici laghi e da questa portarsi a valle lungo il sentiero 204. Per chi l’avesse percorso altre volte esiste un’alternativa che consiste nel raggiungere da prima l’Alpet, dove arriva il primo tratto di seggiovia scendendo sullo stradello che unisce le due stazioni, oppure scendendo i facili pendii sciistici. Qui giunti si prosegue sulla strada che transita sotto l’impianto seguendo l’indicazione per Miandette, che altre volte si ritroverà, continuando sullo stradello che s’inoltra inizialmente quasi in piano. Raggiunto poi il punto in cui la strada fa un curvone protetto da reti, ci si abbassa ripidi lungo la pista da sci trovando, sulla sinistra, una prima traccia che presa porta direttamente sul sentiero 204 che scende dalla conca dei tredici laghi; oppure si prosegue ancora per poco per poi prendere il sentiero, che sempre parte sulla sinistra, ora trasformato in un’impegnativa, ma divertente traccia, sempre per lo sci, probabilmente seguendo un vecchio sentiero esistente. Percorribilissimo, scende sempre ripido e le continue svolte sul pendio permettono di perdere progressivamente quota. Non lontano dalla più ampia pista di discesa, l’attraversa un paio di volte raggiungendo al fondo una grande radura dove si prende a sinistra un sentierino subito trovando l’indicazione per l’agriturismo Miandette. In breve si raggiunge questa graziosa borgatina, posta in un’incantevole posizione, con le case quasi tutte ristrutturate. Qui giunti alcuni sentieri, in alternativa tra loro, portano a valle. Scesi alla strada si prosegue su questa per poco, sino al bivio dove troviamo la traccia che scende dalla conca dei tredici laghi, e poi al successivo dove ci si immette sulla strada che proviene dalla Miande Selle, dal col Giulian e dal vallone delle Miniere. Piegando a destra e superate le Miande Feugliera e Rabbiere, con un paio di svolte si raggiunge al fondo la strada asfaltata che si percorre per un buon tratto rasentando case e condomini. Superato l’ampio piazzale della seggiovia si ritorna all’abitato di Prali dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dalla vetta del Cappello d’Envie.




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