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Alpinismo : La conquista della regina: Cima Sud dell'Argentera 3297 m
Autore: montagnard (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 27/08/12 10:31
Notizia riferita al: 24/08/12
Letture: 1394

Buongiorno a tutti!
La gita di cui voglio parlare oggi, è il coronamento della riuscita di una salita voluta, desiderata, concettualizzata più e più volte, fotografata e ambita da tempo: La cima sud dell’Argentera, la regina delle Marittime.
I più magari potranno anche snobbare questa salita, classificandola tra quelle sopravvalutate, ma per un badagu come me, che quando compera un libro di montagne e vede scritto PD- gli vengono i granet, vuol dire invece la riuscita di una piccola impresa, ovviamente sempre nell’ambito delle proprie possibilità.
E così, dopo tanto attendere, questo doveva essere l’anno dell’Argentera.
Ma i sogni, quando si stanno per materializzare, diventano anche incubi, e così le fotografie della cengia, l’idea che poco tempo fa qualcuno è caduto da li è non è più tornato a casa, hanno reso la notte prima di partire, come la notte prima degli esami, ovvero insonne ed agitata, tanto che la sveglia non mi sorprende addormentato, come l’ora dovrebbe presupporre, ma sveglio . Alle 4.45 sono già fuori casa per andare a prendere il caffè prima di prendere il mio fedele compagno 8+, alias Danilo.
Il viaggio è tranquillo e scorre tranquillamente tra le mille ciance… dentro di me c’è un piccolo tarlo…cambia meta: facciamo Baus e Nasta insieme… l’idea di realizzare un sogno, è appunto diventata ansia da prestazione, incubo per le difficoltà che troveremo…
La partenza dal pian del Re è alle 6.35. Non ho ancora detto nulla a Danilo, e dentro di me continuo a ripetermi “vai e non pensarci”. Ma il condizionamento della mente si trasmette ben presto alle gambe. La salita al rifugio è più complicata del previsto . Le gambe non girano affatto, e la stanchezza devo averla messa da qualche parte nello zaino perché ce l’ho sempre addosso. Saliamo lungo il sentiero molto scalinato e ripido, e mi scoraggio sempre di più visto le pessime sensazioni addosso . Arrivo al rifugio che non sono le 8… 1 ora e 15 dalla partenza. Tutto sommato non dovrei lagnarmi di niente, ma la testa è inghisata… ci scappa un caffè al rifugio e poi confesso le mie perplessità al mio compagno di salite e sull’oppoprtunità di cambiare meta… lui, tranquillamente mi dice “fa nen il fol, andiamo sull’Argentera” non replico e si va.
Quasi inaspettatamente le gambe girano meglio, lo zaino si alleggerisce di un peso, non ho scampo, ho preso questo sentiero e oggi si va sull’Argentera.
Saliamo verso il passo dei detriti con passo tranquillo ma deciso. Il sentiero/traccia è piuttosto ripido e non molla mai, e ci rendiamo conto che ahinoi non siamo molto allenati alle salite quest’anno, ma la nostra resistenza fa si che in un’ora dal rifugio siamo al passo. Ora la nostra meta è davvero vicina, come mai visto in tutti questi anni.
Mettiamo a frutto gli insegnamenti del corso Cai e così con imbrago, longe lunga e corta e casco, affrontiamo la famosa cengia. I primi passi (e non siamo neppure nel brutto) sono di puro inciampo tanto che mi do un buffetto sulle guance e mi dico “fa tensiun e sveglia” . Da qui in poi non commetto più leggerezze. La cengia, è ben manigliata e le corde sono piazzate nei due punti giusti. Il passo è tranquillo e sono molto concentrato su quello che devo fare. Passata la parte di esposizione pura, saliamo nel canale finale, dove è davvero un piacere la facile e divertente arrampicata con passi di I°II° . Siamo al limite dell’euforia, se non fosse che le gambe risentono ormai dei quasi 1600 metri di dislivello. In breve siamo in vetta. Sono le 10.35, 4 ore in tutto, 3 ore e mezza effettive.
Sono talmente stanco che non riesco ad essere nemmeno troppo contento, ma in verità oggi lo sono per davvero.
Per tre volte avevo fotografato questa cima dalla vicina Nasta… oggi posso fare la cosa inversa.
Dopo poco arriva un simpatico italo parigino, con il quale facciamo un po’ di conversazione, mentre ci riposiamo e ci rifocilliamo.
Dopo circa 45 minuti però è ora di prepararsi a scendere. Dalla cima fino al passo occorre fare molta attenzione. Non è difficile ma occorre sempre prestare molta attenzione. Il primo tratto con le corde l’ho trovato molto utile proprio per la discesa. Ci rendiamo conto di quanto cautelativamente siamo scesi quando arriviamo al Passo. Per salire 1 ora, per scendere 50 minuti.
Ora posso davvero alleggerirmi. La parte più difficile è alle spalle, ora si scende solo più. In breve siamo al rifugio, e dopo una pausa ristoratrice, scendiamo fino alla macchina. Dietro di noi, una giornata dal clima super, la regina conquistata con successo e le paure e le ansie del mattino gettate via.
Le gambe mi fanno male, ma il cuore…il cuore è leggero come una piuma, e sorrido pensando al fatto che il mio compagno di montagne, con una sola frase, ha spazzato via tutte le ansie della notte, come fossero solo un granello di sabbia.
Un grazie a Danilo, 8+, per l’incoraggiamento e un brindisi alla grappa al pino mugo del rifugio!
Buone gite a tutti!!!


Quota partenza (m): 1700
Quota vetta (m): 3297
dislivello complessivo (m): 1597
difficoltà: PD- ::
esposizione prevalente: Varie
località partenza: Pian del Re (Valdieri, CN)
punti appoggio: Rifugio Remondino 2430 m

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Commenti
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Autore Commento
acom79
Inviato: 27/8/2012 11:55  Aggiornato: 27/8/2012 11:55
Maestro
Iscritto: 3/7/2009
Da: Villanova Mondovì
Inviati: 124
 Re: La conquista della regina: Cima Sud dell'Argente...
Complimentoni!
Era da un po' che aspettavo di leggere questa salita raccontata da te...
Il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge, ma è sempre meglio sopravvalutare gli ostacoli per poi dire a posteriori "...non era poi così difficile!".
Bravi!

Autore Commento
montagnard
Inviato: 27/8/2012 13:48  Aggiornato: 27/8/2012 13:48
Guru
Iscritto: 21/7/2009
Da: Villanova Mondovì (CN)
Inviati: 344
 Re: La conquista della regina: Cima Sud dell'Argente...
Grazie mille!
i tuoi suggerimenti si sono rivelati molto utili.
La cengia va affrontata con tranquillità e criterio. Non l'ho trovata tremenda in salita visto che ci sono delle prese come dei maniglioni, mentre in discesa, la prima parte più ripida si è rivelata un pò più complessa. Concordo con te che certi passaggi in foto vengono più brutti che dal vero.
A presto
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