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Escursionismo : Un anello per il Gran Queyron da Prali
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 15/09/12 13:18
Notizia riferita al: 14/09/12
Letture: 2992

Un anello per il Gran Queyron da Prali

Località di partenza: Bout du Col mt. 1730
Dislivello: mt. 1330
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 45 minutic.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Il Gran Queyron è una tozza montagna che si eleva alla testata del vallone della Gran Miol nella parte terminale della valle della Ripa (valle Argentera) e normalmente di lì si passa per raggiungere la vetta. Questo itinerario la raggiunge invece partendo da Prali, in valle Germanasca. Pur avendo dei tempi di percorrenza abbastanza lunghi, la salita alla vetta da questa parte è però decisamente più varia ed interessante rispetto a quella tradizionale perché si percorrono ambienti poco noti e frequentati, come il solitario vallone che precede il passo della Longia, ed il piacevole tratto discendente che dal col Frappier riporta a Bout du Col. Dalla cima ampia vista sui monti specie su quelli della grande conca terminale della val Germanasca.

Giunti a Prali in val Germanasca, oltrepassato il ponte, si piega subito a destra continuando sulla strada che proseguendo parallela al torrente passa davanti all’ampio parcheggio della seggiovia per trasformarsi più avanti in sterrato. Raggiunta al fondo la borgata Ribba, fatti due tornanti, si guadagna con un lungo traverso ascendente il colletto che precede il vasto piano di Bout du Col dove si lascia l’auto nell’ampio piazzale nei pressi della nuova costruzione dell’alpeggio. Di qui si scende prendendo la strada sterrata che conduce al torrente seguendo l’indicazione per il passo Frappier e il col d’Abries. Raggiunto il corso d’acqua se ne segue il corso verso valle per poi attraversarlo sul ponte in cemento e lasciando sulla destra le vecchie baite abbandonate di Bout du Col si prende lo stradello che sale alle baite di Giù da Sap continuando oltre per la bergeria Sellette. Un paio di svolte ed un lungo traverso portano verso l’alpeggio, che non si raggiunge, perché appena superata la cascatella di un rio, subito si trova l’indicazione per “La Longia”. Qui giunti si abbandona lo stradello per il sentiero che si inerpica ripido a margine di un valloncello. Le ravvicinate svolte su di una dorsale permettono di raggiungere, alla sommità, un’ampia traccia, il sentiero 209 che partendo da fondovalle, dalla borgata Orgiere, raggiunge, al termine, il passo della Longia, sul quale ci si immette. Un altro lungo traverso in moderata ascesa ed in direzione opposta porta verso il vallone Palavat ed il rio che si attraversa. Dall’altra parte la traccia è appena visibile e la si ritrova, segnata da sbiadite tacche rosse, quando si percorre il ripido pendio con le ravvicinate svolte che portano alla base di un canalino che si risale. Più ci si alza e più si fa ripido restringendosi sempre più. Faticosamente si guadagna alla sommità il colle della Bocchetta dove la vista s’apre sul vallone della Longia rinserrato tra cima Frappier, a sinistra, e la cima Roudel a destra. Da prima in piano e poi in moderata ascesa, ci si inoltra ora in questo splendido e solitario vallone, stando su una traccia sempre evidente e segnata, raggiungendo più avanti il rio di valle, che si costeggia lungamente, per poi risalire le balze terminali guadagnando così quota. Più su il sentiero traversa tra le rocce rotte e i detriti che contraddistinguono l’ultima parte del vallone uscendo di sopra al passo della Longia mt. 2822 dove a margine troviamo una casermetta ancora in buono stato di conservazione che può offrire riparo in caso di necessità.
2 ore e 30 minuti c.ca da Bout du Col.
Dal passo si può salire, volendolo, alla sovrastante cima Frappier mt. 3004 seguendo il facile filo di cresta, scendendo poi direttamente dalla parte opposta al passo Frappier. Altrimenti, dal passo della Longia, una traccia compie un attraversamento in falsopiano, tagliando il pendio declinante dalla cima Frappier, raggiungendo in una mezzoretta scarsa il passo Frappier, dove si trovano i resti di una costruzione, nel punto in cui parte il sentiero che si prenderà per scendere. Dal passo si prosegue, per un buon tratto, quasi in piano sino alla successiva casermetta, gemella di quella già incontrata al passo della Longia, dove si individua, sul retro della stessa, una traccia di sentiero che inizialmente segue la cresta per poi portarsi prima sul versante della valle Argentera, poi su quello di Prali, guadagnando così la vetta del Gran Queyron mt. 3060. Notevole la vista sulle valli e sulle cime circostanti.
1 ora c.ca dal passo della Longia.
Per scendere a valle si ritorna brevemente al passo Frappier presso i ruderi della costruzione. Qui giunti si abbandona la traccia percorsa il salita e dal passo si inizia a scendere verso valle avendo alle spalle i ruderi. Nei primi metri il sentiero 210, sempre segnato dalle solite tacche biancorosse che accompagneranno sino a Bout du Col, è poco visibile, poi si fa via via più evidente man mano che si scende. Doveva essere un tempo un sentiero militare, e questo lo si capisce da come si sviluppa, con lunghe diagonali intervallate da continue svolte, che portano verso il fondo, dove si attraversa il valloncello che degrada dalla cima del Gran Queyron, trovando una sorgente, raggiungendo più sotto il bivio dove un palo in legno segnala la traccia che si sdoppia. Quella di destra scende al torrente per poi risalire portandosi verso la testata della valle e verso il rifugio del lago Verde e ai colli d’Abries, mentre quella di sinistra, che si prende, scende ripida proseguendo su una dorsale percorsa che si ha si attraversano due rii, il secondo più corposo, raggiungendo infine un’ampia radura erbosa dove si trovano altre indicazioni. Proseguendo, sempre sul sentiero 210 per Bout du Col per incantevoli vallette e conche erbose, la traccia taglia ora i pendii sulla sponda sinistra della valle effettuando poi un attraversamento discendente sull’ampia cengia erbosa, estesa e sicura, offrendo un ampio e aereo scorcio sul fondovalle 400 mt. più in basso, raggiungendo il pianoro erboso del Clot del Roccias superato che si ha si scende con continue svolte nel bosco, terminando al fondo dopo aver attraversato una zona fortemente battuta dalla valanga nella primavera del 2009. Superato il torrente, guadandolo se c’è poca acqua, oppure al ponte già attraversato salendo, non resta che seguire lo sterrato che in breve raggiunge l’alpeggio a Bout du Col dove questo anello si chiude.
2 ore e 45 minuti c.ca dalla vetta del Gran Queyron.



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